A quanto pare, c’è qualcuno che ha deciso di estendere lo slogan di Expo, “Nutrire il pianeta”, anche al resto del Sistema Solare, a colpi di donut lanciati nello spazio. Lo ha fatto il 9 aprile una coppia di svedesi, in evidente assenza di cose migliori da fare, e con l’intenzione di passare alla storia. Il donut, legato a un pallone aerostatico e una telecamera attaccata, per documentare il fatto, ha lasciato pian piano la Terra per avventurarsi nel cosmo. Più o meno.
Come molti altri oggetti mandati nello spazio (che poi, si sa, non sono davvero nello spazio), il donut è arrivato a una altezza di circa 32 chilometri dal suolo, ha galleggiato nell’atmosfera sempre più rarefatta, ha aspettato che il pallone scoppiasse e poi, leggiadro come una foglia è atterrato nell’acqua, dove alcuni membri della Società di soccorso in mare svedese, anche loro afflitti dal medesimo problema della coppia (la nullafacenza, ndr) si sono precipitati per salvarlo e riportarlo ai legittimi.
Cosa ci lascia questa parabola? Prima di tutto, un video che ha il fascino della luce dell’atmosfera e la bellezza la resistenza dei luccichii degli zuccheri del Donut, con la finale, rovinosa e tristissima caduta in mare. Poi la consapevolezza che, per una certa parte del mondo, il cibo non è più un problema – lo si sapeva già, ma una conferma non fa mai male. Semmai è altro che manca.
Infine rimane il senso della sfida, il nutrimento del pianeta. Ma quale pianeta? Per ora, è ancora il nostro. Gli svedesi sono rimasti confusi, è evidente. Come rimaniamo confusi noi, per altri motivi, ad esempio dal fatto che a Expo 2015 hanno cominciato a mangiare da anni, ma non hanno nutrito nessuno.