Infrastrutture: dopo Lupi ora servono le competenze

Infrastrutture: dopo Lupi ora servono le competenze

La pretesa delle dimissioni di Lupi dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit) avrà avuto un senso solo se accompagnata da una radicale riorganizzazione delle politiche di settore, anello debole del nostro sistema-Paese da decenni.

Il nuovo ministro Graziano Delrio dovrà tenere a mente, come ha ricordato Francesco Ramella su Leoni Blog, che la corruzione non è l’unico problema che affligge il settore, sebbene sia tra le cose più odiose per il contribuente.

Studi di fattibilità che si basano su previsioni di traffico errate non fanno che alimentare una cattiva allocazione delle risorse pubbliche

Studi di fattibilità che si basano su previsioni di traffico errate non fanno che alimentare una cattiva allocazione delle risorse pubbliche. Manca, a oggi, una validazione centralizzata dei flussi utilizzati nei progetti, una sorta di certificazione dei dati e del metodo. L’arbitrarietà che caratterizza questo punto, di fatto, si trasforma in una pericolosa arbitrarietà nella scelte delle opere da finanziare.

La centralizzazione delle scelte in capo al Cipe paventata in queste settimane merita ampio credito, ma a due condizioni:

a) incardinare presso il Cipe una struttura tecnica in grado di validare i flussi di traffico su cui si basano le analisi finanziaria e costi-benefici;

b) guidare le scelte a mezzo di un Piano dei Trasporti che delinei scenari e priorità e che non può collassare alla scrittura e riscrittura di una Legge Obiettivo e di un Allegato Infrastrutture. Garantire il primato della politica sulla tecnica, infatti, non può significare arbitrarietà e scollamento delle decisioni da qualsiasi logica programmatica definita ex ante.

Spesso la Pa, in operazioni di project finance che non dovrebbero comportare esborsi, si ritrova poi a farsi carico di enormi rischi di mercato

C’è un’ulteriore implicazione che deriva dall’utilizzo di proiezioni non appropriate e di cui già si è trattato a proposito della Brebemi. Spesso la Pubblica Amministrazione, in operazioni di project finance che apparentemente non dovrebbero comportare esborsi significativi da parte del pubblico, si ritrova poi a farsi carico di enormi rischi di mercato.

Il Documento di Economia e Finanza del 2014 ha previsto la creazione di un’Agenzia per il Project Finance, ed anche questo centro di competenze sarebbe utile per evitare fregature, spesso nascoste tra le pieghe di voluminosi contratti. A netto di attività dolose, infatti, la ragione per cui gli enti locali si accollano costi eventuali risiede nella mancanza di competenze per valutare realisticamente queste garanzie. In questo, dunque, l’Agenzia potrebbe giocare un ruolo di assistenza fondamentale.

L’Agenzia per il Project Finance, prevista dalla Finanziaria del 2014, potrebbe giocare un ruolo di assistenza fondamentale

La centralizzazione delle attività valutative (seguendo, tra l’altro, quanto è già stato sperimentato con successo in Svezia), unitamente ad un chiaro sforzo di programmazione, è sicuramente una prospettiva da accogliere con favore, sebbene non sarà una panacea. La gestione di altri programmi è stata assegnata in capo al Mit nel recente passato ed i risultati ottenuti sono stati disastrosi. Perché una nuova centralizzazione possa avere successo è necessario che sia accompagnata da una maggiore trasparenza delle ipotesi progettuali che sono alla base delle scelte di investimento e da una radicale riorganizzazione in senso manageriale degli uffici preposti alla gestione ed alle decisioni.

Il nuovo Codice degli appalti può abbattere la corruzione e deve trovare una corsia preferenziale per una veloce approvazione in Parlamento

Infine, è auspicabile che il nuovo Codice degli appalti, attualmente in discussione in Commissione Lavori Pubblici al Senato, trovi una corsia preferenziale per una veloce approvazione in Parlamento. La regolazione del debat publique, la riduzione delle stazioni appaltanti, la semplificazione normativa e l’assegnazione in capo alla stazione appaltante (e non più al general contractor) della direzione dei lavori sarebbero dei punti fondamentali anche per la lotta alla corruzione, oltre che per l’efficientamento del settore.

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