I videogiochi secondo il “papà” dei videogiochi

Intervista

Nolan Bushnell non è l’uomo che ha inventato i videogiochi, tanti prima di lui già sviluppavano piccoli giochi sui giganteschi computer disponibili solo alle università. Nolan Bushnell è l’uomo che ha visto quei giochi e ha deciso che si potevano vendere. È l’uomo che ha chiesto all’ingengere che ha inventato PONG di crearlo, quel gioco. E ha fondato Atari, società che ha prodotto classici come Asteroids eCentipede.
Nolan Bushnell ha inventato l’industria del videogiochi. Una partita al primo PONG, nel 1972, costava un quarto di dollaro. Oggi, quarant’anni dopo, l’industria dei videogiochi fattura in totale quasi 70 miliardi di dollari.
Abbiamo incontrato Nolan Bushnell alla Milano Games Week 2013 e ci abbiamo fatto quattro chiacchiere.

Cosa ti ha spinto a lanciare un’azienda di videogiochi nel 1972 quando i videogiochi ancora erano confinati ai grandi computer delle università? Cosa ci vedevi nei videogiochi?
Li vedevo come l’ambiente di gioco definitivo. I computer davano così tanta flessibilità: punteggi calcolati automaticamente, suoni, movimento… Sapevo che avrebbero lasciato il segno in chiunque li avrebbe provati. I videogiochi erano la cosa giusta al momento giusto.

Dopo averlo sostanzialmente inventata, hai lasciato l’industria dei videogiochi abbastanza presto. I videogiochi sono stati in grado di soddisfare le tue aspettative?
Sì. Sapevo che la tecnologia, progredendo, ci avrebbe dato sempre più realismo, grafica migliore, migliori interfacce. L’unica cosa che davvero non mi aspettavo è il successo degli smartphone. Rendono possibile giocare ovunque.

Il game designer Eric Zimmerman ha scritto nel suo Manifesto per il secolo ludico (originale, traduzione in italiano) che i giochi definiranno il 21 secolo. Sei d’accordo con lui?
Sì e no. Credo che i giochi siano eccezionali in quello che fanno, ma penso che i giochi non siano veramente in grado di raccontare storieL’obiettivo di un produttore, un regista o un autore è di risucchiare una persona dentro al proprio mondo. Nel momento in cui vuoi che la persona reagisca o prenda delle decisioni, la stai rispedendo dentro al suo corpo e fuori dal tuo mondo. Penso che questo distrugga un pezzetto della fantasia creata dagli autori.

E quindi cosa sono in grado di fare i giochi?
Penso che i giochi siano eccezionali a fare qualcosa di ibrido. Ma devi entrare e uscire da quella realtà alternativa. Per essere un buon giocatore devi essere in parte un autore, un regista. È un ruolo diverso dall’essere un partecipante o un osservatore.

I giochi sono molto popolari in questo momento. Ma non così popolari come altri media come il cinema o i libri. Pensi che sia un problema di come sono fatti i giochi o che sia un problema generazionale?
Non penso che questi siano i problemi. Penso che sia un problema di genere. Non so se te ne sei reso conto ma a eventi come questo (la Milano Games Week) i partecipanti sono al 90% maschi. I maschi amano la maestria, le sfide, le soluzioni. Le donne amano parlare, amano emozionarsi. E penso che i giochi siano molto più attraenti nei confronti dei giocatori maschi. Ora: giochi come Farmville hanno un numero enorme di giocatrici. Ma le donne non sono ossessive riguardo ai giochi come lo sono i maschi. Tutti quanti stanno provando a superare questo problema, ma nessuno ci è ancora riuscito.

Pensi che sia impossibile risolverlo?
Sì, penso sia impossibile.

Qual’è il miglior consiglio che puoi dare a qualcuno che vuole fare videogiochi?
Provate a inventarvi qualcosa che non è mai stato fatto. È una cosa difficilissima da fare, probabilmente la cosa più difficile. Penso che sia importante guardarsi in giro e affrontare un tema prima che ne sia pienamente dimostrata l’efficacia, come i Google Glass o Oculus Rift. Queste sono le persone che avranno la possibilità di fare qualcosa che non è mai stato fatto prima, qualcosa che potrebbe diventare la next big thing.

Giochi ancora ai videogiochi?
Sì.

Puoi dirmi quali sono i tuoi videogiochi preferiti?
Al momento Minecraft e Portal.

E se ora vi è venuta voglia di giocare, ecco una versione giocabile di PONG fatta da g4tv. Si gioca con il mouse cliccando sulla scritta lampeggiante e si esce prendo la barra spaziatrice durante una partita.

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