Una vita migliore, nonostante il coronavirus. Sembra quasi un ossimoro ma è invece realtà in Finlandia. Secondo l’ultimo sondaggio Eurobarometro il 73% dei finlandesi intervistati ha ritenuto semplice rispettare le misure di distanziamento mentre un quarto ha trovato il proprio tenore di vita migliorato rispetto al recente passato. Un dato che va in controtendenza rispetto a quello del resto d’Europa come Portogallo e Italia, dove il 62% e il 50% degli intervistati denuncia la difficoltà di sopportare le rigide misure di prevenzione dal Covid19. «Ovviamente se le cifre non fossero buone il tasso di soddisfazione non sarebbe lo stesso», racconta lo scrittore Philip Teir al quotidiano Le Monde. «Noi siamo seguaci dell’allontanamento sociale. Non ci baciamo e raramente ci abbracciamo. Alla fine, abbiamo dovuto cambiare poco le nostre abitudini».
La presunta freddezza del popolo finlandese rispetto ai popoli mediterranei però non basta. I dati sull’incidenza del virus nel Paese mostrano come il metodo di Helsinki per prevenire il contagio sia finora risultato più efficace rispetto anche a quello degli altri Paesi scandinavi. Secondo i dati del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie(Ecdc) il numero cumulativo di casi di Covid19 ogni 100 mila abitanti negli ultimi 14 giorni in Finlandia è sensibilmente più basso rispetto a quello dei loro vicini. Mentre Svezia, Norvegia e Danimarca registrano rispettivamente 346, 112 e 254 casi, la Finlandia appena 53. La distribuzione della popolazione, appena 5 milioni di abitanti, su una superficie grande poco più dell’Italia aiuta quindi, ma fino a un certo punto.
In Svezia, le raccomandazioni delle autorità diventano ogni giorno più insistenti e i governi locali di 10 regioni su 21 hanno già applicato misure più restrittive. Un lockdown su base nazionale, nonostante le regioni settentrionali mostrino una diffusione minore del virus, non sembra più da escludere. Del tutto assente l’idea di un utilizzare una app per il tracciamento dei dati presente invece in Danimarca e Norvegia, dove però sono presenti altri problemi.
Entrambe sono dovute ricorrere a lockdown regionali per bloccare la diffusione del virus in determinate aree. Il caso visoni in Danimarca ha costretto all’abbattimento di 17 milioni di esemplari, visto il ritrovamento di una mutazione del coronavirus nell’animale che aveva già contagiato alcune persone. Così lo Jutland settentrionale, regione a poco meno di 300 chilometri da Copenaghen, è finito in lockdown per evitare guai maggiori.
E non aiuta l’app di contact tracing Smittestop, scaricata da circa un quarto dei danesi ma che presenta ancora parecchi problemi tecnici ed è perciò inaffidabile. Più tranquilla la situazione in Norvegia dove, nonostante il tracciamento dei contatti sia naufragato a causa dei problemi di privacy dell’applicazione, la crescita del numero di casi è sotto controllo grazie ad alcune chiusure locali e alle raccomandazioni decise dal governo della premier Erna Solberg.
In Finlandia pochi problemi e molto rispetto delle misure prese dalle autorità. Sin dalla scorsa primavera il governo di Sanna Marin ha deciso di applicare misure soft per contenere il virus, dando al Paese la possibilità di continuare la vita di sempre in maniera pressoché invariata. L’istituto per la salute e il benessere finlandese raccomanda le mascherine nei luoghi chiusi, sui mezzi e in altre situazioni in cui non è possibile evitare uno stretto contatto mentre bar, ristoranti e caffè possono aprire dalle 4 del mattino all’1 di notte ma servire alcolici solo fino a mezzanotte.
Nelle aree del Paese dove il virus circola di più, come la regione della capitale Helsinki, i locali possono essere riempiti fino al 50% della loro capacità e servire alcolici solo fino alle 22. Le restrizioni sono arrivate anche nei luoghi più turistici come Rovaniemi, casa di Babbo Natale. Qui il coronavirus ha visto un calo dei turisti del 78% nel solo mese di agosto e ha costretto molte aziende locali, che danno lavoro a quasi 15 mila persone nella regione, a dover licenziare. «Nonostante le misure restrittive, che obbligano i turisti a un doppio tampone per entrare in Finlandia, siamo convinti di poter gestire al meglio i piccoli gruppi.
Quest’anno andrà così ma il prossimo sarà promettente per la Lapponia», raccontano gli operatori turistici della zona alla CNN. Il telelavoro poi in terra finlandese era già di casa. Prima della pandemia già il 14% delle persone lavorava regolarmente da casa e il 17% occasionalmente. In primavera ben il 60% dei lavoratori è passato in smartworking secondo i dati di Eurofound, fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro. Un primato per il Continente, visto che Belgio, Paesi Bassi e Danimarca registrano appena il 50%.
In vista della seconda ondata del virus le autorità finlandesi hanno provveduto a rendere disponibile anche l’app per il tracciamento dei contatti Koronavilkku, che ha già collezionato più di 2,5 milioni di download dal 31 agosto, giorno della sua uscita. Il target del 60% di download per un buon funzionamento dell’app, stabilito da uno studio pubblicato dall’università di Oxford, sembra alla portata. Rispetto ad altre app simili, Koronavilkku funziona tramite Bluetooth, non utilizza il GPS (evitando così problemi di privacy) e permette al positivo di informare le altre persone che sono venute a contatto tramite un codice inviato dalle autorità sanitarie e potersi immediatamente confrontare con un medico o con la piattaforma Omaolo.fi per una valutazione dei sintomi.
Anche grazie a questi sistemi l’aumento di casi (ogni giorno si registra circa un centinaio di nuovi positivi al giorno) fa quasi meno paura. Grande attenzione la desta soprattutto la capitale Helsinki, dove si concentra il numero maggiore di positivi. A livello economico il Paese ha retto bene la prima ondata: l’economia finnica ha registrato un calo del PIL di appena 4,5% nel secondo trimestre 2020, un dato di gran lunga migliore rispetto alla media UE del 14%. Anche per questo si spiega non c’è da sorprendersi se la premier Marin e il suo partito SDP godono ancora di un certo gradimento attestabile, secondo il sondaggio di novembre di YLE news, al 21,2%. A seguire i partiti di opposizione come Basic Finns (19.5%) e il Partito conservatore (16.6%). Il buon governo paga sempre.