Asma, quando un inalatore può ridurre i costi sanitari

Solo un paziente su due segue con precisione le cure. Colpa della mancanza di educazione, ma anche di dispositivi non sempre semplici da usare

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, tra i 100 e i 150 milioni di persone soffrono di asma in tutto il mondo. Le morti associate alla malattia sono circa 180mila ogni anno. Meno conosciuta è la Bpco, acronimo di Broncopneumopatia cronica ostruttiva, che è la quarta causa di morte al mondo. Sono malattie croniche, destinate ad aumentare con l’invecchiamento della popolazione. In Italia l’incidenza è cresciuta dal 3,6% del 2005 al 6,9% del 2013. Nello stesso periodo la Bpco è salita dal 2,5 al 3 per cento.

E i costi economici sono altissimi, se si pensa che queste patologie spesso richiedono ricoveri ospedalieri e assenze dal lavoro. Ma molto si può fare aumentando quella che i medici chiamano “aderenza alla cura”, cioè assumendo con regolarità i farmaci prescritti. Solo la metà dei pazienti lo fa con precisione. E i tanti inalatori di farmaci in commercio spesso non aiutano nella corretta assunzione dei principi attivi.

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, tra i 100 e i 150 milioni di persone soffrono di asma in tutto il mondo. Le morti associate alla malattia sono 180mila ogni anno

È quello di cui si è discusso a Milano, in occasione della presentazione di DuoResp Spiromax della casa farmaceutica Teva, un nuovo farmaco associato a un inalatore di polvere secca che riduce i sintomi e riduce le riacutizzazioni di asma e Bpco. «Abbiamo ascoltato il paziente e abbiamo cercato di capire quali fossero le esigenze, mettendo a punto uno strumento che può migliorare la qualità della vita: facile da usare e in grado di somministrare bene il farmaco», ha detto Carlo Capo, Business Unit Branded Director di Teva Italia.

«Nonostante esistano terapie efficaci, le malattie respiratorie spesso non sono trattate in modo adeguato e uno dei principali problemi risiede nella scarsa aderenza alla terapia da parte dei pazienti», ha spiegato Walter Canonica, medico della Clinica di allergologia e malattie dell’apparato respiratorio dell’Università di Genova. «In Italia meno del 14% dei pazienti è aderente alle terapie nelle malattie croniche respiratorie».

E se si seguono poco le cure, aumenta il rischio di attacchi asmatici e ricoveri. Lo ha raccontato anche Carlo Filippo Tesi, vicepresidente di FederAsma. «A volte abbandoniamo la terapia quando ci sentiamo meglio perché non ci va di sentirci persone malate», ha raccontato, «salvo poi tornare a usare gli inalatori quando abbiamo un attacco. Va spiegato al malato che deve avere aderenza alla terapia».

Una maggiore aderenza che avrebbe affetti non solo sulla salute dei pazienti, ma anche sulle casse del sistema sanitario. «Con i pazienti affetti da Bpco ben educati alla cura, si risparmiano 200 euro procapite l’anno», ha spiegato Walter Canonica. «Solo negli Stati Uniti la non aderenza alle terapie causa un costo di 100 miliardi di dollari di ospedalizzazione che potrebbe essere evitato e magari investito in ricerca».

Solo negli Stati Uniti la non aderenza alle terapie causa un costo di 100 miliardi di dollari di ospedalizzazione che potrebbe essere evitato

Ecco perché ruoli importanti sono quelli del medico di famiglia, ma anche del farmacista. «C’è un problema organizzativo e non culturale che non permette al medico di medicina generale di monitorare l’aderenza alla cura e di fare educazione dei pazienti», ha detto Germano Bettoncelli, responsabile nazionale dell’area di pneumologia della Società italiana di medicina generale.

Ma molto dipende anche dalla manegevolezza e dalla efficacia dei farmaci, che spesso vengono usati da pazienti anziani. Basti pensare che solo due pazienti su dieci riescono a usare bene un inalatore dopo aver letto il foglietto illustrativo. «La cura delle petologie respiratorie prevede la somministrazione di farmaci tramite erogatore secondo tecniche specifiche. Per questo bisogna scegliere il device che funziona meglio ed è meglio accettato dal paziente», ha spiegato Federico Lavorini, pneumologo dell’Università di Firenze. L’offerta sul mercato è molto ampia, da quelli più semplici da usare a quelli più complicati. «Spesso per utilizzare bene un inalatore bisogna seguire 11-12 passagi del foglietto illustrativo», ha detto. «L’ideale è avere un inalatore intuitivo che unisca la facilità di utilizzo e l’efficacia nella erogazione dei farmaci».

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