Ferie d’agosto
Fiducioso che a giorni una commissione di saggiformata da
tarcisio burgnich, luisito suarez e graziano bini possa finalmente
assegnare a Moratti quel Festivalbar che insegue da anni e che,
sinceramente, merita tanto tanto tanto.
30 luglio
Ultima puntata di Prima Pagina su radiotre
30 luglio
Mel Taliban Gibson
No, non
è antisemita. Solo ubriaco.
Soltanto
ubriaco.
30 luglio
Una domenica bestiale
Da non perdere l’intervista del Manifesto a Franca Rame (dove dice che
ha votato no all’indulto “per gli operai morti” e che teme che “ne
usufruirà anche il commercialista che ci ha sottratto un
milione di
euro del premio nobel che avrebbe dovuto aiutare il comitato dei
disabili” e molte altre amenità), l’editoriale di Nando
Dalla Chiesa
sull’Unità dal titolo “Il trenino dell’impunità”
e, sempre sullo stesso
giornale, la paginata di Sergio Staino sull’influenza nefasta di Marco
Travaglio sulla sinistra italiana (e non solo).
30 luglio
Grande Slam
L’Inter l’anno scorso ha fatto il Grande Slam. Che
squadrone. Pensateci: scudetto (non importa che glielo abbia assegnato
un suo ex consigliere d’amministrazione), la supercoppa italiana (non
importa che l’abbia vinta per una svista arbitrale dell’unico arbitro
condannato, De Santis), la Coppa Italia (volete che nel raccordo
anulare non abbiano da protestare?). Però tutto meritato.
30 luglio
Sempre più in basso
Il New York Times appoggia il miliardario chic Ned Lamont
alle
primarie democratiche del Connecticut contro l’ex quasi vicepresidente
democratico di Al Gore, cioè contro Joe Lieberman. Le
ragioni?
Il Times vuole distruggere definitivamente la nobile ed (ex)
maggioritaria tradizione politica del liberalismo della sinistra
americana. Tenete conto che Clinton marito e moglie stanno con
Lieberman. Se Lamont dovesse vincere e Joe Lieberman fosse sconfitto,
i repubblicani e i conservatori potrebbero brindare e fare campagna
sullo
stato del partito democratico che preferisce andare dietro a qualche
Beppe Grillo piuttosto che a un bravo, rispettabile e preparato
senatore specie sulle questioni più importanti del momento.
Lieberman, dalla sua,
può sperare nei mille fallimenti della pagina degli
editoriali del NYT, poi eventualmente candidarsi da indipendente.
PS
Già che c’era, il Times ha invitato con un
altro editoriale a votare contro la conferma di John Bolton
come ambasciatore Onu. Bolton sarà confermato a breve,
grazie al cielo.
30 luglio
E’ fatto così, anche quando dorme
“L’altra notte ho fatto un sogno. Una Procura della
Repubblica, non
so bene quale, concludeva una clamorosa inchiesta su una banda di
delinquenti accusati di non so bene cosa. Da migliaia di bobine
emergevano una decina di nomi di uomini politici…”
Questo l’incipit dalla
rubrica di Marco Travaglio su A, che credo sia il femminile del
Riformista (nota per Denise Pardo: sì, definire A il
femminile
del Riformista è un’affettuosità nei confronti di
Grazia
Que viva Rutelli
“E’
indubbio che non possono essere in pace tra loro due stati, uno dei
quali neghi la possibilità d’esistenza
dell’altro.
Ma la storia insegna pure che non è possibile una convivenza
positiva tra due stati se uno di questi è democratico e
l’altro è antidemocratico”.
28 luglio
Calciopulitopoli e altro
28 luglio
Caro Cobolli Gigli,
Bell’articolo di Gianluca Mercuri su City
27 luglio
Assegnato all’Inter il Tour de France
(grazie
a Sergio)
27 luglio
Prima pagina
La puntata di oggi. Ancora fino a domenica,
la mattina (molto presto) su Radiotre.
27 luglio
Scoop: l’Inter potrebbe perdere lo scudetto (no, non il prossimo – quello è già perso – ma quello appena conquistato)
I
cosiddetti saggi di Guido Rossi per sanzionare il campionato “falsato”
(diciamo così) del 2004-2005, hanno falsato apertamente
quello
del 2005-2006, in quanto questo non era oggetto di alcuna indagine e
con Pairetto e Bergamo in pensione. Uno già dovrebbe fargli
i
complimenti soltanto per questo capolavoro, che neanche Moggi ai tempi
del Napoli. Ma lo scoop è questo: finalmente si capisce
quale
sia il famoso illecito sportivo “concettualmente ammisibile” contestato
alla Juve nella prima sentenza Caf. Vi ricordate? La Juve è
stata condannata per aver usufruito di “vantaggi in classifica” diversi
da quelli ottenibili dall’alterazione del risultato o dello svolgimento
di una partita. Nessuno aveva capito come si potessero ottenere
vantaggi in classifica senza aver taroccato le partite, ma ora la
decisione di Guido Rossi di assegnare lo scudetto all’Inter l’ha
spiegato alla perfezione. Eccola finalmente la fattispecie delittuosa:
una decisione di Palazzo (presa peraltro da un ex consigliere di
amministrazione dell’Inter) ha concesso “vantaggi in classifica” alla
medesima Inter (retrocedendo la Juve e togliendo 30 punti al Milan),
nonostante l’Inter non abbia taroccato alcuna partita. Illecito
sportivo ex articolo 6, secondo la giurisprudenza Ruperto. Ci fosse un
giudice serio: scudetto revocato e Inter in B.
27 luglio
Il calcio era pulito
Una sentenza quasi perfetta, solo
troppo severa, smonta il complotto da bar dello sport
27 luglio
Io lo compro Il dvd dello scudetto dell’Inter
27 luglio
Sabato sera tutti ad attraversare ieraticamente
La
superiorità di Silvio Berlusconi: “Non è vero che
a Marrakech ho ballato, ho solo attraversato ieraticamente la sala”.
27 luglio
I Cobolli e i Gigli
Sanno
della nuova sentenza Bosman della Corte Europea, del 18 luglio?
L’avvocato Jean Louis Dupont, il legale del caso Bosman, ha spiegato
che con quella nuova sentenza “un tribunale sportivo non può
infliggere un danno economico sproporzionato alle società”,
le
quali sono sì sportive, ma restano comunque aziende in
concorrenza tra loro. Secondo me non lo sanno.
26 luglio
Una questione d’onore
Un libro spiega l’ossessione
islamica per ottenere il rispetto del proprio clan
26 luglio
Verdelli dello Sport
Carlo Verdelli è un bravo giornalista,
straordinario quando
ha diretto Vanity Fair (full disclosure: ho lavorato benissimo con
lui), ma come direttore della Gazzetta si è dimostrato
inadeguato. Non solo perché ha trasformato quel giornale in
Micromega dei poveri, tra l’altro non accorgendosi di sputtanare le
cose che quel giornale ha scritto negli ultimi due anni. Ma
è
inadeguato perché non ha idea di ciò di cui parla
(del
resto è interista). Ieri l’ho sentito a Sky, diceva cose che
non
stavano né in cielo né in terra, parlava di
arbitri
designati da Moggi (cosa esclusa pure dalla sentenza), insisteva sul
sistema (escluso addirittura da Palazzi, ma la Gazzetta non l’ha
scritto) e di campionati così predeterminati che, secondo
lui,
finivano a gennaio (certo, forse per l’Inter). Ai tempi, Carlo dirigeva
giornali non sportivi, quindi forse merita un ripasso: i campionati
sono finiti quasi tutti all’ultima giornata, spesso con sorpassi in
volata incredibili e entusiasmanti (ricordo la Juve sulla Lazio, il
Milan sulla Lazio, la Lazio sulla Juve, un grande pareggio della Roma a
Torino che ha fermato la rincorsa della Juve, la Juve sull’Inter il 5
maggio e gli ultimi
due campionati in parità fino a pochi minuti dalla fine e
decisi
dallo scontro diretto). Mamma mia, ragazzi.
25 luglio
Una cosa buona questa sentenza ce l’ha
Tutti
i Torquemada e i giornalisti giustizialisti e i Liguori hanno avuto la
conferma ufficiale che tutte le loro teorie da bar dello sport, con
rispetto parlando del bar dello sport, erano campate in aria. Lo
scandalo non è l’assoluzione di tutti tranne la Juve, lo
scandalo è che le baggianatedette da tutti questi
personaggi (e accusate senza colpo ferire da quei geni di Torino) hanno
impedito alla Corte federale di assolvere anche la Juventus.
25 luglio
Ve l’avevo detto
La vera condanna per la Juve non è la serie B, che
è
di suo scandalosa, ma avere una serie di Moratti senza soldi a capo
della squadra, un presidente come Cobolli Gigli, amministratori
francesi, allenatori di pallavolo, ex campioni bolliti e avvocati che
chiedono condanne e sulla serie A dicono “non esageriamo”. Ma l’avete
sentito su Sky, Cobolli Gigli impegnato a smentire la vendita di
Cannavaro mentre passavano le immagini di Cannavaro al Bernabeu con
maglietta bianca numero 5 e poi in sede mentre firma il contratto?
25 luglio
Il golpe è stato completato
Solo la Juve in B, per non aver taroccato nessuna partita, per non
aver richiesto nessun arbitro, per non aver chiesto nessun guardalinee
(al contrario del
Milan). Condannati per “vantaggi in classifica” diversi dall’aver
tentato do modificare i risultati delle partite. Arbitri assolti.
Carraro assolto. Nessuna cupola. Eppure retrocessione, penalizzazione,
due scudetti tolti,compreso quello pulito anche per i
giudici, e
via dalla Champions per almeno due anni. Il Milan, invece, riammesso
alla Coppa. Una vergogna totale, completa, assoluta. Complimenti
vivissimi alla proprietà, agli avvocati e alla dirigenza
della
Juventus.
25 luglio
La febbre della democrazia
25 luglio
Per chi suona la betulla
Andrea’s version di oggi:
Bisogna dare atto dell’onestà di Federico Rampini.
Non era
facile per un giornale come Repubblica, impegnato contemporaneamente
contro la guerra al terrorismo in favore dell’intelligence, e
nella guerra contro l’intelligence in favore di Gianni De
Gennaro, non era agevole, dicevamo, riportare per filo e per segno come
Ernest Hemingway, dicasi Hemingway, pure Hemingway, fosse stato
ingaggiato a suo tempo dal governo di Washington in qualità
di
agente dei servizi segreti americani. E come mandasse dettagliati
rapporti sulla Cina di Mao alle prese coi nazionalisti di Chiang
Kai-shek. E quanto avesse preso gusto allo spionaggio, e come volle
dare vita addirittura a una sua piccola agenzia di barbe finte, e come
tutto ciò non lo facesse apparire, nel suo paese,
né uno
stronzo vivente, né un pervertitore di etiche, né
un
devastatore di professionalità. Complimenti alla schiettezza
di
Rampini e di Repubblica, dunque. Anche se, in tutta
sincerità,
dovrebbero ammettere che sarebbe stato effettivamente complicato tenere
nascoste le gesta del gigantesco autore di “Per chi suona la
betulla”.
25 luglio
Al direttore
Oggi, 25 luglio, il Gran Consiglio
sfiducia Moggi.
Christian Rocca
25 luglio
7,15 – Prima Pagina, Radiotre
Da lunedì mattina fino a domenica 30
condurrò la rassegna stampa di radiotre, sempre che mi
svegli in tempo.
23 luglio
24
Ho finito di vedere la V serie di 24, grazie a
Passannanti. Avessimo Jack Bauer, Hezbollah avrebbe già
chiuso i
battenti e il campionato di calcio non avrebbe subito un golpe.
23 luglio
I Miserabili
Lo Scudetto 2005-2006 tolto alla Juventus è una vergogna
doppia,
che va oltre la questione del plotone d’esecuzione chiamato Caf. La
stagione 2005-2006 non è oggetto di indagine. La cosiddetta
indagine su calciopoli riguarda la stagione precedente. Quella
dell’anno scorso è pulita anche per Borrelli & co.
Non
c’è nessuna indagine. Non c’è nessun indagato.
Perfino i
designatori non erano più i Bergamo e i Pairetto. Che cosa
c’entra togliere lo scudetto dell’anno scorso, anzi addirittura
reclamarlo? Chiedete e prendetevi quello oggetto di indagine (anche se
io, personalmente, non ve lo do). Ma come si fa a togliere sia quello
che questo che non è sotto inchiesta. Domanda: se avessero
scoperto un illecito della Juve o del Milan nel 1996, avrebbero dovuto
togliere lo scudetto di quell’anno o anche tutti gli scudetti
successivi fino a oggi? Come mai nessuno lo scrive, come mai nessuno lo
fa notare? Sul nuovo corso della Juve, un pietoso velo.
PS
Oggi almeno c’è Piero Ostellino, sul Corriere, a ragionare.
22 luglio
Lo scandalo è il (non) segreto di Stato
Il Foglio, 22 luglio
L’avranno sostituito per questo, Colao?
Da un paio di giorni il Corriere cartaceo su Internet
è a
pagamento. Costa 15 euro al mese o 120 euro anni oppure 450 euro
all’anno per accedere anche all’archivio. Bene, il New York Times costa
49 dollari e 50. Più di dieci volte meno del Corriere.
Auguri.
22 luglio
“Le scrivo in risposta”
Ho appena ricevuto una mail di critica feroce a un pezzo
(naturalmente straordinario) che ho scritto nel 2002. Sì.
“appena ricevuto” e “2002”. Eccola:
Caro Signor Rocca,
Le scrivo in risposta ad un suo articolo
del 2002 sul quartetto (Pino Daniele; Francesco De Gregori,
Fiorella
Mannoia, Ron) in Tour. Mi dirà son passati ormai 4 anni, ma
proprio non mi riesce ternemi dentro questo “sfogo”. In primo luogo,
questo articolo fa letteralmente piangere, non capisco se il suo era un
attacco contro questi artsiti (che stimo moltissimo) o verso i suoi
colleghi, quelli col ditino alzato… In un articolo intero
non
fa a ltro che citare
tanti artisti, tante situzaioni e solo alla fine in minima parte non fa
che attaccare questo disco. Non so se Lei abbia visto quel tour che, a
prescindere dal successo del pubblico, è stato un qualcosa
di
formidabile. preferisco non dilungarmi nel discorso, potrei continuare
per ore, ma chiaramente ognuno la pensa come vuole, piuttosto vorrei
salutarla e ricordale questo: Sicuramente ci sono più Fans
di
Pino
Daniele e Ron, di quanti non leggano questo Giornale. Buon Lavoro, da
“uno” che ama la Musica Italiana.
20 luglio
Poveri ma ricchi
Comprate oggi il Foglio, in omaggio
c’è il libro di Filippo Facci sulla favola del grande
declino
italiano. Una balla elettorale che ha funzionato, come quella che Moggi
taroccava i campionati.
20 luglio
Il problema di Guido Rossi è che si crede Romolo
Il Foglio, 20 luglio
L’ex campionato più bello del mondo
Il
risultato primo dell’opera di Guido Rossi e dei Torquemada della
Gazzetta è la distruzione della Serie A, dell’ex campionato
più bello del mondo, non solo per aver invocato e poi
comminato
retrocessioni-senza-partite-truccate, ma anche perché in
poche
settimane hanno fatto perdere al nostro calcio Capello, Lippi e una
dozzina tra campioni del mondo, vice campioni del mondo e fuoriclasse
vari. Nel nuovo calcio di Rossi e dei Torquemada non arriva
più
nessuna stella straniera e la ex Serie A diventa come il campionato
francese. Senza Rossi e senza i Torquemada non ci sarebbe stata la fuga
di Capello, Lippi, Sheva, Cannavaro, Zambrotta, Emerson, Thuram e di
chissà quanti altri. Moggi ci ha portato Maradona, Lippi,
Zidane, Trezeguet, Ibrahimovic e la Coppa del mondo.
20 luglio
Oggi sono felice di aver votato Berlusconi
Signor
Presidente, signori del Governo, signori deputati, purtroppo la
drammatica realtà di queste ore è di nuovo la
guerra in
medio oriente. Israele esercita il suo diritto a difendersi attaccando
le infrastrutture del terrore, che hanno portato morte e distruzione
nella sua terra, nelle sue città, e che minacciano la sua
stessa
esistenza. La reazione di Israele è direttamente
proporzionale
alla provocazione che preme ai suoi confini con il metodo odioso della
presa di ostaggi e del lancio di razzi sulle abitazioni civili.
«Immaginatevi se piovessero missili dall’Italia o
dalla
Svizzera sulla terza città più importante della
Francia», ha detto il senatore democratico di New York Chuck
Schumer, in polemica con quegli europei che parlano di un uso
sproporzionato della forza da parte di Israele. Anche il ministro degli
Esteri italiano, in quest’aula, ieri, ha riconosciuto che
l’iniziativa armata è partita dai radicali
islamisti di
Hezbollah e di Hamas, incoraggiati e protetti e finanziati e armati dai
regimi di Damasco e Teheran.
L’onorevole D’Alema,
nonostante il suo curioso senso delle proporzioni, sa bene che ogni
causa ha il suo effetto e che la guerra di Israele al terrorismo
islamista ha una ferrea base di legittimità, impossibile da
disconoscere. Dietro i razzi di Hamas e degli Hezbollah
c’è il regime cugino di Saddam Hussein a Damasco e
uno
stato come quello iraniano, il cui capo nega le camere a gas di
Auschwitz, predica la distruzione dello stato di Israele, lavora per la
sua cancellazione dalla carta geografica e si sottrae nel contempo al
dovere di osservare il trattato di non proliferazione nucleare,
raggirando da anni le diplomazie di tutto il mondo.
Una politica estera e di sicurezza seria misura su questi dati il suo
senso delle proporzioni. Da qui si parte per esercitare le arti della
diplomazia e della mediazione, che fanno parte di una visione
realistica della politica, non si parte dalla negazione della
realtà o dalla sua edulcorazione. Abbiamo sentito di molte
telefonate partite da Palazzo Chigi in questi giorni verso il medio
oriente, ma non abbiamo ascoltato una parola chiara di
severità
contro gli aggressori e di sincera solidarietà nei confronti
del
paese, nei confronti di Israele, nuovamente aggredito dal partito del
terrore che si maschera dietro le insegne del partito di Dio.
Ma, come ha detto al Knesset il premier israeliano Ehud Olmert, nella
vita di una nazione vi sono momenti di purificazione, in cui le dispute
politiche e partigiane, che ci separano, vanno sostituite da un senso
di responsabilità comune. E questo vale, deve valere anche
per
noi, dal momento che il voto sulla missione in Afghanistan
dovrà
essere la prova che la posizione dell’Italia nel mondo, la
sua
lealtà verso i propri compiti di grande paese occidentale,
la
sua capacità di stare in campo per una pace duratura nella
battaglia contro il terrorismo e contro l’offensiva
fondamentalista, non sono cose che cambiano a ogni evento elettorale,
ma radici profonde del nostro modo di essere e di agire nella
comunità internazionale.
(continua, sul Foglio a pagina 4)
20 luglio
I mullah, Israele e la rivoluzione democratica
Il Foglio, 19 luglio
Al Bar dello Sport sotto casa non avrebbero saputo fare di meglio
Analisi
di una sentenza che scagiona la Juventus, condannandola
18 luglio
Intervista al giudice della Figc che si è dimesso e il gran Mughini sui 29 scudetti
Oggi sul Foglio
Il Foglio, 18 luglio
Cose che non avremmo voluto vedere
17 luglio
Sconfitta immeritata di Bersani
Ma pur sempre sconfitta.
17 luglio
Gianni Clerici nella Hall of Fame di Camillo
17 luglio
Luciano Moggi intervistato da Bonini e D’Avanzo
17 luglio
Notevole proposta di Prodi: mediazione dell’Iran
17 luglio
Io ricorrerei al Tar, ma contro la nuova dirigenza della Juventus
Ancora oggiinsistono nel chiedere la clemenza della
Corte,
dopo il grande successo ottenuto in primo grado, quando nella sentenza
“golpista” c’è scritto che non è stata aggiustata
nessuna
partita, che non c’era nessuna cupola, che non è stato
commesso
alcun illecito sportivo ex art. 6 ma qualche comportamento sleale ex
art.1 (per cui non si va in B). Una sentenza che ha assolto tutti gli
arbitri delle partite della Juve (e della Lazio), che si basa su un
pregiudizio da bar dello sport (tutti sapevano che la Juve era
favorita), che condanna la squadra per aver ottenuto “vantaggi in
classifica” non precisati e, soprattutto, diversi da aiuti nelle
partite. Invece che chiedere l’assoluzione visto che non c’è
cupola, non ci sono arbitri comprati,non ci sono partite
aggiustate,
non ci sono sorteggi truccati, vogliono ripartire da zero, dalla serie
B, per espiare, per rinascere,
per ripartire con i giovani… Avete visto che ieri hanno presentato la
nuova maglia, ma senza lo scudetto? Credono così di
diventare
“più simpatici”. Agli avversari, ovviamente.
A me sembrano, invece, la realizzazione del peggior incubo per un
tifoso della Juve, che non è affatto la serie B, ma avere
una
squadra gestita da dei Moratti senza soldi.
16 luglio
Sul Corriere di oggi:
“Christian Rocca, inviato del Foglio e juventino
doc, giura che non l’ha fatto per innescare polemiche e
nemmeno
per indicare agli altri tifosi delusi la via della protesta
più
efficace. «Semplicemente, quando mi sono svegliato mi sono
chiesto: perché pagare per una cosa che non mi interessa?
Allora
ho deciso di prendere carta e penna e in pochi minuti l’ho
fatto». Già ieri mattina Rocca ha spedito a Sky la
raccomandata con ricevuta di ritorno per disdire
l’abbonamento
«calcio e sport» della tv satellitare. Poi, quando
si
è messo davanti al computer, l’ha raccontato sul
suo blog:
«Sky ovviamente non c’entra, ma io non contribuisco
a un
campionato golpista e non sono interessato a vedere una serie A
falsata». Infine ha avvisato, per chi non lo sapesse, che
«c’è tempo fino al 31 luglio».
E in poche ore
gli sono arrivate le prime e-mail di solidarietà.
«Cosa mi
hanno scritto? Che ho fatto bene e che forse seguiranno il mio esempio.
D’altronde, per un tifoso juventino non ha proprio senso
contribuire ad arricchire le società avversarie»”.
16 luglio
Guido Rossi, si trovi un altro giudice
Giudice Figc lascia incarico: “Indignato dal metodo
del processo”.
L’avvocato Giuseppe Benedetto, giudice federale per il settore
giovanile e scolastico, in una lettera al commissario della Figc Guido
Rossi, annuncia di voler lasciar l’incarico. Ecco le sue parole: ”Non
intendo in questa sede approfondire il merito della sentenza – si legge
in una nota dell’agenzia adnkronos – è il metodo usato, nel
processo e con il processo, che mi induce a urlare: il
diritto è un’altra cosa!
Non mi interessa far parte di questo mondo. Voglio continuare a
indignarmi. Esercito la professione di avvocato e intendo continuare a
farlo, a posto con la mia coscienza. Si trovi un altro
giudice”.
15 luglio
La Juve condannata per un illecito (art. 6) che non ha commesso
La sentenza dice che gli atti commessi dai dirigenti
della Juve “di per sé”
costituiscono comportamenti contrari a
principi di lealtà (art. 1), però siccome sono
tanti li ha trasformati in illeciti sportivi (art. 6, quello della
retrocessione). Sei violazioni dell’articolo 1 uguale 1 articolo 6, tre
corner un calcio di rigore, three strikes and you’re out.
“La Procura federale, con riferimento all’addebito contestato alle
persone indicate nel capo di incolpazione in esame, ha individuato
talune condotte, costituenti di per
sé comportamenti contrari ai principi di lealtà,
correttezza e probità in ogni rapporto comunque riferibile
all’attività sportiva (art.1), ed ha ritenuto che
l’insieme di tali condotte sia stato idoneo a realizzare il
condizionamento del regolare funzionamento del settore arbitrale a
vantaggio della Juventus, e quindi sia stato violato l’art.
6,
integrando la pluralità delle condotte
l’attività
diretta a procurare alla Juventus un vantaggio in classifica”.
15 luglio
Ufficiale, la sentenza della Caf è da Bar dello Sport
Non ci credete? Leggete qui, nella premessa della motivazione
di condanna alla Juve: “Nella valutazione
del materiale probatorio la Commissione si limiterà ad
indicare
quegli elementi di sicura valenza, che non si prestano ad
interpretazioni equivoche, perché già solo
dall’analisi
di taluni fatti incontrovertibili emerge a chiare lettere
ciò
che era nella opinione di tutti coloro che gravitavano nel
mondo del calcio, e cioè il condizionamento del
settore arbitrale da parte della dirigenza della Juventus.”
Cioè hanno giudicato partendo dal fatto incontrovertibile
che la Juve condizionava gli arbitri sulla base della “opinione
di tutti coloro che gravitavano nel mondo del calcio”.
Ricordate: non ci sono partite contestate, non c’è stato un
processo, un ex membro del Cda dell’Inter ha abrogato un grado di
giudizio, procura e Caf hanno ammesso che non esisteva una cupola
né un’associazione a delinquere, gli arbitri sono stati
assolti,
la Juve è colpevole di atti ex art. 1. Eppure Serie B per
due o
quattro anni.
15 luglio
Non un uomo, non un soldo alla Serie A Tim
Ho appena scritto la raccomandata con ricevuta di ritorno per
disdire l’abbonamento calcio e sport di Sky (va fatto entro il 31
luglio: Sky – Casella postale 13507 – 20130 Milano). Sky ovviamente non
c’entra, ma io non contribuisco a un campionato golpista e non sono
interessato a vedere una serie A falsata.
15 luglio
Arbitri
Gli
arbitri sono stati quasi tutti assolti, di fatto
anche Paparesta (3 mesi – e chissà come mai la vicenda del
dossier a Gianni Letta è scomparsa). Condannati duramente
Dondarini e De Santis. Dunque: 5 o 6 assolti,
compresoPaparesta
che è entrato nella vicenda per aver determinato – con
errori –
una sconfitta della Juventus contro una piccola squadra: la Reggina
(attenzione, facente parte del sistema Moggi – per dire di come
funzionava bene…). Una sconfitta con la Reggina, non una vittoria,
avvenuta a causa diper tre errori di un arbitro, compreso
l’annullamento di un gol
regolare all’ultimo minuto. Non so di Dondarini, ma con De Santis
quell’anno la Juve ha vinto due partite con due squadre piccole, ne ha
pareggiato 1 e ne ha perse 2. Ricapitolando: gli arbitri sono stati
assolti, compreso quello che è entrato nella vicenda per
aver
sfavorito la Juve (ovvio). Con un altro arbitro, il più
venduto,
la Juve ha perso 7 punti su 14 (con Dondarini non lo so). Se gli
arbitri nonsono coinvolti e, per sentenza o di fatto, non
hanno
“mafiato” dove si è concretizzato, di grazia, il campionato
truccato
della Juventus?
14 luglio
Quei geni dello Smile, dell’operazione simpatia, della moralità, degli allenatori di pallavolo e dell’avvocato gaffeur ora dicono che è “inaudito”
14 luglio
“Non v’è traccia delle espressioni “sistemi” e “cupola” né nel deferimento né nella sentenza, però la condanna alla Juve (e solo quella alla Juve) è per il sistema e per la cupola
L’altra cosa mica male è questa: la sentenza dice che non
c’è alcun teorema alla base della decisione.
“Teoremi
il cui uso è stato senza ragione rimproverato alla Procura
federale,
poiché nell’atto di deferimento non
v’è cenno o sintomo alcuno di essi,
così come non v’è traccia delle
espressioni <sistema> e
<cupola> spesso ricorrenti nel contesto delle difese
medesime”.
Epperò la condanna alla Juve, non essendoci partite
contestate, è esattamente per aver costituito un “sistema”:
“Si
parla ivi, invece, semplicemente di <una rete consolidata di
rapporti, di natura non regolamentare, diretti ad alterare i principi
di terzietà, imparzialità e indipendenza del
settore arbitrale…
attraverso varie condotte, che intervenivano in momenti e livelli
differenti>”
14 luglio
Nessun atto diretto ad alterare lo svolgimento o il risultato di una gara, dice il plotone d’esecuzione della Caf
La sentenza della Caf sostiene che la Juve non ha comprato o aggiustato
nessuna singola partita di campionato, ma che i suoi dirigenti a)
andavano sistematicamente a cena con i designatori; b) fornito
schede telefoniche svizzere; c) fatto uno sconto su tre macchine Fiat;
d) discusso con i designatori se far entrare o meno Siena-Messina nella
griglia di prima fascia; e) sgridato l’arbitro Paparesta che
aveva appena sfavorito la Juve; f) potrebbero aver conosciuto
(conosciuto, non richiesto) i nomi dei guardalinee di Juve-Lazio un
giorno prima della designazione ufficiale (non c’è il
sorteggio
per i guardalinee).
Non so se avete capito bene, la prova
principale contro la Juve non è nelle telefonate che abbiamo
letto e ascoltato: no, quelle non provano nulla. La prova contro la
Juve è nelle telefonate che non
sono
riusciti a intercettare e in chissà che cosa si sono detti
a cena (evidentemente cose più interessanti di quelle che, a
casa Bergamo, si dicevano Facchetti e il designatore). La spazzatura
che abbiamo ascoltato fin qui e di cui sono stati
inondati i giornali, quindi è soltanto prova di un rapporto
stretto tra
i dirigenti della Juve e i designatori (nessun rapporto però
tra dirigenti e
arbitri o guardalinee). Con un salto logico, e presuntivo, i giudici
dicono: Moggi e designatori erano amici, Moggi e i designatori si
parlavano a cena e si telefonavano con sim non intercettabili,
quindi Moggi e i designatori hanno taroccato l’intero campionato.
Prove? Nessuna. Partite
truccate? Nessuna. Indagini sulle singole partite? Nessuna. Non solo:
non c’è nessuna, nemmeno una, telefonata di un dirigente
della
Juve che chiede arbitri o guardalineee amici, come c’è per
altre
squadra (peraltro salvate) o retrocesse in B.
Leggete qui la motivazione: “Il capo di incolpazione come sopra
formulato suppone che la Procura federale ritiene integrato l’illecito
sportivo di cui all’art. 6, n. 1, C.G.S. con il compimento di atti
diretti a procurare ad una squadra un vantaggio in classifica,
evidentemente considerando come distinta
l’ipotesi contestata, rispetto alle altre previste nella stessa norma,
consistenti nel compimento di atti diretti ad alterare lo svolgimento o
il risultato di una gara.
L’impostazione giuridica deve ritenersi corretta perché
l’art. 6, c. 1, C.G.S. prevede tre ipotesi di illecito
consistenti:
a) nel compimento di atti diretti ad alterare lo svolgimento di una
gara;
b) nel compimento di atti diretti ad alterare il risultato di una gara;
c) nel compimento di atti diretti ad assicurare a chiunque un vantaggio
in classifica.
Tali ipotesi sono distinte, sia perché
così sono prospettate nella norma, sia perché
è concettualmente ammissibile l’assicurazione
di un vantaggio in classifica che prescinda dall’alterazione dello
svolgimento o del risultato di una singola gara. Infatti,
se di certo, la posizione in classifica di ciascuna squadra
è la
risultante aritmetica della somma dei punti conseguiti sul campo,
è anche vero che la classifica nel suo complesso
può
essere influenzata da condizionamenti, che, a prescindere dal risultato
delle singole gare, tuttavia finiscono per determinare il prevalere di
una squadra rispetto alle altre”.
14 luglio
La vera sconfitta è l’Inter
Con Buffon e Zambrotta e soltanto meno 15, lo scudetto del
prossimo anno è già del Milan
14 luglio
Il plotone d’esecuzione ha colpito, la Juventus condannata a due anni di B per 60 telefonate intercettate e non accertate e nessuna partita contestata.
14 luglio
Le plusvalenze taroccate dell’Inter (e del Milan)
Da
quando è scoppiato lo scandalo del calcio, i dirigenti
dell’Inter hanno ammesso (e sono stati condannati penalmente) di aver
falsificato passaporti, quindi di aver fatto giocare chi non avrebbe
potuto essere tesserato. Ieri hanno ammesso anche di aver taroccato i
bilanci, autoassegnandosi plusvalenze fittizie per 100 milioni di euro,
accertate dalla Covisoc, l’organo di controllo dei bilanci. E’ notizia
di oggi (vedi allegato dal Sole 24 ore). L’ex membro del Cda dell’Inter
oggi alla guida della Federcalcio non ha niente da dire? E il capo
ufficio indagini?
DAL “SOLE 24 ORE” DI OGGI (14/07/2006), pag.17
Massimo
Moratti se l’è cavata con una ricapitalizzazione dell’Inter
di
circa 20 milioni di euro e con il congelamento di altri 20 milioni di
liquidità derivante dal calciomercato. Per Silvio Berlusconi
l’iniezione nelle casse del Milan è stata di importo
inferiore.
E’ il compromesso raggiunto con gli organi della Federcalcio che
controllano i bilanci prima di dare il nulla osta all’iscrizione ai
campionati professionistici.
Inizialmente la Covisoc, presieduta da
Cesare Bisoni, aveva bocciato i conti di Moratti e Berlusconi,
“taroccati” con la vendita del marchio a se stessi, fatta a
società controllate dagli stessi club. La Covisoc aveva
chiesto
ad ogni club una ricapitalizzazione di almeno 100 milioni di euro.
Questo era stato deciso per neutralizzare due operazioni di cosmesi
contabile. Il Milan ha dichiarato la vendita del marchio ad una
società controllata con una plusvalenza di 181,3 milioni nel
bilancio civilistica al 31 dicembre 2005. La plusvalenza è
servita a coprire nei conti 2005 un onere di pari importo, registrato
come minusvalenza, derivante dall’azzeramento degli “oneri pluriennali”
residui accantonati nel 2003 grazie al decreto salvacalcio.
L’Inter ha venduto il marchio alla controllata Inter Brand a fine 2005,
con una plusvalenza civilistica di circa 158 milioni. Il 9 giugno
scorso ha dato in pegno il marchio a Banca Antonveneta, in cambio di un
prestito di 120 milioni di euro. Anche per il club di Moratti
l’operazione è stata fatta per assorbire, senza abbattere il
patrimonio, buona parte degli oneri residui del salvacalcio. Nel 2003
l’Inter fece svalutazioni per 319 milioni, dei quali 223,6 ancora da
ammortizzare al 30 giugno 2005. Il Milan svalutò i suoi
campioni
per 242 milioni, con un onere residuo di circa 181 milioni assorbito
nel bilancio 2005. Secondo la Covisoc queste operazioni non
produrrebbero plusvalenze se le società presentassero un
bilancio consolidato di gruppo. Per questo in prima battuta la Covisoc
aveva neutralizzato gli effetti delle plusvalenze fittizie sul
patrimonio e aveva chiesto di coprire il buco contabile con una robusta
ricapitalizzazione a Inter e Milan. le due squadre hanno inviato
rimostranze alla Figc. Il compromesso attenua parecchio il rigore
annunciato.
La Covisoc ha ricalcolato il bilancio pro forma, in cui considera come
non avvenute le vendite del marchio in famiglia, quindi ha cancellato
le plusvalenze. Ma ha anche considerato come non avvenuto
l’assorbimento del maxi-onere residuo delle svalutazioni per il decreto
salvacalcio: sia per l’Inter sia per il Milan è stato
dichiarato
un ammortamento pari al 10% della svalutazione iniziale
(cioè 24
milioni per il Milan e 31,9 milioni per l’Inter). La ricapitalizzazione
richiesta è risultata così mitigata. Il problema
della
copertura patrimoniale è stato rinviato così
all’anno
prossimo: la UE ha imposta ai club di assorbire gli oneri del
salvacalcio nei bilanci entro il 30 giugno 2007.
La Covisoc aveva chiesto a tutti i club di A, B e C ricapitalizzazioni
per le cessioni fittizie dei marchi e 50 milioni per altre carenze. A
consuntivo, i fondi versati si aggirano sui 100 milioni. Hanno dovuto
versare fondi anche il Messina (6 milioni) e i soci di Reggina Calcio.
nessun club in serie A è stato bocciato per problemi
finanziari.
In B è stato bocciato il Crotone, in C 14 club.
Gianni Dragoni
14 luglio
Il quarto d’ora di celebrità stava scadendo
Valerie Plame e Joseph Wilson querelano Cheney, Rove, Libby e altri
funzionari governativi il giorno dopo che il primo giornalista ad aver
fatto il nome di Valerie Plame, Bob Novak, ha potuto raccontare su
autorizzazione del procuratore federale che il nome lo ha saputo
leggendolo sul Who’s who e che le informazioni e le conferme ricevute
dall’Amministrazione non avevano alcun intento diffamatorio.
Rove è stato scagionato dai protagonisti e dal procuratore
federale che non ha incriminato nessuno per aver fatto il nome dell’ex
agente Cia.
13 luglio
Generatore automatico di slogan pubblicitari
Ecco quello per Camillo: You deserve a Camillo today
13 luglio
Spie, giornali e guerra al terrorismo, tutte le notizie unfit to print
Passeggiateamericane/8
13 luglio
Fidel
Circolano voci sulla sua salute, come sempre.
Però qui, in questo video, c’è la prova
dell’ennesimo
tentativo di farlo fuori. Il responsabile pare non si sia pentito.
12 luglio
Solo i radicali (e Vernetti)
Sono sempre e soltanto i
radicali, più il
sottosegretario agli Esteri della Margherita Gianni Vernetti, a parlare
di democrazia e diritti dove non ci sono, come nel gulag nordcoreano.
Oggi a Roma s’è tenuta una conferenza
organizzata dai radicali e da Freedom House (in realtà da Matteo
Mecacci). C’era anche il dissidente che ha scritto Gli
acquari di Pyongyang che è stato ricevuto l’anno scorso da
Bush.
12 luglio
Cambiare Regime su La Sicilia
12 luglio
Cambiare Regime sullo Specchio della Stampa
12 luglio
Vittorio Zucconi (e il suo portinaio), 18 giugno
“Che
questa fosse una squadra mediocre, lo penso da tempo e per una banale
ragione (…). E se Lippi è un genio del pallone, almeno a
un
Nobel può aspirare anche il mio portinaio di Milano. Chi ha
visto la partita in tv non ha potuto rendersi conto di quanto sbilenca
fosse questa squadra e di quanto assurda fosse la sua disposizione in
campo quando gli Yankees (bravi e diligenti) sono rimasti in nove.
All’uscita dello stadio ascoltavo gli spettatori tedeschi sghignazzare
fra di loro, ripensando alla pochezza dell’Italia in dieci contro nove,
alla inettitudine tattica di chi non aveva saputo usare quell’uomo in
più…
12 luglio
Bravo Marcello
Ora
però dica chiaramente perché ha lasciato la
Nazionale. Lo
sappiamo tutti perché l’ha fatto, ma lo deve dire.
(Se il nuovo CT sarà Roberto Donadoni sarà
un’ottima scelta)
12 luglio
Guantanamo & Ginevra
Questa mattina leggerete sui
giornali che il Pentagono ha
cambiato idea e avrebbe finalmente deciso di applicare la Convenzione
di Ginevra ai detenuti di Guantanamo ribaltando la sua arrogante
politica contro i diritti umani e a favore della tortura. Non
è
vero. Non è vero che – status giuridico a parte –
prima
non applicavaGinevra. E non è vero che ha cambiato
linea
oggi. Basta leggere il memo del Pentagono (qui).
Dice che la Corte Suprema ha ribadito chebisogna applicare l’articolo 3
di Ginevra, lo stesso articolo che – processi militari speciali a parte
– l’Amministrazione ha sempre applicato e continuerà ad
applicare.
12 luglio
MeanwhileBush è tornato al 40%
12 luglio
Questo blog sta con Sergio D’Elia e oggi si vergogna di aver votato Forza Italia
Qui il bellissimo intervento di Daniele
Capezzone
11 luglio
Calcio corrotto, Nazionale perfetta
Il Foglio, 11 luglio
Editoriale del Financial Times di oggi sulla Juventus (mica la Gazzetta)
No all’amnistia, no alla
distruzione del calcio italiano. Punite i proprietari e i dirigenti,
non le squadre
11 luglio
Caro Marcello, lascia
Giampiero Mughini sul Foglio:
Grazie,
mister Lippi. Fossi in Marcello Lippi abbandonerei la Nazionale dopo
aver attinto la coppa suprema. Abbandonerei perché
è
impossibile dimenticare l’offesa ricevuta alla vigilia del
Mundial, quei giornali che si chiedevano se sì o no Lippi
fosse
degno di guidare la nazionale e questo perché aveva parlato
al
telefono non con Adolf Hitler e bensì con Luciano Moggi, il
direttore generale della Juve che nel 1994 lo aveva chiamato a Torino
facendolo diventare il Lippi che conosciamo e che ci ha dato la quarta
Coppa del mondo. Fossi in Lippi non potrei dimenticare i sospetti
ammiccanti, le miserie di quegli interrogatori come se lui avesse
dovuto giustificare qualcosa, le insinuazioni sul figlio. Fossi in
Lippi non potrei dimenticare che in questi ultimi mesi è
stato
sollevato un punto interrogativo sulle sue innumerevoli vittorie in
casa Juve, e come se quelle vittorie non portassero il nome di Zidane,
di Vialli, di Ravanelli, di Deschamps, di Ciro Ferrara, e
bensì
fossero state concertate al telefono. Fossi in Lippi non dimenticherei
che più di un imbecille ha detto che la prova di tutto
questo
sta nel fatto che la Juve non ha mai raggiunto grandi traguardi
internazionali, lì dove non poteva complottare al telefono,
e
invece in pochi anni la Juve di Lippi ha raggiunto cinque finali di
coppe europee. Fossi in Lippi non dimenticherei la iattanza di quel
nugolo di “forme parassitarie” italiane che avevano
dichiarato rumorosamente di tifare per il Ghana, e di cui avrei voluto
– domenica sera – sentire il tonfo dei loro corpi
dopo che
per la vergogna si erano buttati giù dal quinto piano.
Grazie,
mister Lippi. E grazie a te, Luciano.
11 luglio
Commissario, lo arresti lei
di Riccardo Luna, il Romanista – 25 maggio
“Levate
quella fascia a Cannavaro. Signor commissario, ci ascolti, ascolti i
tifosi di calcio. Questo non è un capitano, questo non
è
il nostro capitano, questo non è il capitano di una Italia
che
cerca di uscire dal più grande scandalo pallonaro della sua
storia mostrando una faccia pulita”.
11 luglio
Beppe Severgnini, 20 maggio
“Lippi
e Cannavaro, per favore: lasciate, o spiegate. Rifiutare insieme
spiegazioni e dimissioni non si può. Bisogna scegliere…
I protagonisti del calcio italiano devono mettersi in testa una cosa:
dopo quello che abbiamo letto e sentito, l’età della
deferenza è finita”.
10 luglio
Gianni Mura, 22 maggio
“Anch’io
preferirei che Lippi si tirasse da parte, e vedrei più
azzurra
una spedizione senza Cannavaro e Buffon. Niente di personale, parlano i
comportamenti e i loro non sono quelli di professionisti esemplari.
Cannavaro è capitano dell’Italia, se si pensa ad atleti come
Zoff, Scirea, Maldini si nota qualche differenza”.
10 luglio
Personaggi dei fumetti: Paolo Ziliani, primo notista calcistico di Mediaset
Leggete
per credere. Su Tgcom, il sito Mediaset
diretto da Paolo Liguori.
10 luglio
Calcio corrotto, nazionale perfetta
10 luglio
Ci pensa il Marcello/2
Un
pensiero a quelli che hanno crocifisso Lippi per non aver portato in
Germania Panucci. Secondo questi geni, Zambrotta avrebbe dovuto giocare
a sinistra e Panucci a destra. Grosso non avrebbe giocato.
10 luglio
Tranquilli
Totti tornerà a essere il migliore in campo al
primo Roma-Livorno.
10 luglio
Ci pensa il Marcello
Uno straordinario gruppo di giocatori di squadre (Juve e
Milan)
che secondo qualche cretino avrebbe comprato i successi
italiani
ha vinto, meritando, la coppa del mondo. Guidati dall’allenatore
simbolo della Juventus moggiana (5 scudetti, coppa dei campioni, coppa
intercontinentale, più altre tre finali di Champions),
coadiuvato da Ciro Ferrara e dai massaggiatori e
preparatori della Juventus (sistema Moggi). Marcello Lippi credo sia
l’unico allenatore al mondo che è campione del mondo sia con
il
club sia con la nazionale. Lippi è in nazionale per volere
di
Luciano Moggi, sempre sia lodato. Cannavaro è il miglior
giocatore del mondiale, con Buffon e Zambrotta. Ma anche con Pirlo e
Gattuso e Grosso e Materazzi (Gea). Un pensiero a quelli che volevano
ritirare la nazionale, licenziare Lippi, arrestare Buffon e togliere la
fascia a Cannnnavaro, Cannnnavaro.
9 luglio
GRAZIE LUCIANO
9 luglio
Fissazione B.
Alexander Stille spiega agli americani, via New York
Times, che il burattinaio di calciopoli non è Moggi, ma
indovinate chi?
9 luglio
Il Partito Democratico, quello vero (e Under God)
Passeggiate Americane – 7
Il Foglio, 8 luglio
Insicurezze
Where
is the beef?, dicono gli americani. Qual è la ciccia
di
questo ennesimo scandalo di mezza estate? Di che cosa parlano i
giornali, quando dedicano pagine e pagine agli arresti dei vertici dei
servizi segreti, alle lotte di potere tra gli apparati dello stato,
alle complicità dei governi amici di Bush e ai giornalisti
costretti a spiegare ai magistrati i rapporti con le loro fonti?
Parlano di tutte queste cose che raccontano con succosi retroscena
oppure stanno clamorosamente perdendo di vista la sostanza della
questione? The beef, appunto.
La ciccia è questa: la procura della Repubblica di Milano ha
fatto arrestare con l’accusa di “sequestro di
persona” il numero due dei nostri servizi militari per aver
agevolato la Cia a catturare un fondamentalista islamico giudicato
pericoloso dall’intelligence internazionale. Se non
emergerà altro, questo significa che il vertice dei nostri
servizi di sicurezza è stato azzoppato perché ha
svolto
il suo mestiere di condurre azioni coperte di intelligence per
difendere il nostro paese. E’ normale? Ovvio che non lo
è.
Come non è normale – se fosse così come
sospettano
gli incorruttibili giornalisti di sinistra – che i governi
italiani non possano dire apertamente di essere stati a conoscenza
dell’operazione Cia. Ogni volta che negli Stati Uniti viene
scoperto un programma segreto della Casa Bianca (e lo scopre la libera
stampa, non la magistratura), comincia una lunga trattativa con i
vertici istituzionali sull’opportunità o meno di
pubblicare la notizia per non mettere a repentaglio la sicurezza
nazionale e poi, quando i giornali si convincono che non
c’è più pericolo e decidono di
pubblicare, Bush
rivendica senza reticenze le operazioni in difesa del suo paese.
8 luglio
CaroLuca,
perché a un certo punto tutti impazzirono per Mickey Rourke?
Come è possibile che gente senza alcuna qualità
diventi
improvvisamente una star, specie ora che non c’è
più il Costanzo Show? Se sei femmina, ok, capisco. Ma Mickey
Rourke? E Raffaello Tonon? E Alvaro Recoba?
Renosubject – GQ, luglio
Noi, Pio e Pollari
7 luglio
Sono 10 i candidati al titolo di miglior giocatore dei mondiali
Quattro
sono italiani. Tre di serie C, 1 di serie B. Poi ce n’è un
altro
di C più un ex giocatore sempre della squadra di C, entrambi
francesi. Nessuna notizia di Totti, nemmeno un cenno
all’Inter-che-senza-Moggi-avrebbe-vinto-tutto.
6 luglio
Per fortuna c’è un giudice a Berlino, domenica ore 20
Il
processo-farsa al calcio non giocato e alle partite non truccate
Il Foglio, 6 luglio
Solidarietà a D’Avanzo e Bonini
Se
è vero che i due giornalisti di Rep. sono stati intercettati
illegalmente (ma io dico anche se fossero stati intercettati
“legalmente”) è molto grave.
6 luglio
Allora
Il
terrorismo non si combatte con la guerra. E neanche con le azioni di
intelligence. Il terrorismo probabilmente non si deve combattere.
6 luglio
Ecco l’editoriale di prima pagina di Rep a firma di John Lloyd che parla della sinistra, della guerra e di Cambiare Regime
5 luglio
I ragazzi di Moggi
Gli juventini in finale della Coppa del Mondo sono 8,
più
l’allenatore, più Zidane e Inzaghi. Poi ci sono anche 4 o 5
giocatori di serie B del Milan e della Fiorentina. Una finale degna
della serie C.
5 luglio
Serie B
Mi pare evidente, ascoltati gli avvocati
della Juventus e di Giraudo, che ci sia una divergenza ampia tra la
linee di difesa della famiglia Agnelli-Elkann e dei legali di Giraudo.
I primi si mostrano a ogni occasione pronti a collaborare, a non
protestare, ad accettare le decisioni e a ripartire da zero con
l’operazione simpatia. Bah. Giraudo si difende, spiegando che non ci
sono prove di illecito. Se gli Agnelli-Elkann pensano così
di
avviare una soluzione catartica che attraverso l’espiazione faccia
diventare la Juve una squadra simpatica è probabile che ci
riescano, anzi sono certi che gli antijuventini li ameranno. I tifosi
della Juve un po’ meno, anzi quasi niente, a meno che la
proprietà non spinga per la B espiatoria ma senza cedere
nessuno, dico: nessuno dei suoi campioni.
5 luglio
La guerra giuridica contro il jihad
Passeggiate americane – 6
5 luglio
Il rovescio della medaglia
L’aspetto negativo della vittoria di ieri è che la
gazzetta delle procure avrà venduto un mucchio di copie
5 luglio
Qui a Milano i tassisti stanno facendo un casino
4 luglio
La Juve in C (e i milanisti in B) va in finale
Cannavaro è mostruoso, così come Buffon
e Zambrotta.
Straordinari anche Grosso (anche al di là del gol), Gattuso,
Pirlo e Gilardino. Tutta gente retrocessa da menteccattiche
in
preda alla furia giustizialista volevano togliere la fascia a
Cannavaro, cacciare Buffon
e licenziare Lippi. Che retrocedano loro, mentecatti. Lippi
è un
genio, come chi lo amava alla Juve sa molto bene. Nei tempi
supplementari ha fatto entrare Gilardino, Iaquinta e poi Del Piero per
vincere la
partita e l’ha vinta grazie a queste mosse, giocando con quattro punte
e anche con un bellissimo
gol di Del Piero. Peccato solo che giochiamo semprecon quel
numero 10, anzi sempre in 10.
4 luglio
Caro John Elkann,
Rilancio la mia tesi di qualche
settimana fa: la Juventus ceda in prestito tutti i suoi calciatori al
Siena (se non retrocede) o all’Ascoli, squadre di serie A con maglia
bianconera. La Juve vada dove i giustizialisti la vogliono mandare e
faccia il suo corso, mentre noi con l’Ascoli (e senza Capello) vinciamo
subito quest’anno la terza stella.
4 luglio
Moggiopoli, sì
4 luglio
Cose che voi umani
Mi è appena arrivato un libro della Baldini e
Castoldi dal titolo:
“La mas digna – L’Inter, il Subcomandante Marcos e i misteri del 5
maggio”
Prefazione di Fausto Bertnotti
4 luglio
Un editoriale di Repubblica sulla sinistra, la guerra e Cambiare Regime
Sulla prima pagina di Rep. di oggi ne scrive John Lloyd
4 luglio
Umberto Ranieri sull’Unità scrive di Cambiare Regime
4 luglio
Deve essere il cognome
Uno
dei primissimi atti del sindaco Moratti è l’annuncio di non
voler applicare a Milano il decreto Bersani sui taxi e quindi di
ripudiare una lunga battaglia del predecessore Albertini oltre che
l’essenza stessa del movimento denominato Forza Italia.
4 luglio
Taxi e senso delle proporzioni
Ricordiamoci
però che questa battaglia furiosa sui taxi riguarda poche
migliaia di tassisti e qualche migliaio di cittadini residenti in 5 o 6
città italiani.
4 luglio
Arbitri a favore
La squalifica di Frings è una delle più grandi
ingiustizie recenti del calcio mondiale, dopo l’aver messo in
discussione la superiorità della Juventus negli ultimi due
anni.
4 luglio
Galliani, Rossi, Agnolin
Mi chiedo come mai la pubblicistica italiana dica ogni
abominio
possibile sul potenziale conflitto di interessi di Adriano Galliani
presidente di Lega e dirigente del Milan, ma non adoperi lo stesso
criterio nei confronti di Guido Rossi, commissario straordinario della
Federcalcio ed ex dirigente dell’Inter di Moratti dal 1995 al 1999, e
di Gigi Agnolin appena nominatoCommissario degli arbitri ma
pur
sempre ex dirigente della Roma dal 1995 al 2000 (al posto di Moggi,
guarda che combinazione). E’ giusto, corretto e lineare che i due
plenipotenziari del nuovo calcio italiano che oggi risistemano i
campionati e domani governeranno il pallone siano due ex dirigenti e
membri del Consiglio di amministrazione di due squadre di calcio
inguiate (e condannate) per altri scandali del sistema calcio su
cuiè stato fatto un bel colpo di spugna? Per dire:
se il
Coni avesse nominato Gabriele Galateri o Giampiero Boniperti quali
commissari della Federcalcio e dell’Aia, secondo voi qualcuno avrebbe
alzato il ditino? La fu Gazzetta se ne sarebbe accorta?
3 luglio
L’indiscutibile superiorità di Rep.
La Repubblica al suo meglio/2.
Un articolo come al solito perfetto di Alberto Flores dice che in
America “la chiusura di Guantanamo non è in discussione”.
Rep.
tpubblica ma itola così: “Dopo la sentenza della Corte
suprema
si discute la possibile chiusura”
Epoi “Gli Usa pensano al dopo-Guantanamo”
3 luglio
235 milioni
La Repubblica al suo meglio
3 luglio
Cose di una settimana
1 No al referendum costituzionale. Ve lo meritate Oscar Luigi,
ve lo meritate.
2 Il governo ha fatto una cosa buona, anzi eccezionale, oltre che
inaspettata. Il merito è di Bersani e della tenacia di
Capezzone. Bravi. Il governo Berlusconi, in cinque anni, non han
nemmeno tentato di fare ciò che Bersani ha fatto in poche
settimane. Certo, non è la rivoluzione americana e ci sono
molte
cose un po’ così in questa riforma, ma evviva
evviva
evviva lo stesso. Alzi la mano, Capezzone escluso, chi si sarebbe
aspettato un colpo così da un governo pieno di comunisti.
Bravi
e abbasso i tassisti.
3 La Rosa nel Pugno, ovvero l’Alleanza democratica del 2000,
non
esiste più. Come previsto. Io, infatti, almeno in questo
caso
posso alzare la mano.
4 Pannella ha lanciato un’inutile proposta per salvare la
vita a
Saddam, in linea con quello slogan vuoto che a radio radicale ripetono
come un mantra da 4 anni: Iraq libero.
5 Zinedine Zidane, anche camminando, vale due Totti (Ilary compresa) e
sette Ronaldinho.
6 L’Inter è ancora oggi la favorita per lo scudetto
7 Luca Sofri si permette di criticare il Totti di Repubblica, ma solo
dopo 6 righe di elogi preventivi.
8Gianluca Pessotto. Prendo a sberle chi dice che non
è
stato un campione, ma solo un umile gregario di quelli idolatrati da
comici cantanti e severgnini interisti. Pessotto è stato uno
straordinario campione, primo assist man della Juve (chiedete a
Trezeguet), straordinario crossatore capace di non far venire a nessuno
il dubbio che Zambrotta potesse giocare al posto suo, a destra come a
sinistra. Tutti ricordano l’episodio di Perugia, quando il
Palazzo del calcio decise di far perdere uno scudetto alla Juve e lui,
sotto la pioggia, sotto 1 a 0 e a pochi minuti dalla fine, diede la
palla agli avversari con una rimessa laterale ingiustamente assegnata
alla Juve. Io ricordo quando ai giornalisti che chiedevano ai
calciatori della Nazionale quale libro stessero leggendo in trasferta,
lui rispose “Le affinità elettive” di Goethe. Credo di
avergli
visto fare una sola brutta partita, all’Olimpico contro la
Lazio
qualche anno fa.
9 L’ItalJuve è la squadra più forte del
campionato
grazie al suo allenatore, al suo portiere, al suo capitano, al suo
terzino d’ala, al sistema Moggi/Galliani e a una mezza
dozzina di
comprimari indeboliti da uno che cerca di fare il cucchiaio ogni due
per tre e Fabio Caressa, anziché insultarlo, dice di aver
visto
“grandi parate del portiere” per elogiare comunque
Totti.
10 Sono otto (8) i calciatori della Juventus in semifinale.
Più Zidane e Inzaghi.
11 Totti e Grosso sono i meno in forma della nazionale, ma gli va
riconosciuto che tra il 92esimo e il 93esimo di una partita sono stati
decisivi e coraggiosi.
12 Il Brasile è stato ridicolo fin dalla prima partita,
nonostante il marketing e malgrado i giornalisti sportivi italiani. Gli
stessi che già immaginano trame oscure per far vincere la
Germania, volevano arrestare Lippi, cacciare Cannavaro, linciare
Buffon. Sono gli stessi che omaggiarono Moggi e che ne invocarono uno
ai tempi del caso Moreno, un arbitro che arbitrò alla
perfezione
una partita del 2002 che l’Italia meritò
ampiamente di
perdere. La palla è rotonda.
13 Per dire, a un certo punto il Brasile ha fatto giocare
l’indimenticato Gilberto dell’Inter. Inspiegabilmente la Francia non ha
schierato Brechet.
14 L’Unità ha elogiato CAMBIARE REGIME in prima
pagina, a
firma del presidente della Commissione Esteri di Montecitorio, Umberto
Ranieri
15 Le accuse a Salvatore Sottile sono cadute. Woodcock è
ancora al suo posto.
16 Uno dei migliori blogger italiani è stato assunto dal
miglior
femminile italiano, quello diretto da una che conosco bene.
17 Ennio Caretto, approfittando della mia assenza, in un articolo ha
scritto per ben tre volte che deputati e senatori “neocon” non so quale
abominio avessero perpetrato. Caretto non ha ancora avuto notizia che
non esiste nessun senatore o congressista neocon. In totale, nella
storia, sono stati
2. L’ultimo dei quali è morto parecchi anni fa. Entrambi
erano
democratici, non repubblicani.
3 luglio