Cercare lavoro all’estero non sempre è una fuga disperata. Spesso si va oltreconfine anche per sperimentare nuove forme di crescita personale e professionale. Dall’osservatorio di Michael Page, società specializzata nella selezione di figure dirigenziali, viene fuori che a spostarsi non sono solo i giovani laureati alle prese con l’ingresso nel mercato del lavoro, ma anche molti manager che volano in posti nuovi per la scelta delle proprie aziende di puntare sui mercati esteri.
LE METE. Oltre il 50% dei candidati entrati in contatto con Michael Page valuta opportunità di lavoro in Asia (specialmente Singapore) e America Latina. Rispetto agli anni passati, a partire dal 2010, questo dato è aumentato del 30%: sempre più italiani, avendo perso o non trovando un lavoro nel proprio Paese, sono più inclini a spostarsi all’estero.
I Paesi che offrono potenzialmente maggiori opportunità sono quelli caratterizzati da un’economia in crescita, come i Paesi del Sud America (Brasile, Cile, Colombia, Perù), i Paesi asiatici (India, Cina, Indonesia, Malesia), il Sud Africa e il Medio Oriente. Mentre i Paesi più ambiti e frequentati dagli italiani restano Svizzera, Cina, India, Brasile, Singapore e Stati Uniti; e quelli più accoglienti sono la Svizzera e la Germania per l’Europa, Singapore per il mercato asiatico, il Cile per il Sud America e anche gli Usa.
I SETTORI E LE FIGURE. I settori con maggiori opportunità di spostamento all’estero sono quelli legati ai servizi, al settore oil&gas e alle funzioni di vendita. Tra i profili professionali “adulti”, i ruoli collegati alla direzione industriale sono caratterizzati da una maggiore mobilità a livello internazionale, soprattutto per via della delocalizzazione degli ultimi vent’anni. Le figure più richieste all’estero sono quella dell’esperto in Lean Manufacturing (colui che punta a una produzione snella senza sprechi), sempre più coinvolto in attività di riorganizzazione industriale nei siti esteri e quella del General Manager o Branch Manager, responsabile delle operazioni commerciali o manifatturiere nel paese straniero. Per le imprese italiane con filiali internazionali, queste figure hanno un’importanza strategica nei processi di internazionalizzazione e spesso rappresentano la “longa manus” della proprietà nei Paesi stranieri. Nell’ambito della funzioni commerciali, la figura professionale che più spesso lavora all’estero è quella dell’Area Manager, responsabile del business in una determinata area geografica.
VANTAGGI E DIFFICOLTÀ. «Circa un terzo dei candidati che sono interessati a opportunità professionali fuori dall’Italia non sanno come fare o a chi rivolgersi, percentuale maggiore oltre il 50% per i giovani neolaureati», spiegano da Michael Page. A seconda dell’area geografica in cui si andrà a lavorare, ci si può imbattere in difficoltà di diversa natura, in primis legate alle differenze culturali e agli stili di vita differenti. «Non sono da sottovalutare anche i vincoli legati alla burocrazia (visti, autorizzazioni, ecc.), le condizioni climatiche differenti e il tema della sicurezza». Di contro, è molto probabile che lo spostamento favorisca una crescita professionale e salariale: «Normalmente, grazie ai differenti livelli di tassazione, agevolazioni e benefit nei Paesi stranieri, l’esperienza internazionale facilita un aumento sostanziale del proprio pacchetto retributivo».