Chiuse le basi di Alghero, Pescara, chiusi tutti i voli da Crotone. È la decisione annunciata nel pomeriggio del 2 febbraio da Ryanair.
È emergenza nello scalo sardo, dove già il vettore low cost irlandese aveva fatto i bagagli anni fa (2009-2010, con la chiusura di quasi tutte le rotte) dopo che erano stati tolti i sussidi (in genere dati sotto forma di contributi di co-marketing). Ryanair taglierà dall’ottobre 2016 otto rotte, il 60% del totale, andando a perdere 300mila passeggeri e bruciando 225 posti di lavoro. Riguardo i posti di lavoro i calcoli della compagnia comprendono una trentina di dipendenti basati e poco meno di 200 persone che lavorano nell’indotto, tra negozi, autonoleggi, ristoranti e alberghi. Per dare un’idea dell’impatto, ad Alghero Ryanair fa viaggiare 1,1 milioni sui gli 1,7 milioni totali annui. Da alcune stime interne allo scalo si prevede che l’effetto sul traffico sarà ancora maggiore di quello annunciato dal vettore: circa 200mila passeggeri in inverno e poco meno di 500mila in estate. “Un vero disastro”, è il coro che si sente tra aeroporto e istituzioni locali. Il taglio non arriva del tutto inaspettato. Già a novembre la compagnia aveva annunciato che avrebbe tagliato da due a uno gli aeromobili basati nell’aeroporto sardo, perché da due anni non arrivavano i contributi regionali di sostegno al vettore low cost. Ne erano seguite proteste dei lavoratori, in vista del taglio di 14 addetti. Ora ci sarà un tentativo di mediazione delle autorità locali, che stanno sollecitando la Regione Sardegna a intervenire per salvare il salvabile.
A Pescara, altro scalo che negli anni ha puntato moltissimo sul vettore di Dublino, taglierà 5 rotte (il 70%). Qui si parla di 250mila passeggeri e 188 posti di lavoro persi. Stesse cifre per passeggeri e lavoratori a Crotone, aeroporto già ridotto ai minimi termini e che a parte i voli di Ryanair ha voli con il contagocce da Alitalia, Meridiana e Darwin.
La causa di tutto questo? L’aumento delle tasse aeroportuali entrate in vigore dallo scorso primo gennaio. «Il Governo Italiano ha aumentato le tasse di circa il 40% (da €6,50 a €9) per ciascun passeggero in partenza dall’Italia dal primo gennaio di quest’anno per sussidiare il fondo per la cassa integrazione degli ex piloti Alitalia», recita una nota della società. «Come conseguenza, a Ryanair non è stata lasciata altra scelta se non: spostare aeromobili e posti di lavoro Ryanair fuori dall’Italia verso altre basi Ryanair in Spagna, Grecia e Portogallo (dove non vengono addebitate tali tasse per passeggero); chiudere le sue basi di Alghero e Pescara e cancellare tutti i voli da Crotone a partire da ottobre; tagliare rotte e traffico da e verso altri aeroporti Italiani; spostare la capacità dagli aeroporti regionali a Roma e Milano».
Ancora nessun commento è arrivato dall’Enac, che in passato aveva battagliato a lungo con la compagnia aerea, né dal ministro Delrio. Sembrano lontane anni luce le parole del numero uno di Ryanair, Micheal O’Leary, indirizzate al governo italiano: «Penso che il regime regolatorio stia migliorando in Italia. Penso che il governo Renzi abbia fatto delle cose piuttosto impressionanti per iniziare una nuova regolazione», aveva detto al Forum Ambrosetti di Cernobbio. Aggiungendo però una richiesta: «A Renzi chiedo ancora di togliere le tasse municipali (per il Fondo di sostegno per il trasporto aereo, ndr)», aveva detto. Oggi la compagnia ha spolverato una delle specialità della casa: la sfida muscolare al governo, usando il bastone quando le viene tolta la carota. L’ha fatto in passato in vari Paesi, ora è il turno dell’Italia.
La partita è chiusa? Forse no, a leggere una nota della Saga, che gestisce l’Aeroporto di Pescara. «Il vettore irlandese ha comunque indicato una disponibilità a rivalutare le decisioni assunte in caso della prospettazione di forme compensative a tali incrementi resi disponibili entro le prossime settimane», si legge.
Ryanair non ha annunciato solo tagli: ci saranno quattro nuove rotte da Roma (Lanzarote, Norimberga, Praga e Sofia) e dagli scali milanesi Malpensa e Orio al Serio (Amburgo, Bruxelles, Catania, Danzica, Gran Canaria, Norimberga, Praga, Sofia e Timisoara). Dagli aeroporti milanesi ci saranno anche nuovi collegamenti invernali per Bristol e Santiago, e più voli per Bucarest, Lanzarote, Madrid, Malaga, Manchester, Vilnius e Varsavia.