Camillo di Christian RoccaChi comanda al Pentagono?

IL FOGLIO, 12 giugno 2007 New York. Il Wall Street Journal, ieri mattina, ha criticato duramente il capo del Pentagono, Robert Gates, accusandolo di farsi dettare la linea politica da un senatore del partito democratico, Carl Levin. “Secondo alcune indiscrezioni, Robert Gates sarebbe il segretario alla Difesa. Aspetteremmo però una conferma ufficiale – ha scritto ironicamente il giornale finanziario le cui pagine degli editoriali sono uno dei pilastri intellettuali del mondo conservatore – perché in base alle ultime prove l’uomo che guida il Pentagono ci sembra il senatore del Michigan Carl Levin. E visto che ci siamo, George W. Bush è ancora il presidente?”. L’occasione di questo editoriale, proveniente da un giornale che sostiene l’intervento in Iraq, è stata la decisione di Robert Gates, ovviamente approvata dalla Casa Bianca, di non rinnovare il mandato di due anni, in scandeza a settembre, al generale dei Marine Peter Pace al posto di capo del Joint Chief of Staff, la principale carica militare del governo americano. Una mossa inconsueta quella del capo del Pentagono, non solo perché non capitava dal 1964, cioè dall’inizio della guerra in Vietnam, che un capo del Joint Chief of Staff non venisse riconfermato per un secondo mandato di due anni, ma anche perché era stato lo stesso Gates, qualche giorno fa, ad aver chiesto a Bush l’approvazione presidenziale alla sua scelta di voler rinominare Peter Pace e il suo vice Edmund Giambastiani ai due principali ruoli militari del Pentagono. Senonché, venerdì scorso, Gates ha detto in conferenza stampa di aver cambiato idea, esplicitamente per evitare problemi al momento del dibattito senatoriale sulla conferma della nomina. Il senatore Carl Levin, cioè il democratico che presiede la Commissione senatoriale sui Servizi Armati, ha fatto sapere ai giornalisti di essere stato lui a dire a Robert Gates che il processo di conferma del generale Pace sarebbe stata un’occasione di battaglia che i democratici non si sarebbero lasciati sfuggire. Gates, dunque, ha pensato bene di evitare lo scontro, scegliendo al posto di Pace l’ammiraglio Michael G. Mullen, oggi a capo delle operazioni navali. L’illusione, secondo il WSJ, è che Levin e i democratici diventino più buoni, invece “non sono interessati a una strategia bipartisan che eviti la sconfitta in Iraq, vogliono accusare Bush per la sconfitta, in modo da distruggere la sua presidenza ed eleggere un democratico nel 2008”. Peter Pace è uno dei militari più rispettati di Washington, il primo marine ad occupare quel ruolo, e un fedele esecutore degli ordini ricevuti dai suoi superiori civili, il segretario alla Difesa e il presidente. Ultimamente è stato al centro di una tempesta mediatica a causa di una dichiarazione in cui giudicava “immorali” gli atti sessuali tra omosessuali, stemperata poi dall’offerta di scuse. Pace, inoltre, era considerato un fedelissimo di Donald Rumsfeld, il predecessore di Robert Gates. Ma al contrario del generale George Casey, che qualche mese fa Gates ha scelto come capo di stato maggiore dell’esercito, Pace non è il responsabile diretto degli errori strategici commessi in Iraq. Era Casey era il generale al comando delle operazioni in Iraq che, con l’occhio rivolto al rientro delle truppe, non sono riuscite a evitare la guerriglia tribale e settaria. Casey era contrario alla nuova strategia irachena affidata al generale David Petraeus, mentre Pace no. Chi difende la scelta di Gates, sostiene che è anche giunto il momento in cui il nuovo segretario si scelga i suoi uomini, anziché puntare ancora su quelli di Rumsfeld. I segnali provenienti da queste scelte, e anche da certe dichiarazioni di Gates, sembrano però contraddittori, quasi che Gates non creda fino in fondo che la strategia di Petraeus in via di esecuzione a Baghdad sia quella giusta. Anche il generale Douglas Lute, appena nominato coordinatore tra la Casa Bianca e il Pentagono sulla guerra in Iraq, è tiepido sulla nuova strategia militare in corso a Baghdad – la cui efficacia sarà valutata dal Congresso a settembre.

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