Pensioni d’oro, ecco gli assegni gonfiati di 17mila sindacalisti

Pensioni d’oro, ecco gli assegni gonfiati di 17mila sindacalisti

C’è un mistero sui conti dell’Inps. Non si sa quanto costino all’istituto nazionale di previdenza le cosiddette pensioni d’oro dei sindacalisti. Quelle maturate grazie alla decreto legislativo 564 del 1996 scritto dall’ex ministro Tiziano Treu, nonché ex commissario dell’Inps. Secondo la norma, la base per il calcolo della pensione integrativa dei rappresentanti sindacali è costituita dall’ultimo mese di stipendio. Bastava quindi che un dipendente venisse mandato a lavorare in distacco in una sede sindacale, e anche solo con un mese di contribuzione aggiuntiva si poteva accedere a un’ulteriore pensione calcolata (con il sistema retributivo) in base all’ultima paga. Un intreccio tra contribuzione aggiuntiva e sistema retributivo che ha portato a elargire pensioni d’oro a migliaia di sindacalisti.

I sindacalisti che hanno usufruito della norma sono stati 17.319, ma sul costo sui conti dell’Inps, spiega il deputato, «non mi è stata data risposta, l’ente non è in grado di rilevare il dato»

Giulio Cesare Sottanelli, deputato di Scelta Civica, ha presentato un’interrogazione al ministro del Lavoro Giuliano Poletti chiedendo quante persone hanno usufruito della legge, la durata media dei distacchi di chi ne ha usufruito, e soprattutto quanto ha inciso la norma sul bilancio dell’Inps. «Sui numeri Poletti mi ha risposto», dice Sottanelli. In base ai dati forniti da Poletti, i sindacalisti che hanno usufruito della norma sono stati 17.319. «Sulla durata dei distacchi, per capire se c’era la prassi di andare in distacco 30 giorni e basta, ma soprattutto sul costo sui conti dell’Inps, non mi è stata data risposta, dicendo che l’ente non era in grado di rilevare il dato», dice Sottanelli.

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I trattamenti pensionistici privilegiati della 564 interessano quei sindacalisti andati in pensione tra l’entrata in vigore della norma, nel 1996, e il 31 dicembre 2011, data che segna la fine del sistema retributivo e l’entrata in vigore del contributivo con la riforma Fornero. Dal 2012, un mese di stipendio anche con uno stipendio alto viene calcolato in base ai contributi versati in quel mese e non in base all’ammontare dello stipendio. Quindi chi avrà una pensione integrativa con la 564 percepirà una somma proporzionale ai contributi versati. «Ma ci sono oltre 17mila sindacalisti che godono di una pensione aggiuntiva per la quale non hanno versato i contributi e che pesano invece sulle casse dell’Inps», dice Sottanelli. «Siccome i sindacati si ergono a difensori dei più deboli, dovrebbero sapere che un costo di questo tipo si ripercuote poi sulle pensioni delle future generazioni. È arrivato il momento di rimuovere ogni ingiustizia e ripristinare l’equità tra generazioni, non si possono chiedere sacrifici e prelievi ulteriori a chi è destinato ad avere prestazioni future più basse». 

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MESSAGGIO PROMOZIONALE

Delle distorsioni della legge si era occupata anche la trasmissione Le Iene, dopo la segnalazione della pensione integrativa goduta da una professoressa che formalmente per un mese aveva lavorato per un sindacato ma che nessuno aveva mai visto negli uffici. Del beneficio non hanno usufruito solo i dirigenti sindacali, magari attribuendosi contribuzioni senza passare dai bilanci delle organizzazioni. Spesso, come denunciava qualche anno fa un sindacalista milanese dello Snals, il beneficio è stato esteso anche a parenti e amici, simulando ruoli mai ricoperti. 

Lo stesso Tiziano Treu, autore del decreto legislativo, ha ammesso che la norma del 1996 si è rivelata «troppo costosa e ingiustificata». E che «a pensarci bene, siccome si sono verificati degli abusi, si poteva pensare a dei limiti». Ora sarebbe interessante conoscere chi sono i dirigenti sindacali che si battono e si sono battuti per l’equità generazionale e che invece hanno usufruito della 564. Ma soprattutto quanto questo privilegio affidato ai sindacati continui a pesare sul bilancio dell’Inps. Un fardello che al nuovo presidente dell’ente Tito Boeri, in lotta contro i vitalizi dei parlamentari, di certo non potrà sfuggire. 

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