Forse questo articolo lo avete già letto parecchie volte. Perché da quindici anni a questa parte, il record dell’“anno più caldo mai misurato“ è stato battuto ben tre volte. Nel 2005, nel 2010, nel 2014 e, con ogni probabilità, lo sarà anche nel 2015. Del resto, i dati raccolti dal Noaa – l‘amministrazione nazionale americana per l’oceano e l’atmosfera – relativi all’anno in corso sono impressionanti: se lo scorso è stato il giugno più caldo mai misurato, altrettanto lo sono stati aprile e maggio.
Secondo Deke Arnt, responsabile per il Noaa del centro per le informazioni ambientali, questi record sono spiegabili soprattutto con El Nino. Si tratta di un fenomeno climatico periodico che si verifica nell’Oceano Pacifico centrale nei mesi di dicembre e gennaio, in media ogni cinque anni. In sintesi è quella che gli scienziati chiamano teleconnessione tra atmosfera-oceano, in cui le correnti pacifiche si riscaldano e si raffreddano e l’atmosfera sovrastante cambia livello di pressione. Se non avete capito nulla, sappiate tuttavia che provoca in loco inondazioni, siccità, perturbazioni, ma che produce effetti anche su scala globale attraverso modificazioni della circolazione atmosferica in tutto il pianeta. Anche nel 2005 e nel 2010 questo fenomeno si è verificato. E non a caso, quello del 2015 è considerato El Nino più forte di sempre.
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Questo, tuttavia, non vuol dire che le temperature record dipendano esclusvamente da questo peculiare fenomeno climatico. Nel 2014, tuttora anno record, non c’è stato El Nino. Tuttavia, sono stati battuti altri sei record, oltre a quello dell’anno più caldo: è stato un anno record per le emissioni di gas serra, per le temperature degli oceani e delle superfici marine, per lo scioglimento dei ghiacci in Groenlandia e in Antartide e, giocoforza, per l’aumento del livello del mare. Forse anche i più scettici di noi dovrebbero cominciare a preoccuparsi.