Quattro miti cospirazionisti che sono avvenuti davvero

Quattro miti cospirazionisti che sono avvenuti davvero

Cosa succederebbe se si scoprisse che alcune delle teorie complottiste meno accreditate risultassero, alla fine, vere? Sarebbe uno shock. E sarebbe anche il momento in cui si abbasseranno le difese razionali. Si comincerà a credere a tutto, perfino alle scie chimiche.
Ebbene, questo momento è arrivato: ci sono ben quattro miti (qui, volendo, sono di più) che tutti pensavano fossero falsi, invenzioni da paranoici, storie per spaventare i bambini o gli adulti. E che, invece, si sono rivelate vere.

Tuskegee – operazione sifilide
Dal 1932 al 1972 circa 400 afroamericani, senza che fossero informati (e, a maggior ragione, senza che avessero accordato il loro consenso), sono stati infettati con il batterio della sifilide (il Treponema Pallidum), per essere impiegati per uno dei più grandi esperimenti della storia nel campo. Non venivano curati, solo gli si diceva che erano portatori di “un sangue cattivo”: l’idea era capire se il virus agisse in modo diverso sui neri rispetto ai bianchi. Alla fine solo 74 dei partecipanti erano ancora vivi.

MK-ULTRA
Se ne è già parlato qui, ma repetita iuvant: è un programma della Cia che prevedeva varie forme di sperimentazioni sugli esseri umani per determinare il controllo della psiche. In larga parte si basava sull’utilizzo di particolari droghe, elettroshock, ipnosi, forme di persuasione subliminale e tecniche di isolamento. Iniziò negli anni ’50 e continuò fino al 1973. Nessuna delle persone usate come cavia era informata e/o consenziente.

Paperclip
Un piano segreto per importare in America gli scienziati nazisti e farli lavorare per la Cia. Ha funzionato e, tra le altre cose, ha permesso di sviluppare armi chimiche per gli Usa e, soprattutto, di creare l’Lsd.

I tifosi del Liverpool
Il 15 aprile di 1989, circa 96 tifosi del Liverpool furono schiacciati e uccisi dalle cariche della polizi a allo stadio. Erano lì per vedere la semifinale di Coppa d’Inghilterra con lo Sheffield. Fu un caso giudiziario che si trascinò a lungo, fino a quando un giudice (in pensione) suggerì alle famiglie delle vittime, in modo anche indelicato, di abbandonare le loro “teorie cospirazioniste” su quello che era avvenuto. Solo fandonie, fantasie. E invece, un’inchiesta del 2012 gettò luce su come la polizia fece grandi sforzi per addossare le responsabilità delle morti sulle vittime stesse. Un insabbiamento gravissimo che sta emergendo solo ora.

Le newsletter de Linkiesta

X

Un altro formidabile modo di approfondire l’attualità politica, economica, culturale italiana e internazionale.

Iscriviti alle newsletter