Non solo Spacey, la verità è che siamo tutti molestatori. Anche tu

Il protagonista di ”House of cards” ci ha provato con un ragazzino che stava nel suo letto. Guardiamoci in faccia, e diciamocelo chiaro: quanti millenni di carcere a testa meritiamo per i vari ”Due di picche” che possiamo aver preso? A quando la fattispecie giuridica di ”Tentato limone”?

Dai una festa a casa tua, ti diverti, fai due chiacchiere, bevi il giusto. O un pochino di più che tanto mica devi guidare.
A una certa ti ritiri in camera e nel letto, nel tuo letto, ci trovi un ragazzo carino che sta guardando la tv. Ora, se sei una persona migliore di chi scrive, gli stai chiedendo la carta d’identità per sapere chi sia e da dove venga. In alternativa, nella tua testa è già partita la sigla dello spot di un pandoro e sì “anche quest’anno è già Natale”, potevate dirmelo prima.
Tenti il limone.
Lui scappa via perché la vita è ingiusta e veramente pensava di guardarsi una replica di Forum nel tuo letto senza destare alcun retropensiero in te, anima candida. Vai a dormire sereno, anche a sto giro è andata così, hai 26 anni e tutto il tempo per farti una sgambettata come si deve alla prossima occasione. Amen.
Trent’anni dopo sei uno stronzo.
Quel ragazzo carino, tale Anthony Rapp, racconta ai media che all’epoca dei (non) fatti aveva 14 anni e tu, maggiorenne, ci hai provato con lui in modo inopportuno e ributtante.
Ti scusi sui social.

Ti scusi così male, ad esempio approfittando dell’occasione per fare coming out e lasciando quel retrogusto di omosessualità = pedofilia che fa incazzare un po’ tutti, etero, gay e panda asiatici. Il tuo ufficio stampa, ammesso che non stesse già vedendo l’erba dalla parte delle radici nel momento in cui hai scritto quello stato su Facebook, muore immantinente

Ti scusi male. Ti scusi così male, ad esempio approfittando dell’occasione per fare coming out e lasciando quel retrogusto di omosessualità = pedofilia che fa incazzare un po’ tutti, etero, gay e panda asiatici. Il tuo ufficio stampa, ammesso che non stesse già vedendo l’erba dalla parte delle radici nel momento in cui hai scritto quello stato su Facebook, muore immantinente.
Crei pure un precedente: nessuno aveva mai pensato prima che dire “sono omosessuale” potesse essere sbagliato, fuoriluogo e addirittura dannoso per la “categoria”, se vogliamo ragionare per “categorie”.
Un fallimento su tutta la linea che quasi meriterebbe un Oscar. Infatti sei Kevin Spacey e di Oscar nella vita ne hai vinti due. Bravo. Adesso però per tutti sei una persona orribile, ti cancellano dalle serie tv di cui sei protagonista. Una, House of Cards, quella che ha portato Netflix al successo interplanetario, la chiudono proprio, per sempre.
Perché sei stronzo.
E perché sei stronzo?
Perché trent’anni fa hai tentato di limonarti un ragazzino che ti sei ritrovato, a sorpresa, nel letto di casa tua.

Ah.
Ora altri attori o aspiranti tali stanno raccontando di approcci sbagliati e sopra le righe che hanno subito, loro malgrado, da parte tua. Tuo fratello dice alla stampa che avete avuto un padre nazista, un cattivone vero, uno che abusava di voi. Per questo sei cresciuto stronzo, Kevin.
E allora, in un’epoca in cui una tizia anonima si lamenta e fa la voce grossa sui social perché nel ’95 Ben Affleck le ha toccato di striscio una tetta, allora, appunto, ci sembra il caso, senza nulla togliere allo psicodramma personale di chicchessia, di dire qualche cosa, di fare coming out.

Siamo tutti molestatori. In primis chi scrive dovrebbe finire in gattabuia fine pena mai.
Perché se il metro di giudizio morale è la volta in cui hai provato a baciare qualcuno e quello ti ha risposto “no, grazie” allora la damnatio memoriae, l’ergastolo, chi più chi meno, ce li meritiamo tutti

Siamo tutti molestatori. In primis chi scrive dovrebbe finire in gattabuia fine pena mai.
Perché se il metro di giudizio morale è la volta in cui hai provato a baciare qualcuno e quello ti ha risposto “no, grazie” allora la damnatio memoriae, l’ergastolo, chi più chi meno, ce li meritiamo tutti.
Andrea-del-mare lo sa, probabilmente si ricorda bene la sera in cui, inebriata di Barcardi Breezer alla fragola ho tentato, dritta, di limonarmelo sul terrazzo di casa sua. Anche se sapevo che a lui piaceva Jessica-del-mare e non avevo chance.
Ora però so che fra trent’anni (va bene, venti) Andrea-del-Mare potrà raccontare di quanto questo singolo episodio l’abbia emotivamente scosso, al punto da ergersi a vittima di un “comportamento inappropriato”.
Da qui a una trentina d’anni, insomma, ce le immaginiamo già le carceri, le celle d’isolamento proprio, piene di gente lì non per rapina, stupro o estorsione, no: per tentato limone.
Forse è il caso di calmarsi. Kevin Spacey non deve starci simpatico per forza, può essere l’uomo peggiore sulla faccia della terra, magari lo è. Ma, padre nazista o meno, qualche approccio “inappropriato” l’abbiamo fatto eccome. Tutti. Per quanto mi riguarda l’ultimo, in ordine di tempo, è stato un paio di settimane fa. È finita malissimo e probabilmente nel giro di tre decenni dovrò chiedere a qualcuno di portarmi delle arance.
Finché sono a piede libero, però, posso garantire un paio di cose: se mi va, scriverò a chicchessia che ho voglia di baciarlo anche se costui di me non ne vuole sapere niente e magari, se capiterò a una festa con questa persona, un tentativo di portarmelo a casa lo farò pure dal vivo. Sono un mostro?
Tu che stai leggendo sei un mostro per la volta (o le volte) in cui l’hai fatto?
Siamo tra amici qui, ma anche se non lo fossimo, la risposta sarebbe: no, non sei un mostro.

Non sarebbe male tornare alla sensatezza, quindi, per esempio banalmente sottolineando che c’è un discrimine tra molestia sessuale e avances burina, se davvero questa distinzione non fosse ancora lapalissiana abbiamo un problema

L’errore di Spacey è stato quello di giustificarsi per un approccio, ovvero in sostanza, per un due di picche ricevuto senza troppi complimenti. Capita.
E se non ti è mai capitato, dai, a chi la vuoi raccontare. Sappiamo tutti com’è la nuca di chi si è divincolato da un bacio, il colore dei capelli, la freddezza chirurgica di un “ti amo” ma pure di un “ti schifo molto” non detto.
Per questo episodio qui Kevin Spacey si sta giocando la carriera. Siamo sicuri, per carità, che riuscirà comunque a sbarcare il lunario. Però in primo luogo è orribile che qualcuno, chiunque sia, venga stigmatizzato e definito per un errore commesso decenni fa. La cosa peggiore che hai fatto descrive, nel profondo, chi sei? E se la cosa peggiore che hai fatto è un tentato limone, quando vuoi, scambiamoci le vite.
In seconda battuta, potete togliere Kevin Spacey da Netflix, dalla tv, dal cinema, dai cartelloni pubblicitari. Ma non lo leverete mai, non così facilmente, dalla nostra memoria. Non c’è nemmeno bisogno di citare i film in cui ha dimostrato di essere uno degli attori viventi migliori sulla piazza. American Beauty? Seven? The Big Kahuna? Lasciate stare, qui non si sta parlando di Bill Cosby, qui siamo nell’Olimpo delle leggende.
E leggere che a questa leggenda del cinema vengano revocati premi alla carriera e cancellate serie tv perché trent’anni orsono non ha rispettato tutti i dettami del bon ton è semplicemente ridicolo, quando non insultante.
Non sarebbe male tornare alla sensatezza, quindi, per esempio banalmente sottolineando che c’è un discrimine tra molestia sessuale e avances burina, se davvero questa distinzione non fosse ancora lapalissiana abbiamo un problema. Un problema ben più grande di chi scelga Kevin Spacey per una sgambettata alticcia senza pensieri.
Tentate limoni, siate “inappropriati” quanto basta e anche di più, vivete. Alle brutte tra una trentina d’anni avremo tutti un terribile outfit arancione. Ma saremo in ottima compagnia.
Perché se Kevin Spacey è un mostro, lo sei anche tu. Possa perdonarmi Andrea-del-mare. E anche il tizio di due settimane fa.

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