Il Summer Show 2014 è la mostra di fine corso degli studenti del Master sull’immagine contemporanea, promosso dalla Fondazione Fotografia di Modena. Il corso dura due anni e quest’anno la mostra finale, alla terza edizione e dal titolo Us, presenta i lavori di chi ha terminato il biennio affiancando qualche opera degli studenti che hanno appena concluso il primo anno. Gli spazi scelti per l’allestimento sono quelli del foro Boario di Modena, gli stessi in cui è allestita la mostra del fotografo tedesco Axel Hütte.
L’idea del corso è di lasciare agli studenti la possibilità di seguire i propri progetti e di approfondire ambiti di interesse e di ricerca il più possibile personali. Secondo Filippo Maggia, curatore e direttore del corso, «la varietà degli stili e delle pratiche messe in campo è inusuale rispetto alla fotografia tradizionale, specialmente quella italiana. Le direzioni intraprese sono invece coerenti con la più ampia scena internazionale contemporanea e presentano talvolta aspetti di innovazione». Per questa ragione in mostra sono presenti lavori molto differenti tra di loro.
In L’orizzonte degli eventi, lP di Paola Pasquaretta (1987), l’autrice mette in atto una performance e la fotografa. Attraverso un buco ricavato in una parete lascia passare alcune parti di corpo che diventano sculture antropomorfe nel paesaggio. L’idea è quella di costruire un’immagine che sia allo stesso tempo “rappresentazione e oggetto a sé stante”.
Paola Pasquaretta, L’orizzone degli eventi lp
Eleonora Quadri (1986) omaggia il lavoro della scrittrice scozzese Susan Edmonstone Ferrier e citando il romanziere e drammaturgo britannico Matthew Gregory Lewis a proposito dell’intenzione femminile di essere scrittrici «L’ago, non la penna, è lo strumento che le femmine dovrebbero maneggiare, ed è l’unico che potranno mai usare con destrezza», analizza e racconta la vicenda di una donna scrittrice, per anni nascosta sotto pseudonimo maschile.
Eleonora Quadri, Anonymous Author
Valentina Sommariva (1986) presenta invece L’ora d’aria, un video sugli spazi aperti dei carceri. Sempre attraverso l’uso del vdeo, Stéphanie Marletta (Catania, 1984), chiede invece ad una serie di personaggi, che cos’è l’Arte Contemporanea. Il video è formato da una serie di interviste realizzate a persone molto diverse tra loro e l’idea è di rendere visibile l’irrilevanza, rispetto al tutto, della questione posta.
Valentina Sommariva, L’ora d’aria
Stéphanie Marletta, Arte Contemporanea?
Il linguaggio video è scelto anche da altri due autori, Anna Pavone (1989) e Giovanni Mantovani (1976). Pavone sottolinea l’importanza del suono e con il video Things I love I’m allowed to keep rivela alcuni semplici ma fondamentali gesti legati al concetto di cura; Mantovani invece rivolge l’attenzione al concetto di “artefatto”, un procedimento per il quale l’uomo, sempre attraverso la gestualità, prova a plasmare la natura rendendola il più possibile perfetta.
Anna Pavone, Things I love I’m allowed to keep
Giovanni Mantovani, Rito
Itaca di Filippo Luini (1984) è un racconto per immagini diviso in tre parti: Pensatore, Al planetario e Isola. Il progetto mostra e racconta l’inquietudine e la fragilità contemporanee, i limiti della conoscenza, la città, il viaggio e la deriva tipiche dell’uomo moderno. Luini sceglie la fotografia come medium principale (l’opera è composta da fotografie e un video) e come lui, Giacomo Maracchioni (1980), decide di trasformarla in uno strumento di racconto il più possibile evocativo e non convenzionale, il cui significato dev’essere frutto di una lettura aperta da parte di chi guarda.
Filippo Luini, Itaca
Giacomo Marcchioni, Mercurio
Altri autori come Elena Aromando (1984), Gabriele Lei (1986) e Tiziano Rossano Mainieri (1982) costruiscono invece esempi in bianco e nero di “catalogo” dove, ognuno affrontando un tema diverso — l’acqua e le sue diverse forme, i luoghi e la memoria e la trasformazione temporanea di un luogo a seguito delle meree — prova a visualizzare i possibili “stati” della natura e le possibili combinazioni frutto della relazione tra uomo e paesaggio.
Elena Aromando, In una qualche direzione sospesa
Gabriele Lei, Displacements
Tiziano Rossano Mainieri, Cramond Island
La mostra resterà allestita tutto il mese di giugno. Tutte le informazioni sul corso biennale, sugli autori e sulla mostra sono pubblicate sul sito della Fondazione.
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Espongono per Us: Elena Aromando (Genova, 1984), Gabriele Lei (Modena, 1986), Filippo Luini (Tradate, VA, 1982), Tiziano Rossano Mainieri (Bologna, 1982), Giovanni Mantovani (Manerbio, BS, 1976), Giacomo Maracchioni (Modena, 1980), Stéphanie Marletta (Catania, 1984), Paola Pasquaretta (San Severino Marche, 1987), Anna Pavone (Sassuolo, MO, 1989), Eleonora Quadri (Bergamo, 1986), Valentina Sommariva (Milano, 1986).
Espongono nella sezione dedicata agli studenti del primo anno: Wissam Andraos (Haret Al Naameh, Libano, 1990), Eleonora Baccilieri (Bologna, 1993), Daniele Casciari (Perugia, 1978), Brenda di Bari (Maryland, USA, 1966), Gabriele Guarisco (Castiglione delle Stiviere, MN, 1984), Valentina Leonelli (Atessa, CH, 1985), Irene Pinardi (Ponte dell’Olio, PC, 1988), Giulia Solia (Torino, 1990), Jacopo Tomassini (Roma, 1979).