Cina-Usa: la “diplomazia della griglia” per i mercati è un ottimo antipasto

La Cina importerà bovini americani, gli Usa i polli cinesi. È uno dei punti dell’accordo appena siglato tra le due potenze, dopo mesi di tensioni dovute alle minacce di Trump. È un accordo che non sposta gli equilibri ma che per gli analisti ha un forte significato simbolico

(JIM WATSON / AFP)

Tra i prodotti inclusi nei 10 punti dell’accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina, siglato qualche giorno fa, ci sono le carni bovine americane e quelle di pollo cinesi. Sono prodotti che non hanno la possibilità di incidere significativamente sul deficit commerciale degli Stati Uniti nei confronti della Cina, pari a circa 310 miliardi di dollari. Si tratta quindi di un accordo di importanza secondaria? Una piccola vittoria che servirà a Trump per far felice alcuni dei gruppi di pressione che lo hanno sostenuto durante la campagna elettorale? In realtà no. L’accordo ha un forte valore simbolico e arriva dopo parole al miele. Alcuni dei punti inseriti al suo interno, come per esempio quello che sancisce la presenza della delegazione americana ad alcuni eventi importanti, sembrano pensati soprattutto per sancire urbi et orbi il nuovo riconoscimento formale tra le due superpotenze.

Anche il fatto che al centro dell’accordo ci sia la carne, il prodotto che era stato al centro della recente contesa commerciale con l’Europa, sembra indicare che gli Usa di Trump sono pronti a trovare nuovi sbocchi per i loro prodotti.

Per gli investitori si tratta senz’altro di una buona notizia (…)

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Per gli investitori si tratta senz’altro di una buona notizia, perché la Cina è una delle componenti fondamentali della crescita globale. Le aspettative, che alla fine dell’anno scorso non sembravano rosee, stanno crescendo e questo accordo potrà dare una spinta a questo trend positivo

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