Il miglior rimedio dopo una serata passata a bere? Una collana fatta con le foglie della Danae racemosa. L’idea, per quanto bizzarra, era praticata circa 1900 anni fa in Egitto. La pianta, meglio nota come “ruscus”, era quella considerata più adatta, un toccasana per l’hangover. Almeno, secondo quanto viene scritto in un papiro di Ossirinco, decifrato e tradotto da poco, e che contiene – oltre a questo – tanti validi consigli per la salute, presi di peso dall’Egitto ellenistico.
I papiri di Ossirinco, forse una delle più importanti scoperte papirologiche sull’antichità (vennero trovati nel 1898 nei pressi dell’antica città di Ossirinco) sono un insieme di papiri, circa 500mila documenti, che contengono poesie, tragedie, trattati medici e scientifici, illustrazioni, Vangeli e testi sacri del Vecchio Testamento. Erano tutti papiri buttati, come spazzatura, nel deserto. L’atmosfera secca della sabbia ha permeso di conservarli e sono rimasti nascosti per secoli, fino al giorno della loro scoperta, per merito di Bernard Greenfell e Arthur Hunt. La loro traduzione prosegue da circa un secolo, e viene pubblicata di volume in volume. Quest’ultimo contiene una serie di prescrizioni mediche tra cui, appunto, quella contro l’hangover.
Una pianta di ruscus, toccasana per chi aveva il vizio di alzare il gomito
Ma funzionava? Non è dato saperlo, ancora. Ma un esperimento sarà senza dubbio in preparazione. A prima vista c’è da essere scettici. Forse gli effluvi delle foglie avevano effetti lenitivi, forse era solo suggestione. Forse, invece, non funzionava proprio. Ma si sa, le tradizioni sono dure a morire. Soprattutto quando vengono riscoperte.