La sinistra americana, e in particolare Hillary Clinton, ha un problema con la parola “liberal”. Nel dibattito politico statunitense la definizione è diventata radioattiva, quasi un insulto, a causa della criminalizzazione che ne hanno fatto i conservatori, cioè i liberali classici in senso europeo, ma anche per il ribaltamento del suo significato originale operato dal Partito democratico negli ultimi quarant’anni. A un recente dibattito presidenziale, la Clinton ha detto di non riconoscersi più nel significato attuale del termine e, piuttosto, di preferire per se stessa la definizione di “progressista”. La senatrice ha ricordato che, in origine, con la parola “liberal” si identificava chi si batteva per le libertà dell’individuo minacciate dai poteri forti, ma “purtroppo negli ultimi trenta o quarant’anni la parola è diventata sinonimo di ‘big government’, cioè completamente l’opposto del significato del Diciannovesimo secolo e dell’inizio del Ventesimo”. Il liberalismo americano di sinistra è cominciato con le politiche sociali del New Deal di Franklin Delano Roosevelt, volte non soltanto a mitigare gli effetti perversi del capitalismo, ma anche a scongiurare l’avvento del socialismo. Nel corso degli anni, però, il liberalismo “made in Usa” si è trasformato in una filosofia di governo favorevole all’intervento statale, alla programmazione, alla regolamentazione. Non che negli Stati Uniti sia scomparso del tutto il suo vero significato filosofico (John Locke), economico (Friedrich Hayek), civile (Martin Luther King), ma nella quotidiana battaglia politica e nel linguaggio comune i liberal sono quelli che vogliono aumentare le tasse, la burocrazia e il peso del welfare state. Hillary quindi preferisce chiamarsi “progressista”, una definizione introdotta nel lessico politico da un repubblicano, l’ex presidente Theodore Roosevelt che nel 1912 ruppe con i suoi per fondare il Partito progressista che aveva un programma politico contro i poteri forti, contro il business selvaggio e in nome dei diritti individuali. Il progressismo di Roosevelt, e ora di Hillary, è il liberalismo classico, quello che in Europa è più facile trovare a destra.
15 Settembre 2007