Ambizioni sotto organicoEcco come l’Europa pretende di combattere le frodi fiscali senza soldi e senza personale

La debolezza congenita denunciata dalla procuratrice generale Laura Kovesi: negli uffici di Lussemburgo lavorano 29 persone, di cui solo quattro sono magistrati. E i casi da analizzare rischiano di lievitare fino a tremila l’anno

DANIEL MIHAILESCU / AFP

Ci sono due notizie, in questo articolo. La prima è buona, la seconda cattiva.

Quella buona è che, entro la fine dell’anno, entrerà in funzione la nuova procura europea (EPPO) che indagherà sui casi di frode finanziaria e fiscale. Per chi crede nell’Europa unita si tratta di una notizia bomba, una di quelle da festeggiare con ostriche e champagne. La EPPO sarà un organismo sovranazionale (con delegazioni nei singoli paesi) che coordinerà le indagini di tipo fiscale (evasione IVA) e finanziario secondo principi unici e condivisi. Un sistema che, detto in termini molto semplici, eviterà che le falle, le vacatio legis, le lassità e le eventuali inefficienze dei sistemi giudiziari e fiscali dei singoli Paesi consentano evasioni e frodi milionarie i cui effetti spesso valicano i confini nazionali e ledono gli interessi dell’Unione.

In pratica la EPPO dovrà darsi la pena di recuperare la bellezza di circa 50 miliardi che, ogni anno, sfumano solo in IVA evasa, nascondendosi tra le pieghe di 27 sistemi giudiziari e penali, e soprattutto di perseguire l’odiosa fattispecie dei fondi UE distratti dallo scopo per cui sono stati stanziati. A guidare la nuova superprocura sarà Laura Kovesi, magistrato romeno di nota integrità e rigore (nel suo paese ha una fama che, mutatis muntandis, è simile a quella che ha da noi Raffaele Cantone). Fin qui la parte buona. Ora, le note dolenti.

La nuova procura europea corre il serio rischio di nascere zoppa, perché si ritrova, ancor prima di partire, seriamente sotto organico. Nei suoi uffici di Lussemburgo lavorano 29 persone, di cui solo quattro sono magistrati (il resto sono contabili, esperti di informatica e di gestione di risorse umane). Ai quattro magistrati europei se ne aggiungono altri nei singoli paesi (incaricati delle indagini locali) che però rischiano di poter lavorare per la EPPO solo part-time.

Non solo. Ma l’iniziale stima di mille casi l’anno, si sta dimostrando decisamente cauta e il numero reale di fascicoli rischia di superare i tremila.

A denunciare questa debolezza congenita è stata la Procuratrice Generale stessa che, pochi giorni fa, ha chiesto alla Commissione di stanziare più fondi e risorse per la prossima procura, perché la nuova istituzione si ritroverà ad affrontare molti più casi di quanto si pensasse in una prima fase. «La mia stima preliminare – ha detto la Procuratrice Kovesi – rende obsoleto il quadro finanziario legislativo in base al quale è stato adottato il regolamento EPPO. È molto difficile registrarsi, analizzare tremila casi con solo quattro membri dello staff». In pratica i soldi messi a bilancio per la EPPO sono troppo pochi per la mole di lavoro che la EPPO dovrà affrontare, ragion per cui, scrive EU Observer, «la scarsità di personale rischia di seppellire le ambizioni della procura prima ancora di iniziare a lavorare».

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