La crisi è mobile: quanto soffre il settore del legno

La crisi è mobile: quanto soffre il settore del legno

Da qualche anno il settore del mobile sta affrontando una delle crisi più pesanti della sua storia. Dopo un inizio di secolo tentennante, ha ricevuto il colpo di grazia dalla bolla immobiliare americana scoppiata nel 2008, che ha colpito i principali mercati di sbocco delle imprese del sistema legno-mobile italiano. La situazione si è ulteriormente aggravata a causa della grande recessione economica in cui è caduta l’Italia nel 2011. Il risultato è che tra il 2008 e il 2012 l’industria italiana del legno e dell’arredo ha visto un calo del 33% del suo fatturato, riducendo il suo giro d’affari di 14.050 milioni di euro. Questi risultati negativi risultano più pronunciati per il sistema del legno, -35,6%, che per il sistema dell’arredamento, -31,5%.

Secondo i dati Csil, Centre for Industrial Studies, il 2012 si è chiuso con un mercato interno in forte sofferenza e un export in continua crescita, sebbene a valori contenuti e trainato dalla domanda dei mercati emergenti. Il contributo positivo delle vendite estere non è stato tuttavia sufficiente a risollevare la produzione che si attesta in calo dell’11% a prezzi costanti rispetto all’anno precedente.

L’export rimane dunque l’unico fattore d’attuale tenuta per il mobile italiano. Nonostante il brusco calo del 2009, la qualità dei prodotti, il design e la flessibilità delle imprese a reagire a scenari di mercato in costante mutamento si sono rivelati fattori vincenti a intercettare le domande dei mercati emergenti e a permettere una ripresa, seppur lenta, delle esportazioni italiane.

Nel 2012, la sfida che le imprese del mobile hanno dovuto affrontare è stata contenere la diminuzione delle vendite nei Paesi avanzati, quali Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Francia e aumentare la loro presenza nei mercati emergenti, in particolare in Russia, nei Paesi arabi e in Cina.
La crescita della domanda nei Paesi asiatici, sudamericani e arabi sta trainando la domanda mondiale di mobili e proprio questi Paesi sono gli obiettivi strategici su cui dovranno puntare le nostre imprese per risollevarsi dalla crisi.

Nonostante i risultati incoraggianti dell’export, la situazione in termini occupazionali è ancora critica. Nel biennio 2011-2012 l’occupazione è diminuita dell’1,8%. Ampliando il periodo di riferimento, il numero di addetti è passato da 242.896 del 2007 a 214.229 del 2012, per un calo complessivo dell’11% in 5 anni. Le previsioni non sono rosee, si prevede un’ulteriore riduzione del 3,6% nel 2013. Per di più la tendenza è generalizzata su tutto il territorio. Infatti, secondo il Monitor Distretti 2012 di Intesa San Paolo, l’occupazione è in calo e la cassa integrazione è in aumento in quasi tutti i distretti del mobile.

Secondo i dati di Federlegno, le imprese faticano a sopravvivere. Tra il 2007 e il 2012, 4.190 tra imprese e stabilimenti sono stati chiusi. La situazione non sembra migliorare, nel biennio 2011-2012 le imprese uscite dal mercato sono state 854 e nel 2013 si prevede un ulteriore calo del 5,3%.