Un anno senza Aaron Swartz

INTERNET E LIBERTA'

Era il 12 gennaio del 2013 quando il mondo venne a conoscenza del suicidio, avvenuto il giorno precedente, del ventiseienne cyberattivista Aaron Swartz (8 novembre 1986 – 11 gennaio 2013). Non era ancora scoppiato il caso dell’NSA, ma Aaron già denunciava da anni le storture e le perversioni di una rete che piano piano stava diventando sempre meno libera. Il soldato Aaron è caduto per mano propria, impiccato, nella sua stanza

Greenwald, in un articolo che commentava a caldo il suicidio di Aaron, ha così riassunto la prima parte della sua vita:

All’età di 14 anni, Swartz svolse un ruolo centrale nello sviluppo del codice dei Feed RSS, che è ancora ampiamente utilizzato dagli utenti per organizzare le proprie letture sul web. Da adolesciente, ha contribuito alla creazione di Reddit. Quando la piattaforma fu comprata da Conde Nast, Swartz, all’epoca giovanissimo, guadagnò una considerevole somma di denaro, diventando una leggenda del mondo di Internet prima di aver compiuto 18 anni. (…) Ma Aaron non era interessato a impegnare la sua vita per acquisire ricchezze materiali, nonostante la cosa non fosse molto difficile per uno come lui.

Si interessò fin da giovanissimo ai temi della libertà della rete e nel 2008 scrisse il Guerrilla Open Access Manifesto, che incomincià così: “L’informazione è potere. Ma, come ogni tipo di potere, ci sono individui che vogliono tenerlo per se stessi. L’eredità scientifica e culturale dell’umanità, pubblicata nel corso di secoli in libri e riviste, viene oggi digitalizzata e messa sotto chiave da una manciata di aziende private“. I problemi per lui iniziarono il 6 gennaio 2011, quando venne arrestato per aver scaricato una grande quantità di articoli accademici dalla banca dati JSTOR. Le accuse mosse contro di lui erano davvero spaventose: rischiava fino a 1 milione di dollari di multa e 35 anni di prigione. 

Come Snowden, aveva un viso da bravo ragazzo e una mente decisamente più sveglia degli altri. A differenza di Snowden non è riuscito a tutelarsi e l’essersi esposto gli è stato fatale. Swartz è uno dei martiri della svolta paranoica della società del controllo: insieme a personaggi come Chelsea Manning e Jeremy Hammond (entrambi incarcerati) fa parte di coloro che hanno subito le più dure conseguenze dal sistema legale statunitense per il loro impegno politico.

Al momento è in lavorazione un documentario sulla sua vita dal titolo “The Internet’s Own Boy”, di cui di seguito potete vedere un estratto da YouTube

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