Italia e Germania sui banchi. A parlare sono i numeri della ricerca “I numeri da cambiare” della Fondazione Treellle. Il confronto mostra una Germania che spende più dell’Italia nell’istruzione a tutti i livelli: 4,9% la spesa sul pil italiana, contro il 5,3% tedesco. Ma soprattutto un percorso scolastico-universitario che premia i laureati: la percentuale di laureati nelle classi dirigenti in Germania è più alta di 50 punti percentuali.
C’è differenza, però, tra scuola e università. Nel primo caso, l’Italia sembra essere un passo avanti. La spesa annuale per studente nella scuola primaria (pubblica e privata) in Italia è maggiore: 8.669 contro 6.619 dollari. E il numero di alunni per insegnante nel nostro Paese è più basso, garantendo quindi (almeno in teoria) una maggiore qualità dell’insegnamento. Eppure gli abbandoni scolastici dei ragazzi italiani sono più alti di quelli tedeschi. Ma quando andiamo a vedere la retribuzione, gli insegnanti nostrani guadagnano meno dei colleghi tedeschi (sia nella scuola primaria sia nella scuola secondaria).
Passiamo all’università. In Italia ci sono più docenti che in Germania e il numero di studenti per docente è di due punti più basso. Ma i tedeschi con la laurea in tasca arrivano in alto. Il confronto della percentuale di laureati nelle classi dirigenti è impietoso: quasi il 63% tedesco contro il 15% italiano. L’Italia perde anche nella ricerca, sia per quanto riguarda gli investimenti, sia per il numero di ricercatori sul totale della popolazione.
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