C’è la luna sui tetti, c’è la notte per strada. Le ragazze ritornano in tram. È la vigilia di Natale e a Vancouver la neve è caduta fitta fitta per una settimana. La città dorme il sonno dei giusti, ma non tutti riposano. Babbo Natale sta ultimando il suo giro per la consegna dei doni, passando nei comignoli più stretti, scendendo le scale impervie, i selciati scivolosi: tutti devono ricevere i meritati presenti. C’è una casa austera, in una delle vie più altolocate della città, con una fievole luce colorata che proviene da una finestrella al secondo piano. Chi sta ingannando questa notte sacra? Chi la sfida? Babbo Natale lascia slitta e renne sul prato imbiancato e si arrampica per sbirciare curioso dal pertugio illuminato. Un uomo canuto e sulla sessantina sta guardando una partita di calcio su un enorme tablet da 17 pollici. Stravaccato sul divano a lato di un albero di Natale dalle larghe fronde sta prendendo appunti vocali su di un Iphone che tiene con la mano sinistra. La voce udibile al di qua del vetro suona roca e stanca, sbiascicata in un vago accento spagnolo. Anche se la stazza non è più quella di un tempo, il sopracciglio inarcato è inconfondibile anche per un disinteressato di calcio come Babbo Natale.
Cosa ci fa Carlo Ancelotti a Vancouver? Ha cinquantasei anni, tanti tanti milioni, una terza moglie canadese e sta per diventare nonno. Ma nessun contratto da allenatore. Dice il Mantegazza che a una certa età l’uomo ha bisogno delle famose tre C: carezze, caldo, comodo. Ancelotti ha fatto suo tale aforisma aggiungendo però la C più importante, quella della Champions League. Dopo averne vinte tre ha deciso di dire basta alla soluzioni avventurose. Aspirare alla gloria terrena non è da tutti, ma chi ne è degno deve lavorare duro per essa. E non è mica facile. Serietà sul lavoro, niente compromessi, poca confidenza con la gente, rare ma accurate pubbliche relazioni, allargare i propri orizzonti, niente bar, niente circoli, un po’ di chiesa. Aspetto fisico integro. Aspetto morale integerrimo. Ancelotti aspetta altri sei mesi e poi si sistema. Nella vecchiaia i conti con l’amore, l’amicizia e l’ambizione devono essere già saldati. San Pietroburgo sarebbe un’amante opportunista, Roma una vecchia fiamma troppo amata, Milano un amore ossessivo e non più corrisposto. Monaco sarà carezze, caldo, comodo.