Due sono le baie celebri del web ed è curioso vedere come siano opposte. La prima è The Pirate Bay, sito piratesco in cui si scambiano file spesso illegali. La seconda invece è un luogo virtuale creato proprio per vendere e comprare di tutto. eBay, come Amazon, si sta buttando sul giornalismo. La casa d’aste ha annunciato di voler investire circa 250 milioni di dollari nella nuova startup giornalistica di Glenn Greenwald, ex giornalista del Guardian che ha pubblicato le rivelazioni della talpa Edward Snowden sulle attività di sorveglianza online della statunitense NSA. (nella foto una campagna pubblicitaria di eBay con il nuovo logo)
A differenza di quanto si può immaginare, eBay non è un prodotto americano. È stata fondata dal programmatore Pierre Omidyar, poliedrico personaggio di origini iraniane nato a Parigi nel 1967 e ormai naturalizzato statunitense. La sua prima apparizione è del 1995 e nell’idea del suo creatore doveva essere solo un sito di aste: chiunque volesse disfarsi di vecchi oggetti postava un annuncio corredato da foto e impostava un prezzo di partenza, gli utenti poi avrebbero le loro offerte giocando al rialzo con le offerte precedenti. Il tutto era gratuito e il sito caricava suolo una percentuale sulla vendita finale. (nella foto il fondatore di eBay Pierre Omidyar)
Come succede spesso nelle storie tecnologiche anche questa non manca di particolari curiosi. Il sito, che fino al 1997 si chiamava AuctionWeb, era ospitato sui server di Omidyar su cui si trovavano anche le pagine web del suo sito che parlava dell’Ebola, virus mortale che aveva conquistato le prime pagine dei giornali a inizio ’90. La prima vendita invece riguardava un puntatore laser rotto, acquistato per 14,83 dollari. Sorpreso dall’acquisto e preoccupato che l’annuncio non fosse stato capito, Omidyar mandò una email all’acquirente che ammise candidamente di aver afferrato perfettamente cosa stesse acquistando: “Sono un collezionista di laser rotti” era stata la risposta. (nella foto il primo oggetto venduto su eBay)
Per garantire l’affidabilità dei venditori eBay non inventa nulla ma si basa sul vecchio sistema del passaparola che impera in ogni mercato reale. Ogni utente dà un suo giudizio, valuta se il venditore è veloce nelle risposte, se ha prezzi di spedizione equi o vende oggetti fasulli. Questo sistema di rating permette di conoscere quanto il venditore sia affidabile oppure, come spesso accade, se vende merce ben contraffatta. La baia infatti è cresciuta grazie alla Cina, ponendo un ponte tra Europa, Stati Uniti e Asia. (nella foto, l’oggetto più costoso mai comprato su eBay: un Gulfstream II Jet venduto per 4.9 millioni di dollari)
Nel settembre del 1997 Omidyar apre il dominio eBay.com ma prima l’azienda conclude un accordo geniale: può vendere biglietti di treni e aerei. La crescita è fuori di senno: durante l’intero 1996 il sito aveva ospitato 250mila annunci ma nel solo gennaio dell’anno successivo, dopo l’accordo, volava oltre i due milioni. eBay è ormai decollata. In quello stesso anno ottiene finanziamenti dai veture capitalist si Benchmark, finanziatori tra gli altri di Instagram e Twitter, e il 21 settembre 1998 la società si quota. Solo nel primo giorno le azioni balzano dai 18 dollari iniziali a 53.50 dollari. Omidyar è ufficialmente un milionario. (nella foto la prima versione di eBay, Auctionweb)
La compravendite procedono a spron battuto ma è tempo per un passo avanti: nel 2002 l’azienda acquisisce PayPal, sistema di pagamenti elettronico che mantiene un certo anonimato nelle transazioni ma permette di risalire all’utente in caso di problemi. Per legare i due marchi, eBay adotta una strategia geniale: solo gli acquisti pagati tramite PayPal usufruiscono di una protezione dell’acquirente per cui se è insoddisfatto gli vengono restituiti i soldi. I pagamenti fuori dal sito sono vietati così come le ricariche di carte di debito. Chi viene colto in fallo infatti rischia di essere bandito a vita.
Qui in Italia poi il sito fa un passo avanti: dal febbraio 2009 chiunque venda oggetti per un valore superiore ai mille euro viene segnalato alla Guardia di Finanza. La mossa mette a tacere tutte le voci che volevano eBay come un luogo per lo smercio fuori controllo ed è stato un passo importante verso la regolamentazione del commercio online. Nel campo delle acquisizioni la baia è molto cauta e si concentra prevalentemente su siti simili come il tedesco Alando, il coreano Internet Auction Co o il francese iBazar, concorrenti che è meglio mettere sotto il proprio controllo. PayPal esula in parte dalla strategia generale così come Skype, il servizio di telefonia Voip acquistato nel 2005 per 2,6 miliardi di dollari ma rivenduta sei anni dopo a Microsoft per 8.5 miliardi. (Foto Afp)
A livello locale eBay ha una politica molto differente e più che un mercato si presenta come una bacheca di annunci. Siti come eBay annunci, Kijiji o Gumtree, tutte consociate dell’azienda, hanno portato in Rete i vecchi annunci sui giornali e incentivano a fare scambi di auto, mobili o vecchie collezioni incontrandosi di persona. Attualmente eBay conta circa 112 milioni di utenti attivi, il mercato delle pulci è diventato un centro commerciale globale. Secondo i dati dell’azienda in Italia è il primo sito di commercio online e il 70% dei prodotti sono nuovi, ovvero vengono da negozianti che hanno trasferito all’interno della baia il loro negozio. (“Altri banchetti da questa parte”, cartello a Camden Town, Londra – Flickr, Gerry Balding)
Il motto di “Qualunque cosa tu stia cercando su eBay c’è” non è esagerato e non mancano oggetti curiosi. Nel 2005 il conduttore Tim Shaw annunciò per radio che avrebbe lasciato moglie e figli per mettersi con la modella Jodie Marsh che stava intervistando. La moglie non la prese bene e mise in vendita sulla baia la Lotus Esprit Turbo del marito con il “compralo subito” a soli 50 pence, mezza sterlina. Nel 2009 invece la statunitense Elsie Poncher vendette la tomba del marito per pagare l’ipoteca sulla casa. La vendita raggiunse i 4,6 milioni di dollari e il motivo è presto detto: era sopra a quella di Marilyn Monroe. (nella foto una fetta di pane tostato venduta per 28mila dollari nel 2004 per via dell’immagine di Maria al centro)
Nel 2012 arriva il cambio di logo: il logotipo giocoso dei primi tempi viene sostituito dalle solite quattro lettere rossa, blu, gialla e verde ma nella font Univers, molto più seriosa, minimalista, in linea con il design pulito imposto da altre aziende come Microsoft o Google con le quali condivide anche la scelta dei colori. Analisti e utenti pensano sia una scelta sbagliata, che fa apparire l’azienda troppo allineata con i giganti del commercio e gli fa perdere la sua innocenza ma il reparto grafico non cede e le vendite comunque non accennano ad arrestarsi. (nel video, il funzionamento del nuovo metodo di pagamento via mobile con la propria carta di credito presentato agli investitori di eBay Inc.)
Twitter: @AlessioLana