David Mitchell è il proprietario di una libreria di Cromford, in Inghilterra. È rimasto talmente colpito dal quarto posto ottenuto da Tom Daley e Pete Waterfield nei tuffi ai Giochi che ha pensato di fare qualcosa per lenire la loro delusione. Come rendere meno pesante la rabbia, le lacrime, il pensiero di essersi preparati per quattro anni per poi vedere sfumati in un attimo sacrifici, lavoro, una preparazione ed un sogno? A maggior ragione se alla base del quarto posto c’è una valutazione di una giuria piuttosto che la corsa contro il cronometro.
Per l’Italia, con quella di Vanessa Ferrari ieri è stata la sesta medaglia di legno dopo le 2 dei tuffi (Cagnotto e Cagnotto-Dallapè), quella della scherma (Baldini), quella del canottaggio (Carboncini, Mornati) e l’altra della ginnastica (Busnari). Senza contare Elio Verde e Giulia Quintavalle che hanno perso l’incontro che sarebbe valso il terzo posto (nel judo si assegnano due bronzi attraverso un sistema di ripescaggi). La Cagnotto ha perso il bronzo per venti centesimi. Alla Ferrari è andata addirittura peggio: terza a pari merito ma la sua esibizione è stata giudicata peggiore di tre decimi rispetto a quella della russa che pur partiva con un coefficiente minore di difficoltà. In due parole è come se avesse perso la medaglia per differenza reti e magari perché ha segnato meno gol dell’avversaria che però tirava contro un portiere più basso.
Mitchell, sia chiaro, non pensava di prendere in giro gli atleti, ma ha fatto recapitare al villaggio olimpico, nella stanza di tutti quelli finiti ai piedi del podio una medaglia di legno. «Ricordo le Olimpiadi del 1960 quando c’erano soltanto 86 paesi in gara – dice – Il livello delle prestazioni deve essere sempre più alto e salire sul podio è sempre più difficile». Così Mitchell, cominciando da Waterfield e Daley sta spendendo parte dei propri soldi per coniare queste medaglie sulle quali è inciso il nome, il cognome, l’evento la disciplina e la scritta “In Recognition of your 4th Place Olympic Games 2012”. Sperando che non la prendano come un insulto ma come un reale riconoscimento. Fin qui il bookseller.
Ma cosa ne pensano gli atleti? «Sono rientrato in camera e ho trovato un pacchettino sul letto – racconta Baldini – l’ho scartato e vi ho trovato la medaglia di legno. All’inizio ho pensato a uno scherzo, poi volevo buttarla, alla fine mi è servita da sprone». E ha vinto l’oro olimpico di fioretto a squadre. Nessuno lo ha chiesto a loro ma Tania Cagnotto che lascia Londra con due quarti posti beffa, Vanessa Ferrai Francesca Dallapè, non la pensano certo allo stesso modo.