Il formattatore si formatta e riparte da Arcore. Alessandro Cattaneo, sindaco di Pavia e leader del movimento dei formattatori, i giovani Pdl che lanciarono la campagna di rinnovamento all’interno del partito chiedendo addirittura le primarie, dopo un incontro con Silvio Berlusconi nella villa di Arcore, sembra qualificarsi come uno dei potenziali uomini di punta del Pdl alle prossime elezioni. Da palazzo Mezzabarba, sede del comune di Pavia, non arrivano né smentite né conferme, ma sono in molti ad affilare le armi e a prepararsi a una prossima competizione elettorale. Innanzitutto quanti stanno vicino a Cattaneo in vista delle politiche, ma anche chi sta dall’altra parte e spera in un’imminente campagna elettorale per la conquista dello scranno di sindaco nell’unica provincia lombarda dove governa il centrosinistra. Cattaneo infatti, dopo il colloquio con Berlusconi, avrebbe già in tasca le dimissioni in bianco dalla poltrona di sindaco, per spiccare il volo verso la grande politica.
Al momento però il diretto interessato nega e continua a indossare la fascia tricolore. La situazione è naturalmente magmatica e in continua evoluzione e quanti sono vicini al sindaco pavese non si lasciano andare a nessuna conclusione. «Cambia tutto di ogni ora», si sente dire nei corridoi di palazzo Mezzabarba. Di sicuro c’è che il trentatreenne politico pavese, è stato contattato anche da Giorgia Meloni e Guido Crosetto, per far parte del loro nascente gruppo, ma ha risposto picche. Un po’ tutti gli stanno tirando la giacchetta. I colloqui con Alfano ci sono stati e lo stesso Berlusconi ha voluto riceverlo ad Arcore. Di questi giorni è anche la notizia che Cattaneo sia passato da Broni, dove in vista di una campagna elettorale, tutt’altro che semplice, abbia deciso di riallacciare i rapporti con Giancarlo Abelli, dominus politico della provincia di Pavia, e già in passato suo sponsor. I due si erano allontanati. Negli ultimi anni Abelli infatti in provincia è diventato per molti un interlocutore scomodo, visto anche il coinvolgimento di sua moglie nell’affaire Santa Giulia e la comparsa nel suo nome, senza nessuna pendenza a carico, nell’inchiesta sulla ‘ndrangheta, che ha portato in carcere Pino Neri e Carlo Alberto Chiriaco.
Ma i tempi in cui Cattaneo era indicato come il delfino del politico pavese sono lontani. Oggi l’enfant prodige brilla di luce propria. È ospite fisso in televisione ed è uno dei nomi di punta del Pdl. Uno di quelli che nei propri interventi pubblici, pur contestando l’establishment pidiellino, non ha mai mosso una critica a Silvio Berlusconi, pur ricordando che «Berlusconi c’è perchè il centrodestra non ha espresso altro». Nulla ha detto contro Silvio nemmeno quando l’amazzone Santanchè lo spronava intimandogli: «Devi dire che Berlusconi deve andare a casa», e lo accusava di parlare in politichese. Ma oggi i tempi in cui l’enfant prodige della politica pavese chiedeva a gran voce le primarie sono lontani, anche se l’idea non è stata accantonata, e oggi sembra proprio voler mettere a frutto la propria esperienza negli enti locali, il suo cavallo di battaglia, anche come vicepresidente dell’Anci.
Certo nei tre anni in cui è stato sindaco di Pavia ha dovuto affrontare una serie di questioni non semplici, a partire dall’inchiesta “Infinito” che ha travolto la città di Pavia, passando per il marchio di fabbrica che lo voleva come un sindaco eterodiretto da Giancarlo Abelli, fino allo scandalo di Punta Est. Cattaneo, pur con un assessore indagato, e poi scagionato in due capi d’accusa, ha sfilato manifestando contro la mafia, e subendo attacchi e ironie di tanti avversari. L’uomo però ha puntato dritto, cercando di accreditarsi come il Renzi di centrodestra, con la richiesta a gran voce delle primarie. Richieste che nonostante la ridiscesa in campo di Berlusconi non sono ancora scomparse dall’agenda del politico pavese, come testimonia il suo sito internet. E come lui stesso conferma.
«Al momento sarei anche ineleggibile», dice, «perchè sono ancora sindaco. Non ho parlato di dimissioni. Non sono interessato alla “cadrega”, continuerò a lavorare in qualsiasi ruolo avrò all’interno dello schieramento». «Ma quale schieramento?», viene da chiedersi. «Non mi piace il termine moderati», continua. «Mi piace l’idea di un grande gruppo dei liberali, che si contrapponga a quello di cui fanno parte Vendola e Bersani. Al momento però rimango sindaco di Pavia». Sul futuro, che peraltro nel caso dello schieramento di centrodestra è piuttosto magmatico, Cattaneo non dice molto e non esclude categoricamente l’idea di poter svolgere altre funzioni in politica, ma sempre al fianco di uno schieramento che vede la presenza di figure come Berlusconi e,perchè no, anche Mario Monti. Le dimissioni in bianco quindi non sono firmate. «È un equivoco», dice, «che nasce dal mio rifiuto a manifestare con Crosetto e Meloni, ma da qui a dire che sono pronto a dimettermi c’è un grande salto. Al momento mi preoccupa il progetto politico e rimangono ferme le istanze di rinnovamento che abbiamo già espresso».