Milano. George W. Bush non riesce ad avere un giorno di respiro in questo suo secondo mandato. Ieri, a sorpresa, si è dimesso il capo della Cia, Porter Goss. Una mossa imprevista, nonostante i fallimenti e gli scandali in cui in questi anni la Cia è stata coinvolta. A settembre del 2004 Goss era stato nominato da Bush proprio per questo, per fare pulizia nella Cia di George Tenet – il suo predecessore nominato da Bill Clinton – che con la sua inefficiente rete spionistica estera non è riuscito a intercettare l’attacco dell’11 settembre e poi ha sbagliato le analisi sulle armi di sterminio irachene. I motivi della decisione di Porter Goss, ex parlamentare della Florida, non si conoscono, sicché sono subito cominciate speculazioni, rumors e il solito gioco di spin, cioè il tentativo degli esperti di interpretare la notizia in modo favorevole alla propria parte politica. Eppure la giornata era cominciata benissimo per Bush: cinque punti guadagnati nel gradimento insieme con altri fantastici dati sull’economia americana che nei primi 4 mesi ha registrato un incremento del 4,8 per cento: 138 mila posti di lavoro in più il mese scorso, salari mai così alti come oggi e record positivo in Borsa dal 2000. Neanche il tempo di esultare che Goss si è dimesso in una conferenza stampa.
Fonti della Casa Bianca hanno detto che la sostituzione di Goss rientra nel piano di cambiamenti in corso da qualche settimana e che, fin qui, ha portato alla sostituzione del capo dello staff, dei suoi vice e del portavoce del presidente. Ci si aspettava la sostituzione del ministro delle Finanze, John Snow, invece sono arrivate le dimissioni di Goss. Bill Kristol, direttore del Weekly Standard, non crede che l’addio di Goss faccia parte del rinnovamento programmato da Bush per rilanciare l’Amministrazione: “Deve essere successo qualcosa – ha detto – viceversa Bush avrebbe accompagnato la notizia delle dimissioni di Goss con il nome del suo sostituto, come è successo negli altri casi. Invece il nome del sostituto non c’è”. Circolano parecchie voci. C’è chi sostiene che stia per esplodere qualche nuovo scandalo, ma qualcun altro dice che se fosse vero Bush non avrebbe ringraziato Goss così calorosamente come ha fatto ieri. C’è chi giura che Goss paghi la disistima di molti funzionari Cia che lo accusano di essere più che altro un politico (ma Goss è un esperto di intelligence e un ex agente). Altri ricordano che soltanto qualche settimana fa Goss ha licenziato un’analista che aveva passato informazioni segrete ai grandi giornali. C’è, infine, da considerare che da un anno il ruolo di direttore della Cia non è più cruciale come un tempo. Bush ha riorganizzato le 16 agenzie spionistiche mettendole sotto il controllo del neonato National Intelligence Director. Il posto è di John Negroponte, il capo del direttore della Cia e l’unico interlocutore del presidente.
6 Maggio 2006