Camillo di Christian RoccaAnalisi sentimentale di una partita di calcio

Massimo Zampini è il fenomenale "Er go' de Turone", uno dei più brillanti tifosi militanti juventini. Qui di seguito, in trasferta a Bruxelles, racconta come ha vissuto la partita con gli indossatori di scudetti altrui e aziendali

di Er Go’ de Turone
Niente da fare, alla fine la sento anch’io, come se fosse una partita speciale.
Sarà la voglia di rivincita, il desiderio di dimostrarci ancora vivi.
La vivo anch’io come un’attesa diversa dalle altre.
Forse, a pensarci bene, sarà anche per quei 3 dati che ho letto nel pomeriggio su un giornale (bianco, ovviamente). Le statistiche erano queste.

Ultimo scudetto conteso tra le 2: 2005, Juve sul campo, Inter a tavolino.

Ultima vittoria dell’Inter in quello stadio: 1983, 3-3 sul campo, 0-2 a tavolino.

Vittoria con maggior scarto: 9-1 Juve, Inter in campo con i primavera.
Cosa c’entra quest’ultima? Beh, facile.
Perchè l’Inter era scesa in campo con i giovani? Per protesta, perchè volevano la vittoria a tavolino, e invece era stata ordinata la ripetizione di una partita sospesa per invasione.

Allora si’, guardo quei dati e un po’ rido, un po’ comincia a salire la tensione.

Arrivo al pub, qui a Bruxelles, alle 20. Sono il primo. Il grande schermo è occupato dal football americano, da non crederci. Ma forse hanno ragione loro, Juve-Inter non ha motivo per essere una partita speciale: in Europa l’Inter non ha lasciato grandi ricordi negli ultimi 40 anni, e di signori anziani che possano ricordare Mazzola e Corso, nel pub ce ne sono proprio pochi.

Vado in una delle sale dove trasmetteranno la partita, ovviamente sono il primo. Pian piano arriva gente, con uno sguardo cerco di capire che tipi sono, per chi tiferanno. Più juventini, direi.
La vediamo con sky, quindi ho modo di vedere l’abbraccio dei tifosi al pullman bianconero, l’augurio della curva (Montero torna per Ibra!), i cori, i fischi.
Sale, la tensione, sale.

Il pullman dell’Inter, bloccato dai tifosi juventini, è in ritardo, cosi dicono. La partita comincia in ritardo. Ecco qua, penso io. Vincono a tavolino.

La partita è equilibrata, il fuorigioco è utile ma pericoloso, ed ecco che ne fanno uno, che rischiano di farne un altro. Ma Ibra, troppo tifoso nerazzurro, si emoziona e si fa anticipare a porta vuota.
Secondo tempo, la Juve è calata, quasi assente. Loro rischiano di dilagare in contropiede. Esce Cruz, uno lento, ma che segna ogni 2 occasioni.
Entra Suazo, uno velocissimo, ma che non segna neanche a porta vuota. Meglio cosi.
Altra grande intuizione di Mancini. Fuori Figo, dentro Burdisso.
Bravo, l’uomo che vince sempre.

Da noi, invece, entra Camoranesi, unico fuoriclasse in campo tra tutte e due le squadre, fa 3 dribbling in un minuto, cambia la partita.

Palladino, che tanti juventini criticano e io davvero non capisco perchè, da tutta la partita salta Maicon senza problemi, lo frega un’altra volta e mette al centro, poi Iaquinta, Camoranesi…

Gol. Gol, si. Abbiamo segnato. Un anno e mezzo dopo, riecco quella scena. Si abbracciano tutti.
E’ giusto cosi, visto che loro non hanno allenatore, mentre noi abbiamo meno qualità, ma una tonnellata di carattere in più.
Sono felice. mi spiace solo per Bergomi, lo sento un po’ giù e proprio non capisco perchè.

L’Inter è più forte, niente da dire. Non ha un briciolo del carattere della Juve capelliana, ma è forte. Prova a vincere nonostante il suo allenatore, il che è comunque lodevole.

Sono felice per un pareggio contro l’Inter, e qui chi ha il compito di rifare grande la nostra Juve si fermi magari a leggere queste due righe. Facciano il possibile, al più presto, per riportare le cose al proprio posto.
Perchè Juve-Inter ieri per noi era una partita speciale, mentre nei 100 anni precedenti speciale lo era stata solo per loro, perchè quella domenica affrontavano i più forti.

Perchè ieri, dopo un pareggio in casa, eravamo a festeggiare per un punto guadagnato.
Mentre da quando esiste il calcio, un pareggio in casa contro l’Inter vuol dire solo due punti persi.
Poche chiacchiere, allora, e al lavoro. Sin da gennaio.

Per ora, accontentiamoci di Moratti e dei suoi arbitri "eccessivamente bravi", del "pareggio ingiusto" di Mancini, delle mani sulla testa di Cambiasso scandalizzato per una decisione arbitrale, ovviamente del tutto corretta.
E teniamoci Ranieri e Molinaro, che non saranno Lippi e Zambrotta, ma hanno fatto togliere un ammonizione a un avversario.
E ci hanno aiutato a ricordare, in una serata dove tutto sembrava essere invertito, che la Juve in fondo è sempre la Juve, e l’Inter è sempre l’Inter.

Al di là del risultato, e di quel punto guadagnato in una partita speciale, che dall’anno prossimo deve tornare ad essere solo due punti persi, in una partita normale.

Forza Juve. I love football.

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