Tratto dall’Accademia della Crusca
La maggior parte dei quesiti inviati verte sulla liceità di troppi pochi rispetto a troppo pochi. Diciamo subito che la forma corretta è quest’ultima, mentre la prima è da rigettare.
Cerchiamo di capire perché. La forma troppo può avere tre funzioni grammaticali: può essere un aggettivo di quantità (per es.: mi hai dato troppi incarichi), oppure un pronome di quantità (per es.: me ne hai dati troppi), o ancora un avverbio di quantità (per es.: oggi ho lavorato troppo). Si tratta di una condizione che troppo condivide con altre forme, come poco, molto, tanto. Nella sua Grammatica italiana Luca Serianni ricorda che troppo appartiene a quegli avverbi di quantità che segnalano inadeguatezza per difetto o per eccesso, e dispone tale sottotipo in una scala crescente: pochissimo, poco, appena, abbastanza, piuttosto, molto, moltissimo, troppo.
Se, dunque, troppo è l’avverbio usato per eccellenza per indicare un eccesso di quantità o di altro, in unione con poco dà invece vita a un avverbio doppio che indica un eccesso di scarsità: quel ragazzo studia troppo poco.