L’Ucraina sta formando battaglioni costituiti interamente da soldati reclutati tra i cittadini russi che vogliono combattere contro il regime di Vladimir Putin. Il primo di questi è il battaglione “Sibir” (Siberia), che mette insieme dozzine di russi provenienti dalle minoranze etniche siberiane. L’ufficiale ucraino ascoltato da Reuters e Bloomberg ha detto che la maggior parte di loro sono jakuti e buriati, arruolatosi con il desiderio di unirsi alla resistenza ucraina per combattere contro lo stesso imperialismo russo che hanno subito storicamente, e che ancora vivono, nelle terre d’origine. I sessanta membri del battaglione Sibir – che visti i numeri sarebbe più corretto definire compagnia – sono arrivati in Ucraina viaggiando attraverso diversi paesi, e prima di essere accettati e arruolati sono stati sottoposti ad approfonditi controlli di sicurezza per verificare che fossero realmente sostenitori della resistenza ucraina, e non delle spie del Cremlino.
A differenza della legione russa operativa da tempo composta da russi etnici oppositori del regime, e dalle altre legioni straniere formate da volontari provenienti dallo spazio post-sovietico e post-imperiale russo (bielorussi, georgiani, ceceni) il battaglione Siber sarà parte integrante delle forze armate ucraine. Nei prossimi mesi Kyjiv si aspetta di attrarre altri cittadini della Federazione Russa, in particolare tra le minoranze, per combattere quella che per molti è la guerra di liberazione storica dal colonialismo russo, una guerra che finora non hanno avuto la possibilità di combattere.
Intervistato dalla Reuters, un soldato ventinovenne proveniente dalla Buriazia ha ricordato la russificazione forzata subita dal suo popolo, prima dalla Russia zarista e poi dall’Unione Sovietica. «Quando ci colonizzarono distrussero la nostra cultura, la nostra lingua, le nostre tradizioni». La Burazia è una regione siberiana che affaccia sul lago Baikal, e secondo gli analisti militari è uno degli Oblast dove l’esercito russo ha reclutato un numero sproporzionato di persone da mandare nei settori più mortali del fronte ucraino.
Il soldato buriato ha detto che molte persone sono state mobilitate con la forza o il ricatto, altre sono state tentate dagli stipendi anche dieci volte superiori a quelli della Buriazia, dove i redditi e la qualità della vita sono di gran lunga inferiori rispetto a quelli di Mosca e San Pietroburgo.
Secondo la Free Buryatia Foundation, mobilitare un numero sproporzionato di buriati rispetto ai russi etnici delle città della Russia occidentale è stata una scelta precisa, poiché il Cremlino considera Oblast come la Buriazia meno rischiosi in termini di proteste antigovernative, un modo per non caricare il peso diretto della guerra sui russi etnici. Inoltre, Mosca attribuisce alle minoranze etniche che manda a combattere i crimini di guerra peggiori, come è successo inizialmente con il massacro di Bucha.
«Dobbiamo distruggere il regime», ha detto a Bloomberg un soldato ventinovenne originario della Yakutia, una regione della Siberia nord-orientale ricca di petrolio, gas, oro e diamanti (un settore ancora non sanzionato dall’Unione europea). «Voglio che la Yakutia diventi un paese democratico e libero. Oggi è un luogo dove c’è tantissima ricchezza ma le persone sono estremamente povere, e a prosperare sono solo i funzionari statali che servono Putin».
Tuttavia, tra le reclute ci sono anche russi etnici. La Reuters ha parlato con un quarantunenne proveniente dall’Oblast di Mosca che si fa chiamare “Gandhi”, in memoria del leader che guidò l’India verso l’indipendenza dal dominio coloniale britannico. Bloomberg ha sentito “Martin”, un ventinovenne di Mosca che prima di arrivare in Ucraina lavorava come ingegnere nel settore dell’IT. Entrambi hanno confidato che le loro famiglie non sanno che sono lì, per la loro sicurezza, ma anche perché alcuni parenti sono sostenitori di Putin.
All’inizio della guerra Kyjiv impediva ai russi di unirsi alla legione internazionale, ma con il tempo la legione “Svoboda Rosiji” (Libertà alla Russia) si è guadagnata la fiducia dei comandanti ucraini e viene schierata anche nei settori più decisivi. Come loro i bielorussi del Reggimento Kastuś Kalinoŭski, e la Legione georgiana, che già dal 2014 combatteva contro le milizie russe e filorusse che hanno invaso e occupato il Donbas. Con il battaglione Sibir questo fronte si allarga ulteriormente.
In Europa occidentale si fa ancora fatica a comprendere il significato e la portata della lotta di resistenza dell’Ucraina, che rappresenta una fonte di ispirazione non solo per le ex repubbliche sovietiche, ma anche per alcune regioni della Federazione Russa e per i russi che hanno la volontà, ma non ancora la forza, per combattere il regime di Putin in patria. «Se la gente vuole combattere per noi, per i nostri confini, per il crollo del regime russo, perché no?», ha detto il comandante ucraino del battaglione Sibir. «È una loro scelta, e dimostra che non tutti i russi sostengono Putin».
L’esercito ucraino adesso prevede di accelerare le procedure di controllo dei background personali degli aspiranti volontari, che attualmente possono richiedere fino a un anno, per incoraggiare più russi a entrare nei loro ranghi.