Ancora rivelazioni sulla deposizione del colonnello Alexander S. Vindman
Escono nuovi dettagli riguardo alla testimonianza resa dal colonnello Alexander S. Vindman, veterano di guerra e funzionario della sicurezza nazionale della Casa Bianca, esperto di Ucraina, che martedì mattina a porte chiuse è stato sentito per dieci ore. Secondo quanto riposta Politico, poi ripreso dal Washington Post, il militare avrebbe riferito che gli fu detto di non fare parola con nessuno della telefonata tra il Presidente Trump e quello ucraino Volodymyr Zelensky. Allarmato dal contenuto della telefonata, in cui Trump chiedeva a Zelensky di aprire un’inchiesta su Joe Biden e il figlio, Vindman sarebbe andato a parlarne a John Eisenberg, avvocato del Consiglio di Sicurezza Nazionale, che gli avrebbe detto di non parlane con nessuno. Non solo, Vindman avrebbe raccontato che Eisenberg annotò le sue lamentele su su un bloc notes giallo, e poi ne parlò col suo vice Michael Ellis per capire come gestire la conversazione che era chiaramente «sensibile». Eisenberg e Ellis avrebbero poi deciso di spostare la registrazione della chiamata in un sistema di archivio top-secret del Consiglio di Sicurezza Nazionale, un server normalmente utilizzato per archiviare materiale altamente riservato a cui solo un piccolo gruppo di funzionari può accedere.
L’inizio della seconda fase
In un’intervista con Chris Cuomo sulla CNN, Adam Schiff, presidente della commissione intelligence e di fatto l’uomo che sta portando avanti l’indagine contro Trump, ha dichiarato che già dalla prossima settimana verranno rese pubbliche le trascrizioni dei testimoni che nei giorni passati sono stati ascoltati a porte chiuse. In questo modo secondo Schiff tutti potranno verificare che ai Repubblicani è stato dato modo di interrogare i testimoni, cosa che continuano a negare per dire che l’inchiesta è illegittima e portata avanti con metodi sovietici. «Gli argomenti che si sono ascoltati sono quasi completamente falsi, con una sola eccezione», ha detto Schiff. «E quando saranno rese note le trascrizioni – e prevediamo di iniziare a rilasciarle già dalla prossima settimana – si vedrà che i Repubblicani hanno avuto altrettanto tempo per porre domande».
Cosa dicono i sondaggi
Un nuovo sondaggio condotto da Washington Post e ABC News conferma che l’impeachment è una questione politica e divisiva. Tra i Democratici, il sostegno alla rimozione del presidente dalla carica è schiacciante, con l’82% a favore e il 13% contrario. Tra i Repubblicani, è quasi il contrario, con l’82% contrario e il 18% a favore. Gli indipendenti sono strettamente divisi, con il 47% a favore della rimozione e il 49% contrario
Come si difenderà Trump
Sia il New York Times che altre testate riportano di una certa preoccupazione tra le file repubblicane. Il motivo è la scarsa preparazione che Trump sta mettendo nel difendersi dall’impeachment. A differenza di Nixon e Clinton, che a questo punto avevano già istituito una “war room”, ovvero un team che avvocati e consiglieri scelti per studiare una strategia difensiva e metterla in pratica, Trump al momento non sembra avere assunto nessuno con questo specifico compito. La sua strategia difensiva sembra basarsi solo su se stesso. Secondo la Cnn la strategia difensiva di Trump è la sua rielezione: in un video elettorale che ha debuttato mercoledì sera durante la finale di baseball, Trump sembra far capire che il suo messaggio sia questo: con l’Ucraina non c’è stato abuso di potere, ma i metodi di Trump sono insoliti, sono quelli di un uomo forte che se ne frega delle regole e le rompe. Trasformare i vizi in virtù, quindi. In un’intervista al Washington Examiner, Trump ha persino lanciato l’idea di recitare il testo della telefonata tra lui e il presidente ucraino in diretta televisiva, per far vedere come non ci sia nulla di male. Stephanie Grisham, addetta stampa alla Casa Bianca, ha confermato che non è uno scherzo, e che potrebbe succedere veramente.
Il programma della prossima settimana
Sono previste le audizioni di dieci testimoni, ammesso che si presentino tutti. Tra questi Rick Perry, segretario dell’energia e John Eisenberg, vice consigliere del presidente per gli affari di sicurezza nazionale e consulente legale del Consiglio di Sicurezza Nazionale.