Camillo di Christian RoccaThe Politico

Immaginatevi Francesco Verderami, Massimo Giannini, Augusto Minzolini, Gianpaolo Pansa e Sergio Valzania che lasciano il Corriere, la Repubblica, la Stampa, l’Espresso e Radiotre, per fondare un nuovo giornale politico, esclusivamente politico, che si potrà sfogliare soltanto su Internet. Parrebbe un’ipotesi impossibile, ma non negli Stati Uniti, dove infatti martedì nascerà “The Politico”, giornale web multimediale che racconterà Washington in tutti i suoi aspetti, a cominciare dalle attività congressuali, dalle campagne presidenziali e dal business delle lobby e dei gruppi di pressione.
Non sarà un giornale di servizio dedicato agli addetti ai lavori, come ce ne sono altri, dal National Journal al Roll Call fino a The Hill. Sarà un vero e proprio giornale di informazione, di analisi e di commenti come il Washington Post e il New York Times, solo che sarà costantemente aggiornato sul web, alimentato da vari blog, letto gratuitamente su Internet e distribuito, sempre gratuitamente, tre giorni la settimana in 30 mile copie durante le sessioni del Congresso. The Politico avrà spazi all’interno di trasmissioni televisive della Cbs e una sua produzione di filmati e di audio, scaricabili dal sito.
La grande novità è che questa avventura sarà guidata da alcune delle principali firme del giornalismo americano che, per l’occasione, hanno lasciato il Washington Post, Time, New York Times, la Npr, Daily News e varie altre storiche testate per andare a scrivere sul web e a curare i propri blog personali. Lo stile degli articoli sarà discorsivo, divertente, diretto, in modo che i giornalisti trasmettano al lettore che cosa sanno, che cosa pensano e perché lo pensano.
Il direttore è John Harris, 43 anni, capo della straordinaria sezione politica del Washington Post, oltre che biografo di Bill Clinton. Il suo vice è una delle star del Post, l’inviato speciale Jim VandeHei, 35 anni. L’altro vicedirettore, Bruce Drake, ha vicediretto le news della Npr, la prestigiosa radio pubblica americana. A loro si sono aggiunti Mike Allen, 42 anni, prima firma politica del settimanale Time, l’editorialista e saggista Roger Simon, vari ex giornalisti del New York Times e del Wall Street Journal a formare una squadra composta da 25 tra cronisti e opinionisti nel pieno della loro carriera e ventenni e trentenni di grandi capacità, come quel Ben Smith del Daily News che solo qualche settimana fa ha scovato i documenti segreti della campagna elettorale di Rudy Giuliani. Il progetto grafico è dell’ex art director del New York Times, mentre il capitale è della Allbritton Communications, società proprietaria di vari canali televisivi e radiofonici.
Nelle redazioni dei giornali americani non si parla d’altro. VandeHei giura di avere la casella di posta piena di e-mail di grandi nomi del giornalismo che chiedono l’assunzione, probabilmente attirati da stipendi che lo stesso VandeHei definisce “molto più alti di quelli del Times e del Post” e da un’annunciata disponibilità a seguire in modo capillare la campagna presidenziale. Il direttore del Washington Post ha dovuto rassicurare la sua redazione, mentre altri non si capacitano del fatto che si possa lasciare il giornale del Watergate per Internet.
Il direttore di The Politico, John Harris, la vede diversamente: “Le persone che hanno una carriera soddisfacente sono quelle che riescono a trovare un segno di distinzione nel proprio lavoro, quelli che riescono a intervenire nella conversazione pubblica attraverso il proprio talento, non chi si adagia sulla reputazione e sul peso specifico dei giornali per cui lavora. Stare al Post e al Times è fantastico, ma una volta arrivato lì la tua carriera diventa come quella di un impiegato degli anni Cinquanta alla General Motors o all’Ibm”.
L’obiettivo di The Politico non è di reinventare la ruota, ma di farla meglio. Il direttore di The Politico assicura che farà un giornale prevalentemente di analisi e di notizie, non di opinioni, ma è consapevole che “sono gli ideologi, non i tecnocratici di Washington, a fare la storia”.

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