Quella che oggi in Europa rappresenta la capitale alternativa per antonomasia, popolata da una folta schiera di hippy in pensione e non, da una nutrita squadra di hipster, da un esercito di sostenitori del cibo vegan/eco/organic/senza glutine/senza zucchero e forse anche senza niente, da innumerevoli squadroni di sedicenti artisti, aspiranti tatuatori e tatuati, nonchè da migliaia di “biciclettari” appassionati e di amanti degli spostamenti sui mezzi pubblici, un tempo era solo- e scusate se è poco- Berlino. Una città che già portava con sé i semi che l’avrebbero resa la regina alternativa d’Europa, soprattutto in fatto di mobilità.
La capitale sulla Sprea, per lungo tempo divisa tra Est ed Ovest, è stata per ben 28 anni in balia del muro (Mauer), una barriera molto concreta ma anche estremamente astratta, che è riuscita a dividere persino intere famiglie, tenendo separati due stili di vita davvero agli antipodi. Nonostante dunque tutti i retroscena storico-politici e le alterne vicende dei suoi abitanti, pare che uno dei trait d’union della capitale teutonica dei periodi pre, durante e post Mauer, siano stati proprio i trasporti pubblici. I berlinesi, potremmo dunque dire, da tempo quasi immemore ormai, preferiscono la mobilità ecosostenibile e alternativa.
Pare che uno dei trait d’union della capitale teutonica dei periodi pre, durante e post Mauer, siano stati proprio i trasporti pubblici. I berlinesi, potremmo dunque dire, da tempo quasi immemore ormai, preferiscono la mobilità ecosostenibile e alternativa.
Oggi come oggi Berlino pare essere, almeno tra le capitali europee, la regina della mobilità alternativa, dal momento che la stragrande maggioranza della popolazione vi si sposta senza automobile ma utilizzando il car sharing, la bicicletta oppure i “super potenti mezzi pubblici”, come S-bahn (ferrovia urbana veloce) ed U-bahn (metropolitana).
Basti pensare che tutto questo sviluppo di tessuto a rotaie non viene certo dal nulla, visto che i lavori per la costruzione della rete metropolitana iniziarono nel lontano 1896 e si concentrarono nelle aree commerciali di Postdamer Plazt e Neuer Westen, che non erano ancora servite dalla rete ferroviaria urbana, la Stadtbahn. La prima tratta ad entrare in esercizio nel 1902 congiungeva Postdamer Platz con Stralauer Tor. La rete già allo scoppio della Prima Guerra Mondiale comprendeva ben 7 linee, e venne ulteriormente ampliata durante il periodo nazionalsocialista. Successivamente i lavori subirono una battuta d’arresto, per poi riprendere dopo il secondo conflitto Mondiale, anche se a partire dalla divisione della città in Berlino Est ed Ovest, lo sviluppo del trasporto su rotaie ebbe sorti differenti nei due settori. Con la riunificazione della città tuttavia non tardò ad arrivare anche il ricongiungimento della rete metropolitana ed un suo ulteriore ampliamento.
Oggi, la rete ferroviaria urbana di Berlino che comprende la metropolitana – Ubahn – ed il treno urbano di superficie – Sbahn -, si snoda per ben 482 km totali, 146,3 km dei quali si riferiscono al tratto metropolitano. I collegamenti contano ben 10 linee e 173 stazioni, con una maggiore concentrazione nella parte Ovest della città.
Oggi, la rete ferroviaria urbana di Berlino che comprende la metropolitana –Ubahn– ed il treno urbano di superficie –Sbahn-, si snoda per ben 482 km totali.
Anche i velocipedi a due ruote in questa città la fanno da padroni e spesso sfrecciano veloci e muniti di carrello posteriore con pargolo annesso lungo le vie dei Prenzlauer Berg o sui viali che costeggiano la Sprea. Si contano ben 1000 km di percorsi ciclabili, 174 dei quali riferibili a corsie dedicate alle bici su strade e superstrade. La capitale tedesca inoltre detiene il primato europeo della città più bike-friendly, e può contare su una quota di spostamenti ecologici su due ruote del ben 13%. La passione per gli spostamenti in bici non si riflette solo sul tessuto urbano ma anche su quello commerciale della capitale tedesca: i negozi per l’acquisto di bici usate e/o velocipidi fiammanti con tre zeri nel prezzo si trovano ad ogni dove e sono un mercato in stabile crescita. La popolazione berlinese dunque da almeno più di mezzo secolo continua a prediligere per gli spostamenti giornalieri sia i “potenti mezzi pubblici” che le due ruote a pedali, assurgendo dunque a città esemplare della mobilità alternativa.
La capitale tedesca inoltre detiene il primato europeo della città più bike-friendly, e può contare su una quota di spostamenti ecologici su due ruote del ben 13%
Come abbiamo visto gli spostamenti ecosostenibili nella capitale sulla Sprea hanno una lunga storia a basse emissioni con cui sicuramente le nostre città non possono competere, tuttavia, per arrivare anche noi ad abbracciare la filosofia della mobilità alternativa, potremmo iniziare col vendere le nostre vecchie auto usate, dalla motorizzazione obsoleta, causa di alte emissioni nocive, e che ci fanno annoverare tra i fanalini di coda della mobilità alternativa ed ecosostenibile in Europa. In questo modo potremmo passare più facilmente a fiammanti quattroruote dal cuore verde, oppure, prendendo spunto dai virtuosissimi ed altrettanto alternativi prussiani, abbandonare per sempre patente e libretto e saltare in sella ad una bella bicicletta, carrello posteriore e bimbo compresi, in piena emulazione dello spirito trendy ed alternativo che si respira a nella capitale “povera ma sexy” di Berlin- come la definì il suo ex-sindaco Wowereit.