Trecento milioni di americani sono pochi, ha scritto ieri lo storico inglese Niall Ferguson. Sono pochi per costruire un impero liberale e mantenere la leadership democratica del mondo, specie ora che l’Europa assiste al proprio declino demografico ed economico. Trecento milioni sono pochi perché c’è soltanto l’argine americano al declino occidentale che, tra meno di cinquant’anni, potrà contare su cento milioni di americani in più e su cento milioni di europei in meno. Trecento milioni sono pochi perché, a differenza degli imperi tradizionali, gli Stati Uniti si rafforzano importando persone, non esportandole. Più americani ci sono, meno probabile sarà l’arretramento della civiltà occidentale. La tesi è questa e, malgrado gli allarmi degli ambientalisti, i pericoli di sovraffollamento non esistono in un paese che è il 172esimo meno densamente popolato della terra.
Ferguson è analista attento e rispettato nei circoli culturali liberal, oltre che un critico di parecchie delle scelte di politica estera di George Bush. Eppure scrive apertamente che le masse asiatiche e sudamericane stanno colonizzando l’Europa e l’intero occidente. Il problema culturale e sociale è reale, non un argomento retrogrado o razzista o di bassa propaganda politica, come insiste a dire la gran parte dei commentatori europei. L’editorialista conservatore Mark Steyn ha scritto un libro, “America Alone”, per spiegare le implicazioni geopolitiche della demografia, cioè del numero delle nascite. Il tasso di crescita americano è positivo rispetto a quello europeo: ci sono 2,1 nascite ogni donna americana, mentre in 17 paesi europei, tra cui l’Italia, la media è di 1,3 nascite per ogni donna. La popolazione americana cresce e, ieri pomeriggio alle 19, aveva superato di quasi 48.000 unità la famosa quota 300 milioni. Non cresce soltanto grazie alle nascite, ma anche ai nuovi arrivi. Oggi come agli albori della rivoluzione americana, gli Stati Uniti sono il paese sviluppato con i prezzi più bassi per comprare una casa, mettere su una famiglia e realizzare il proprio sogno. Steyn ha fatto l’esempio di Crawford, in Texas, dove accanto al ranch di Bush, con 30 mila dollari (meno di 24 mila euro) si può acquistare una casa dotata di aria condizionata, con tre stanze da letto e ampio giardino.
Il punto è che i nuovi americani sono sempre più asiatici e sudamericani, e sempre meno europei. Non sarebbe un problema se l’Europa fosse consapevole del proprio declino e del processo di colonizzazione che sta subendo a casa propria. I trecento milioni (e 48.000) americani sono pochi, ma gli europei sono ancora di meno.
24 Ottobre 2006