Non poteva essere altrimenti. I cosiddetti Millennial (18-35 anni) sono appassionati di biblioteche. Lo sostiene una ricerca del Pew Research Center. Nel 2016 almeno il 53% di loro è entrato in una biblioteca (non universitaria) anche per prendere libri in prestito (cartacei e/o digitali). Un record rispetto alle altre fasce d’età, cioè la cosiddetta Generazione X (i nati tra il 1965 e il 1984), che ha totalizzato solo il 45%, e quella dei Baby Boomer, che invece hanno raggiunto un massimo di 43%.
L’analisi, sia chiaro, si basa sui dati delle biblioteche pubbliche degli Usa. E questo spiega, in parte, il fenomeno. Sempre secondo il Pew Research, le biblioteche americane (e sempre più anche quelle europee) sono attrezzate di varie facility (computer e rete le più ovvie, m anche stampanti 3d e altri gadget ipermoderni che attraggono molta attenzione) e sono sempre più luoghi di aggregazione per letture con i bambini e spazi di incontro per le comunità. Insomma, i libri sono solo lo sfondo.
In ogni caso la biblioteca rientra in quel modello di sharing che tanto piace ai “giovani”. Condivisione delle auto, dei motorini, degli appartamenti per le vacanze. Perché non condividere i libri? A differenza di soggetti come Uber, Lyft, Enjoy e AirBnb però la biblioteca è gratis. Ed è anche meglio, per una generazione che ha scelto la possibilità di condividere e ridurre gli sprechi per evitare di affrontare la consapevolezza, molto più spiacevole, della attuale e futura condizione di povertà.