Concorrenza sleale sugli ebook, Amazon cede e si accorda con l’Unione Europea

Nel giugno 2015 la Commissione Europea ha aperto un’inchiesta per verificare che il colosso del commercio elettronico stesse rispettando le norme antitrust nella distribuzione dei libri digitali nel mercato europeo, che oggi vale un miliardo di euro

Dopo quasi due anni di attesa, la Commissione Europea raggiunge un accordo con Amazon, dopo aver chiuso un’indagine antitrust riguardo il commercio degli ebook del colosso statunitense. Nel giugno 2015 infatti il garante europeo aveva aperto un’inchiesta per verificare che la prima azienda nel commercio elettronico – e ora anche cloud – non stesse esercitando il proprio potere negoziale per spuntare i prezzi migliori agli editori di libri digitali in Europa. Un mercato, per la cronaca, che oggi vale un miliardo di euro.

Ad aver insospettito Margrethe Vestager, membro della Commissione Europea in carica per la politica di concorrenza, era stata la causa avviata dall’associazione degli editori e dei librai tedeschi Börsenverein per violazione della normativa antitrust. Una causa che era nata in seguito alla decisione di Amazon di non vendere più in 30 paesi i libri del gruppo editoriale svedese Bonnier.

Le parti del contratto considerate lesive per una libera concorrenza, in quel caso specifico, erano le clausole relative alla “migliore offerta” (o anche “clausola della nazione più favorita”), in base alle quali gli editori erano obbligati a condividere con Amazon i termini di contratto stipulati con i distributori rivali. L’azienda quindi poteva chiedere che le venisse proposto lo stesso accordo – o, se possibile, uno migliore – relativo al prezzo degli ebook, le commissioni d’agenzia, le campagne pubblicitarie e le date di pubblicazione. L’Ue allora aveva accusato l’azienda di sfruttare slealmente la sua posizione dominante sul mercato per indebolire i concorrenti, assicurandosi che questi ultimi non potessero in nessun caso offrire delle proposte migliori ai consumatori. Come volevasi dimostrare, Amazon stava “giocando sporco”.

Con i termini di contratto annunciati dalla Commissione Europea, Amazon non potrà più includere tali clausole negli accordi con gli editori per i prossimi cinque anni. La decisione riguarda gli ebook distribuiti in qualsiasi versione linguistica nell’area economica europea

Ma la corsa è finita, e con i termini di contratto annunciati dalla Commissione Europea, Amazon non potrà più includere tali clausole negli accordi con gli editori per i prossimi cinque anni. La decisione riguarda gli ebook distribuiti in qualsiasi versione linguistica nell’area economica europea. Il colosso statunitense non verrà multato se deciderà di rispettare i patti, in caso contrario dovrà rispondere a penalità fino al 10% del totale del suo fatturato annuale senza l’obbligo da parte dell’organo europeo l’esistenza di una qualsiasi violazione delle regole di concorrenza.

Non è la prima volta però che la Commissione Europea indaga nel settore degli ebook per verificare che vengano rispettate le leggi antitrust. Nel dicembre 2011 infatti ha aperto delle procedure nei confronti di Apple e altri cinque case editrici internazionali (Penguin Random House, Hachette Livres, Simon & Schuster, HarperCollins e Georg Holtzbrinck Verlagsgruppe). Le aziene erano accusate di limitare la competizione dei prezzi al dettaglio per gli ebook distribuiti nell’area economica europea, violandone le norme antitrust sancite agli articoli 101 e 102 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea e all’articolo 11 della Normativa antitrust comunitaria. Successivamente, nel dicembre 2012 e 2013, le compagnie non hanno avuto altra scelta che accettare le ‘regole del gioco’.

Verstager ha affermato che la decisione presa dalla Commissione «darà la possibilità agli editori e i relativi concorrenti di sviluppare nuovi e innovativi servizi di ebook, aumentando la scelta e la competizione con il beneficio dei consumatori europei». Da parte sua, l’azienda statunitense si è detta «soddisfatta di aver trovato un accordo con la Commissione Europea» e «continuerà a lavorare per aiutare autori ed editori a raggiungere più lettori possibili». Chiaramente non sarà una clausola a fermare il successo finora inarrestabile di un gigante come Amazon. Basti pensare che nell’ultimo trimestre dell’anno corrente l’azienda ha registrato un aumento degli utili per azione del 41% a 724 milioni e gli stessi sono stati di 1,48 dollari. Inoltre, la divisione Web Services, che si occupa del settore cloud e intelligenza artificiale, ha dichiarato nello stesso arco di tempo un aumento delle entrate del 43% a 3,66 miliardi. Resta il fatto però che ora anche gli editori meno ‘ingombranti’ possono dare il proprio contributo innovativo al settore dei libri elettronici, in un clima quantomeno più competitivo.

Per Jeff Bezos allora rimane da risolvere la questione relativa alla tassazione, per cui l’azienda dovrà difendersi dall’accusa dell’Ue di aver ricevuto presunti aiuti statali illeciti sotto forma di sgravi fiscali per 130 milioni di euro dal Lussemburgo e dall’Irlanda.

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