Camillo di Christian RoccaLascia anche Bolton, ora Bush dovrà fare nomine più piacione

Milano. John Bolton lascia il posto di ambasciatore americano alle Nazioni Unite e Bush è costretto a perdere un altro tassello della sua squadra di politica estera, questa volta a causa di un senatore repubblicano moderato, peraltro sconfitto alle elezioni di metà mandato del 7 novembre. L’incarico temporaneo di Bolton scade a gennaio, quando si insedierà il nuovo Congresso a guida democratica uscito vincitore dalle elezioni di mid-term. Il presidente George W. Bush aveva nominato Bolton nell’agosto del 2005, approfittando della chiusura estiva del Senato e dopo che il senatore repubblicano del Rhode Island, Lincoln Chaffee, in commissione Esteri del Senato aveva deciso di non dare il suo parere favorevole alla conferma, impedendo quindi a Bolton di ottenere il voto dell’aula, dove avrebbe ottenuto una facile conferma vista la maggioranza repubblicana di 55 senatori contro 45. Un mese fa, malgrado la sconfitta elettorale, la Casa Bianca aveva deciso di rimandare al Senato la nomina di Bolton, provando a ottenere la conferma dell’ambasciatore dall’attuale Congresso repubblicano. Senonché il senatore Chaffee, ormai ex perché sconfitto alle elezioni di metà mandato da un candidato democratico, ha deciso di mantenere la sua opposizione, cancellando le possibilità di Bolton di continuare il suo lavoro al Palazzo di vetro.
C’era chi credeva che i democratici avrebbero cambiato idea su Bolton, accusato due anni fa di essere incapace di chiudere accordi diplomatici a causa della sua intransigenza ideologica. Ex vicepresidente dell’American Enterprise Institute ed ex direttore del Project for a New American Century, Bolton è un conservatore tradizionale, ex collaboratore di James Baker, molto vicino al vicepresidente Dick Cheney e considerato il più unilateralista in un’Amministrazione di unilateralisti. In realtà si devono a lui le grandi iniziative multilaterali di Bush, dai colloqui a sei con la Corea del nord alla Proliferation Security Initiative, cioè l’alleanza multilaterale di chi vuole fermare la corsa alle armi di sterminio da parte dei “paesi canaglia”.
All’Onu, invece, Bolton è stato efficacissimo, tanto che in pochi mesi è riuscito a ottenere risoluzioni sulla Siria, sulla Corea del nord, sull’invio delle truppe in Libano ed è a un passo dall’accordo al Consiglio di sicurezza sull’Iran. “E’ una vergogna, ma anche una disgrazia – dice il direttore del Weekly Standard Bill Kristol – John Bolton è stato un grande ambasciatore, uno dei pochi funzionari governativi leali al presidente e capaci di portare avanti la politica della Casa Bianca”. L’analista della Heritage Foundation, Nile Gardiner, spiega che Bolton è stato “in prima linea contro i tiranni e dittatori del mondo e contro l’ipocrisia delle Nazioni Unite sul genocidio in Sudan”. Secondo Kristol, George Bush non ha difeso a sufficienza Bolton, né l’ha proposto per il posto di vicesegretario di stato, appena liberatosi per le dimissioni del vice di Condoleezza Rice, Philip Zelikow. Da quel posto, dice Kristol, Bolton avrebbe potuto continuare il suo lavoro all’Onu, ma evidentemente Bush aveva in mente altri progetti.
Il favorito è l’ambasciatore in Iraq, Khalilzad
A Washington sono cominciate a circolare le liste dei possibili candidati per sostituire Bolton. Il favorito è l’attuale ambasciatore americano in Iraq, Zalmay Khalilzad. C’è chi scommette sull’ex leader democratico al Senato, George Mitchell, considerando che il nominato dovrà ottenere il voto prima dalla commissione Esteri e poi dal Senato, entrambi a maggioranza del Partito democratico. Motivo per cui il sogno dei conservatori della National Review di avere all’Onu l’ex senatore della Pennsylvania, Rick Santorum, ha scarse chance. Il New York Times punta anche su Zelikow, su Paula Dobriansky, attuale sottosegretario di stato alla promozione della democrazia, e addirittura sullo stesso Lincoln Chafee che ha impedito il voto del Senato su Bolton.
Bush dovrà nominare anche il vice di Condi Rice e il vice del nuovo segretario alla Difesa, Bob Gates, dopo le dimissioni del braccio destro di Donald Rumsfeld, Stephen Cambone. Con il nuovo Senato controllato dai democratici sarà difficile che per questi tre posti, a cominciare dalle Nazioni Unite, Bush possa nominare personaggi come John Bolton, uno che quando un giornalista gli chiese quale fosse la politica americana sulla Corea del nord nuclearizzata, prese dalla libreria un libro dal titolo “The End of North Korea”, “la fine della Corea del nord”, lo posò sulla scrivania e disse: “Questa”.

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