Milano. La Bbc fa informazione con un pregiudizio politico e culturale di sinistra. Questa volta la critica alla più prestigiosa televisione pubblica del mondo, modello ineguagliato per molti altri paesi, non arriva da opinionisti o uomini politici di parte avversa, ma proviene dalla stessa azienda pubblica britannica. Una decina di giorni fa, come ha scritto il Foglio il 19 giugno, la Bbc ha reso noto il risultato di un rapporto commissionato a una delle principali società di ricerca britanniche. Il documento ha detto a chiare lettere che il pregiudizio di sinistra dell’informazione della Bbc è evidente e pervasivo in tutti i suoi programmi. Robin Aitken, giornalista con un passato venticinquennale alla Bbc, s’è sentito vendicato, visto che qualche mese fa aveva pubblicato un libro “Can we trust the Bbc?”, “Possiamo fidarci della Bbc?”, in cui raccontava per filo e per segno la marchiatura di sinistra dell’approccio informativo dei giornalisti di quella che gli inglesi amichevolmente chiamano “Aunt Beeb”, la vecchia zia. Il suo libro non è stato mai recensito in nessuna delle trasmissioni televisive o radiofoniche della corporation londinese. Ieri Aitken è intervenuto sul Wall Street Journal per attenuare l’entusiasmo che l’aveva colto al momento dell’auto-ammissione di colpevolezza della Bbc. E’ successo, infatti, che a fronte del rapporto interno, il capo del gruppo di controllo sull’imparzialità dei notiziari Bbc, Richard Tait ha negato che l’informazione della Bbc soffra di un pregiudizio di sinistra. Aitken sa bene che la Bbc non s’è mai distinta per capacità di autocritica, anche perché l’asset principale di un’organizzazione giornalistica è la sua credibilità. Così ha ricordato le note interne che scriveva per conto del direttore e del consiglio di amministrazione negli ultimi tempi in cui ha lavorato ad Auntie Beeb. In ciascuno di questi memo, poi diventati il nucleo del suo libro, Aitken dimostrava con episodi concreti in che cosa consistesse il pregiudizio di sinistra dei giornalisti e dei notiziari Bbc. Le domande poste dal giornalista erano sempre le stesse: “Perché assumiamo soltanto noti opinionisti di sinistra e mai nessuno di destra?”, “Perché usiamo la parola ‘destra’ come sinonimo di tutto ciò che non ci piace?”, “Perché non concediamo mai alle azioni degli Stati Uniti il beneficio del dubbio, in contrasto con gli strenui tentativi di essere giusti con i nemici della Gran Bretagna?”. Il libro di Aitken, confermato dallo stesso rapporto interno della Bbc, spiega in che cosa consista il “bias” di sinistra dell’informazione pubblica britannica. Non si tratta soltanto della decisa e fiera opposizione all’intervento in Iraq, che non ha mai permesso di presentare in modo bilanciato le ragioni – molte delle quali, peraltro, di sinistra – della guerra per destituire Saddam. C’è molto di più. A sentire o vedere i notiziari della Bbc, c’è sempre qualcuno che interpreta la parte del cattivo e su cui addossare la colpa dei mali del mondo: la destra religiosa, i neoconservatori, George W. Bush e l’elenco continua fino a comprendere gli scettici dell’idea che il surriscaldamento terrestre sia creato dall’uomo, trattati allo stesso modo, se non peggio, dei negazionisti dell’Olocausto. Su ogni argomento oggetto di confronto politico, la Bbc fa sempre trasparire la sua posizione, mai lontana da quella dell’ala radicale dello schieramento di sinistra. Il conflitto mediorientale è sempre colpa di Israele, mentre ai palestinesi è garantito uno status di vittime permanenti che evita ogni tipo di critica nei confronti delle loro azioni o, peggio, delle loro motivazioni. La stessa cosa accade quando il tema di confronto riguarda le questioni etiche e morali. La possibilità di abortire è sempre un bene sociale. Il multiculturalismo è un’ideologia consolidata che porta ogni servizio della Bbc a sposare quel relativismo che considera tutte le culture allo stesso modo, anche le più retrograde. La Bbc è favorevole a ogni pretesa della lobby gay, matrimonio e adozione compresi. La particolarità di questo modo di fare informazione – come spiegava il libro di Bernie Goldberg “Bias”, centrato sul pregiudizio nelle tv americane – è che queste posizioni non sono percepite come di parte dai giornalisti che le espongono. Il pregiudizio è proprio questo, spiegava “Bias”: le elite giornalistiche la pensano allo stesso modo sui grandi temi sociali del nostro tempo e dopo un po’ si convincono che tutto il mondo civilizzato la pensi come loro. Non classificano le proprie idee come di sinistra, ma come il modo corretto di giudicare le cose: “Ecco perché – scriveva Goldberg – non solo sono in disaccordo con i conservatori, ma li guardano anche come se fossero deficienti”.
30 Giugno 2007