Sicurezza, a Padova non si può più fare l’elemosina

Sicurezza, a Padova non si può più fare l’elemosina

Ha dichiarato guerra a mendicanti e suonatori ambulanti. Ha sfidato lavavetri e venditori abusivi. Vietato il consumo di bevande alcoliche in mezzo alla strada, presto ogni ufficio pubblico della città dovrà esporre un crocifisso. Un’ordinanza dopo l’altra, Massimo Bitonci sta rivoluzionando Padova. Eletto contro ogni pronostico – qui il Carroccio non ha mai conquistato particolari risultati – il sindaco leghista si è insediato a Palazzo Moroni da poco più di due mesi. «E al ballottaggio ha vinto anche bene» confermano dal locale Partito democratico senza nascondere un po’ di delusione. «Ci ha superato con almeno 7mila voti di scarto».

Un recente passato da parlamentare, i più lo ricordano per le ordinanze anti-sbandati varate qualche anno fa da sindaco di Cittadella. Oggi Bitonci conferma la sua fama di sindaco sceriffo. Al suo fianco c’è l’assessore alla Sicurezza Maurizio Saia, ex deputato di Alleanza Nazionale. Stando a quanto si racconta in città, dietro una parte delle misure adottate ci sarebbe la sua firma. «La nostra ambizione? – racconta Saia al telefono – Vogliamo diventare la capitale della legalità». Le polemiche non mancano. Nella città di Sant’Antonio fa discutere la decisione di inasprire la lotta contro i mendicanti. Un paio di settimane fa duecento padovani hanno manifestato in piazza dei Signori. Un flash mob per denunciare le politiche del sindaco, con tanto di cappelli in mano. Alcuni esponenti della chiesa avevano già storto il naso in estate. Come Enzo Poiana, rettore della Basilica del Santo, intervenuto in difesa della carità, pratica irrinunciabile della cultura cristiana. 

Intanto il Partito democratico punta il dito contro il clima che si respira in città. «Non ci piacciono i toni carichi di risentimento che usa Bitonci» racconta il consigliere Umberto Zampieri, capogruppo democrat a Padova. «Certe iniziative rischiano di colpevolizzare chi vive una condizione difficile, senza per questo risolvere il problema». A rispondergli è l’assessore alla Sicurezza. «Nell’azione del sindaco non c’è nulla di ideologico – racconta Saia – In questi mesi non è stata approvata alcuna nuova ordinanza anti-accattonaggio. Abbiamo solo deciso di arginare il fenomeno con gli strumenti che abbiamo a disposizione». I vigili urbani hanno il compito di fermare i mendicanti più insistenti – quasi sempre stranieri – identificarli, procedere con le foto segnaletiche, redigere un verbale. «Insomma, cerchiamo di dare fastidio a queste persone con le misure già previste dalla legge» continua Saia. Intanto negli ultimi due mesi le sanzioni per l’accattonaggio molesto sono aumentate del 50 per cento (anche se le multe effettivamente incassate dal comune sarebbero solo 2 su 2000). 

La lotta al degrado continua. È di questi giorni l’offensiva del sindaco contro il consumo di bevande alcoliche al di fuori dei plateatici e delle pertinenze dei bar. Una misura destinata a lasciare il segno soprattutto nel centro di Padova, tra i tavolini che spuntano come funghi a piazza dei Signori, piazza della Frutta e piazza delle Erbe. Nessun limite agli aperitivi, ci mancherebbe. Ma divieto assoluto di bivacchi per strada. Il Partito democratico ammette di condividere lo spirito dell’iniziativa. «Anche noi sosteniamo ogni misura contro l’alcolismo giovanile e il degrado – dice Zampieri -. Ma assieme all’attività repressiva del sindaco mancano gli aspetti preventivi ed educativi». Dal Comune respingono ogni accusa e ne fanno una questione di responsabilità. Ricordano che gli orari di apertura di bar e locali sono stati estesi fino alle 2 del mattino. E in cambio sarà introdotta una patente a punti. «I gestori che si comportano male – spiega l’assessore Saia – perderanno punti. La perdita dei punti corrisponderà a una riduzione degli orari ai apertura al pubblico». 

Contro birre e spritz, in città è già operativa una forza speciale. I giornali locali parlano di una task force di una ventina di vigili urbani adibiti al controllo dell’ordinanza anti-alcol. Nel frattempo si sta formando una squadra della polizia municipale destinata al controllo e al monitoraggio dei conflitti condominiali. «Oltre ad abbassare le tensioni in città – spiegano a Palazzo Moroni – questa iniziativa ci permetterà di conoscere un mondo finora sconosciuto». Da una mappatura delle abitazioni si analizzerà l’incidenza dell’immigrazione in città. «Ogni mese riceviamo almeno 500 richieste di nuove residenze da parte di cittadini stranieri, contro solo 40 domande di italiani – spiega Saia – È un fenomeno che abbiamo il dovere di controllare».

La crociata del sindaco prosegue. A inizio mandato Bitonci aveva promesso l’individuazione di alcune aree turistiche sul territorio, le uniche dove sarebbe stata permessa la sosta con camper e roulotte. A breve partiranno una serie di controlli nei campi irregolari che ospitano i nomadi. «E in alcuni casi siamo già pronti a procedere con i primi sgomberi» assicura Saia. Intanto sono allo studio del Comune alcune misure contro gli artisti di strada. «Ma non parlerei di un giro di vite – continua l’assessore alla Sicurezza -, piuttosto di una regolamentazione del fenomeno. Vogliamo tutelare i veri artisti e fermare l’invasione dei suonatori che disturbano e chiedono soldi ai passanti». Al prossimo piano di videosorveglianza del centro cittadino si accompagna la lotta ai venditori abusivi. A Padova si è deciso di fare le multe anche a chi si ferma per fare acquisti. «Faremo una campagna informativa con le associazioni di categoria, per raccontare il business che si nasconde dietro gli ambulanti senza licenza» racconta ancora Saia.

Alcune iniziative del sindaco vengono apprezzate anche dall’opposizione. È il caso del tour cittadino che Bitonci avvierà nei prossimi giorni. Una serie di appuntamenti di quartiere per confrontarsi con gli abitanti sui problemi del territorio. Disponibilità per tutti, ma con il cronometro alla mano. Per evitare file troppo lunghe i residenti potranno parlare con il primo cittadino per tre minuti ciascuno. Cinque minuti per i gruppi. 

Altre iniziative hanno finito per sollevare qualche polemica. In una delle sue prime uscite da sindaco, Bitonci aveva assicurato l’esposizione obbligatoria del crocifisso in tutti gli edifici pubblici del Comune. «Un’ordinanza che sarebbe impugnata nel giro di pochi minuti» ironizzano dal Partito democratico. Altrettanto discussa la decisione di non concedere il Palasport alla locale comunità islamica per la preghiera e la festa del Ramadan. «Eppure erano almeno 3-4 anni che gli permettevamo di usare le strutture – si lamenta il Pd Zampieri -. E senza che sia mai stato segnalato alcun problema da parte della polizia o degli abitanti di zona». Una decisione politica, che anche all’interno della maggioranza non tutti hanno condiviso. «Anche perché così – continua l’esponente Pd – si rischia di danneggiare il rapporto con quelle comunità straniere che si sono bene integrate in città».

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