Scrive il Corriere della Sera
Oggi in Vaticano si svolgerà quello che viene definito «un serio confronto» sul cosiddetto caso Chaouqui. Si tratta della nomina, avvenuta il 19 luglio scorso, della trentenne Francesca Immacolata Chaouqui, che si occupa professionalmente di pubbliche relazioni, tra i commissari del nuovo organismo voluto da papa Francesco per fare chiarezza su tutti gli enti finanziari della Santa Sede, che non siano lo Ior (per il quale è stata istituita una commissione referente ad hoc).
Il caso è esploso durante il viaggio del Papa per la Giornata Mondiale della Gioventù di Rio perché solo allora Bergoglio è stato portato a conoscenza del fatto che la pr su Internet prima della nomina, e per anni, aveva postato dei tweet che stanno creando un serio imbarazzo all’interno delle Sacre Mura. Tweet, ossia brevi frasi, che non solo esaltano la stagione di Vatileaks, ma contengono accuse dirette al cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone. (continua)
Tra i primi a complimentarsi con Francesca Immacolata Chaoqui per la nomina nella commissione straordinaria per la riforma delle finanze vaticane c’è stato Greg Burke, il consulente scelto da padre Lombardi per la comunicazione in Vaticano dal 2012. Tra la advisor di Ernst &Young e l’ex inviato di Fox News, infatti, c’è un legame molto stretto dettato dall’appartenenza di entrambi all’Opus Dei, Prelatura personale della Chiesa Cattolica e potente “lobby” ecclesiastica. Burke ha sempre dichiarato di essere membro numerario, mentre la Chaoqui si è limitata in questi anni a citare spesso le parole del fondatore Josemaría Escrivá de Balaguer, il fondatore dell’Opus Dei.
Del resto, anche agli amici, Francesca Chaoqui ha sempre confidato di tenere sul comodino del letto i libri di Monsignor Escrivà. E qualcuno, che bazzica le stanze vaticane, confessa a Linkiesta «che con la nomina di questa giovane ragazza, al momento, la comunicazione del Vaticano è sempre più in mano ai membri dell’Opus». D’altra parte, in questi giorni, sono in tanti a domandarsi i motivi che hanno spinto il Papa a coinvolgere questa trentenne di Sansisto in Calabria per gestire la nuova fase dello Ior, la banca vaticana travolta dallo scandalo di monsignor Scarano.
La sua storia è stata snocciolata in questi giorni dai quotidiani italiani. Ma lei stessa ne ha parlato su twitter spesso e volentieri, raccontando della conoscenza di Giulio Andreotti o del suo passato nello studio Orrick. È quella che a tutti gli effetti, in tanti, hanno definito la lobbista di Francesco. E lei lo ha detto, sempre con un tweet. «Il mio cuore, la mia Fede, il mio impegno, la mia professionalità a servizio della Chiesa e del Santo Padre. Sempre». Eppure, proprio nel suo profilo Twitter, iniziano i primi misteri, perché gli oltre 11mila follower sono in gran parte Bot (dispositivo automatico che viene associato ad un profilo Twitter e che simula il comportamento di un utente umano, con lo scopo di raccogliere dati e contenuti, ndr).
Nelle ultime ore la pressione sulla consulente del Vaticano si è fatta più insistente. E Sadro Magister, un vaticanista di peso, vicino al Cardinale Camillo Ruini, non è stato molto lieve in un post sul suo blog dell’Espresso dal titolo «Bella presenza, intraprendente, chiacchierona». Ma soprattutto Magister punta proprio il dito sulla macchina della comunicazione vaticana. «Gli addetti e gli esperti di comunicazione in Vaticano non si contano più», scrive. «Oltre a padre Federico Lombardi e all’elefantiaco quanto vacuo pontificio consiglio per le comunicazioni sociali, in segreteria di Stato hanno chiamato l’anno scorso un giornalista americano a fare non si capisce bene che cosa».
L’impressione è che la scelta di inserire la Chaoqui, forse, secondo alcuni prelati è stata troppo frettolosa. C’è da dire che nell’ambiente il suo nome è noto: fonti a lei vicine ammettono che conosce alcuni membri di «quella stretta cerchia di decision makers» che decide tutto dentro e fuori le mura leonine. Essendo lo Stato italiano un prestatore di servizi al Vaticano, c’è chi ipotizza si occuperà di selezionare chi lavorerà per fare ordine nei 270 enti economici e amministrativi che fanno capo alla Santa Sede. Rumors romani raccontano di un passaggio di suo marito Corrado Lanino – consulente informatico – alla Oasi Diagram, società del gruppo Icbpi specializzata nei sistemi informativi e antiriciclaggio guidata, tra gli altri, da Fulvio Berghella, autorità riconosciuta nel campo della compliance e della sicurezza. Con discrezione, un paio d’anni fa la Oasi ha “ammodernato” i sistemi informatici dello Ior, la banca vaticana.
Una mission resa quasi impossible tanto da resistenze interne quanto dal cambio ai vertici dell’Aif, l’autorità che vigila sulle finanze della Santa Sede. Sembra che René Bruelhart, nazionalità svizzera ed ex capo dell’Unità di informazione finanziaria del Liechtenstein, nominato lo scorso novembre presidente del direttivo Aif al posto di Francesco De Pasquale, in questa fase di transizione abbia deciso di “rallentare” l’attività di Oasi. Non è dato sapere se la neonata pontificia commissione sull’organizzazione della struttura economico-amministrativa della Santa Sede, istituita lo scorso 18 luglio, si servirà ancora della società per la due diligence dei segreti racchiusi all’interno delle spesse mura del Torrione Niccolò V.
Allo studio Orrick Francesca Chaoqui non si occupava di relazioni esterne in senso stretto, ma seguiva alcuni clienti dello studio legale statunitense, “affari romani”, li definiscono. Una fonte interna addirittura la paragona ad Alessandro Proto, il rampante finanziere che ha provato a scalare Rcs e Tod’s, poi finito in carcere. Intervistato da Linkiesta, lo stesso Proto ammette: «Nell’ultimo periodo mi affidavo allo studio Orrick di Roma». Tuttavia, dallo studio tengono a precisare che Proto non ha mai firmato alcun contratto di consulenza con i professionisti dello studio. Per alcuni il ruolo della Chaoqui sarà quello di “diga”: recapitare i messaggi giusti a chi di dovere sul delicato lavoro della commissione voluta da Papa Francesco. La miglior difesa è mettere fuori strada giornalisti e curiosi. Il diavolo, si sa, si nasconde nei dettagli.
Twitter: @aroldering @antoniovanuzzo
Riceviamo e pubblichiamo:
Caro Direttore,
ieri in un articolo sull’Opus Dei e la comunicazione della Santa Sede, la Prelatura viene definita una “potente lobby”. Ciò è al limite della calunnia oltre che offensivo per decine di migliaia di fedeli che trovano in questa istituzione della Chiesa un aiuto a coltivare la fede nella vita quotidiana. Tra l’altro l’articolo prende spunto da un’informazione errata: la signora Chaoqui non fa parte dell’Opus Dei, anche se non ci sarebbe nulla di male se lo fosse. Sarebbe bastato domandarlo alla diretta interessata per chiarirlo. Per avere informazioni sulle attività dell’Opus Dei si può visitare www.opusdei.it.
Cordiali saluti
Bruno Mastroianni
Direttore Ufficio Informazioni dell’Opus Dei in Italia
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Caro Mastroianni,
la diretta interessata, da noi contattata, per spiegare la sua regola di vita da quando ha 16 anni, ha citato “Il cammino” di Escrivà, e in particolare il versetto 16: «Tu, uno qualunque? Tu, uno qualunque? Tu… del gregge!? Ma se sei nato per essere un leader! In mezzo a noi non c’è posto per i tiepidi. Umìliati, e Cristo ti accenderà di nuovo con fiamme d’Amore». Detto questo siamo d’accordo con Lei: non c’è niente di male nel far parte dell’Opus Dei.
Alessandro Da Rold e Antonio Vanuzzo