Renzi: “Cambieremo la Bossi-Fini, lo garantisco”

L’ospitata su Rai3

Dal job act alla legge elettorale «da discutere con Forza Italia e M5s», dai costi della politica alla riforma della scuola, passando per Terra dei Fuochi e Lampedusa. Il ritorno di Matteo Renzi a Che tempo che fa, appena un mese dopo l’ultima apparizione nel salotto di Fazio, è il momento per stendere la road map in vista del 2014. «Brunetta dice che il mio job act è un buon punto di partenza, dove ho sbagliato?». 

Ampiamente anticipato dai giornali, il piano è confermato dalle parole del segretario Pd: «Proponiamo un sussidio unico di due anni per chi perde il posto di lavoro e contemporaneamente un sistema serio di formazione professionale». Flessibilità in uscita e maggiori garanzie. La parola d’ordine, spiega Renzi, è semplificare il sistema di norme: «Il punto non è solo contrattuale, bisogna creare le condizioni per gli investimenti». In tema articolo 18 il sindaco difende il dettato relativo al licenziamento discriminatorio ma rifugge la logica del totem: «Non insistiamo su una norma o su un’altra, abbandoniamo le certezze». 

Con Fazio c’è tempo anche per parlare di web tax, «contraria alla normativa europea mentre internet dà lavoro e noi dobbiamo creare le condizioni affinché questo avvenga». In tema riforme il segretario difende il lavoro fatto sulle province: «La politica deve prima tagliare se stessa e con l’abolizione delle province avremo 5.000 stipendi in meno di amministratori e consiglieri». Non mancano le stoccate a Forza Italia e al Movimento 5 Stelle, «che non è un movimento di fascisti ma di sfascisti». Anche se, ammette Renzi, «sulla questione degli affitti d’oro ai palazzi del potere hanno ragione loro». Agli uomini di Grillo l’ex rottamatore rinnova l’appello per le riforme, mentre sulla legge elettorale la posizione è chiara: «Se vogliamo cambiare le regole del gioco non possiamo escludere nè Forza italia nè M5s».

A proposito di riforme, Renzi punta sulla scuola e fa sapere di voler coinvolgere «insegnanti, studenti e genitori». In chiusura il pensiero va al tema immigrazione: «In questi giorni sono stato nella Terra dei Fuochi e a Lampedusa, che non rappresenta solo l’emergenza ma anche la bellezza degli abitanti che accolgono i migranti. Il Pd torna nei luoghi di sofferenza». Alla fine l’annuncio del segretario: «Cambieremo la Bossi-Fini, ve lo garantisco».

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Ieri sera ospite a Che tempo che fa, il segretario della Fiom Maurizio Landini evoca l’ex rottamatore: «Renzi è diventato segretario del Pd perché tre milioni di persone sono andate a votarlo, forse se avesse aspettato i dirigenti del Pd non avrebbe mai fatto il segretario. Oggi nei luoghi di lavoro non c’è democrazia, mettiamo le persone in condizione di esprimersi». A proposito del job act: «Anche Renzi pensa sia utile fare una legge sulla rappresentanza per dare il diritto di voto ai lavoratori. Con una battuta mi permetto di suggerirgli: cominci a parlare in italiano e a fare cose precise per affrontare i temi legati al lavoro» 

Sul ruolo dei sindacati Landini fa autocritica, quasi lanciando una sponda al neo segretario Renzi: «Oggi c’è una crisi delle organizzazioni sindacali e anche il sindacato deve cambiare, deve diventare indipendente dalla politica e viceversa. La maggioranza dei lavoratori non è iscritta, spesso i giovani e i precari non vedono nel sindacato un soggetto utile».

L’ultima ospitata di Renzi da Fazio? Il 17 novembre scorso, nella veste di candidato alla segreteria del Partito Democratico.

Gli ospiti di questa sera a Che Tempo Che Fa.

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