L’ultima indagine Almalaurea sulla condizione occupazionale dei laureati italiani (pubblicata nel marzo 2013 su dati del 2012) ha coinvolto oltre 400mila laureati post-riforma nei 64 atenei aderenti al Consorzio. Quest’anno, per la prima volta, l’indagine è stata estesa ai laureati di secondo livello a cinque anni dal conseguimento del titolo.
Il contesto: i laureati trovano più lavoro dei diplomati
Nell’intervallo di età 25-64 anni la documentazione più recente dice che i laureati godono di un tasso di occupazione più elevato di oltre 12 punti percentuali rispetto ai diplomati. Tra il 2007 e il terzo trimestre del 2012, la disoccupazione è cresciuta del 67% per i giovani di 25-34 anni mentre è cresciuta del 40% per i laureati della medesima età. Se si guarda alla popolazione nel suo complesso, la crescita della disoccupazione raggiunge il 60%, mentre per i laureati l’incremento si ferma al 50% per il totale dei laureati. L’indicazione è confermata anche dalla rilevazione Unioncamere – Excelsior (2012) sul fabbisogno di lavoro nel 2012 delle imprese italiane (che non comprende il settore della Pubblica amministrazione) secondo queste ultime la contrazione nella domanda di lavoratori non stagionali rispetto al 2011 riguarda in misura minore i laureati (-33,1% contro il -50,4% dei diplomati e il -50,9% del totale).
Cala però l’occupazione nelle professioni più qualificate
Anche nel 2011 si conferma in Italia un’ulteriore riduzione della quota di occupati nelle professioni ad alta specializzazione, in controtendenza rispetto al complesso dei paesi dell’Unione Europea. Questo comportamento, messo in relazione alla dinamica sfavorevole degli investimenti in capitale fisso, ha contribuito ad aumentare la divaricazione con la media europea sino a portarla da un valore di 4 punti percentuali (2008) ad uno di 6,9 (2011). Una valutazione ancora più severa è dovuta se si pensa che nella categoria comprendente “legislatori, imprenditori e alta dirigenza” la percentuale di laureati è – in termini comparati – molto limitata.