Camillo di Christian RoccaLezioni dal partito democratico (americano)

Il centrosinistra americano, anche nelle sue componenti più radicali, ieri pomeriggio ha votato a favore del finanziamento della guerra in Iraq e in Afghanistan e, in particolare, dell’invio di ulteriori 30 mila soldati a Baghdad e di un maggiore impegno militare a Kabul. E’ una notizia che non leggerete sui giornali italiani che in questi giorni hanno prima millantato i “successi” americani di Massimo D’Alema e ora, dopo la figuraccia intercontinentale, avanzano comiche ipotesi di complotti Bush-Berlusconi o raccontano di fantomatiche scuse fornite da Condi Rice al nostro governo. “I liberal si addolciscono sul finanziamento della guerra in Iraq”, titolava in prima pagina ieri mattina il Washington Post. La Camera a maggioranza democratica ha infatti concesso 124 miliardi di dollari alla Casa Bianca (che ne aveva chiesti 100) per eseguire il piano strategico affidato al generale Petraeus e agli altri generali in Afghanistan. Il partito democratico ha votato sì, malgrado non faccia mancare durissime critiche alla guerra in Iraq. L’ala pacifista però ha votato a favore del mega finanziamento, perché sa che non è serio tagliare i fondi ai connazionali impegnati in guerra e si è accontentata della fissazione di una data, settembre del prossimo anno, per il ritiro delle truppe combattenti dall’Iraq (ma non dall’Afghanistan). Al Senato questa limitazione del potere di guerra del presidente non convince nemmeno tutti i democratici e, in ogni caso, non diventerà mai legge perché Bush porrà il veto. Ora paragonate la sinistra Usa a quella italiana.

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