I bravi guidatori ostentano indifferenza, i principianti cercano di non fare troppi errori. Ma la verità, il grande non-detto, è che guidare in retromarcia è difficilissimo. Bisogna arrendersi e ammetterlo, soprattutto quando si cerca di infilare l’automobile nello stesso parcheggio a L per tre volte di fila senza riuscirci. L’argomento però è tabù, perché si pensa che la colpa stia nell’abilità del guidatore. Non è così: guidare all’indietro è complicato per una ragione fisica (che ha poco a che vedere con il fatto che ci si debba voltare, assumendo una posizione scomoda).
Quando si va in retro, dicono spesso che si deve ricordare che “la destra è la sinistra, e viceversa”, nemmeno si parlasse del Parlamento. È solo un modo per confondere le idee. La trazione di ogni automobile (tranne i 4×4, ça va sans dire) è anteriore. Per questo motivo non ci sono problemi quando si guida, appunto, in avanti. E sempre per questo stesso motivo sorge il dilemma quando si guida all’indietro.
Se le ruote sono allineate, si procede senza problemi. Quando si vuole curvare, si deve fare un pensiero in più. Girando il volante a destra, le ruote anteriori gireranno a destra ma, visto che procedono al contrario, daranno la spinta a sinistra. Le ruote posteriori, di conseguenza, gireranno verso destra, ma con un leggero ritardo. Il problema è tutto qui: la distanza di tempo dal comando all’esecuzione e, visto che si tratta di un mezzo in movimento, lo spazio da calcolare prima che venga eseguita.