New York. Il direttore della campagna elettorale ha ricevuto un Blackberry soltanto la settimana scorsa, la capa dell’ufficio stampa è la figlia venticinquenne Sarah e lui in un anno ha raccolto soltanto 3 milioni di dollari. Eppure Mike Huckabee è il candidato repubblicano più di moda in queste settimane, la possibile sorpresa elettorale, perlomeno in Iowa. Nel primo stato americano che darà avvio, il 3 gennaio, al circo politico e mediatico dei caucus e delle primarie che decideranno gli sfidanti per la Casa Bianca, l’ex predicatore battista ed ex governatore dell’Arkansas è accreditato del 15,4 per cento, secondo soltanto a Mitt Romney e davanti ai ben più noti Rudy Giuliani, Fred Thompson e John McCain.
Mike Huckabee è di gran lunga il candidato più simpatico in corsa per la Casa Bianca. Ex governatore dell’Arkansas, come Bill Clinton, nativo di Hope, come Bill Clinton, Mike Huckabee è il volto sorridente della destra religiosa americana. Pressoché sconosciuto agli americani, come Bill Clinton nel 1991, Huckabee è stato ministro battista di una delle congregazioni più conservatrici d’America. Ex obeso, Huckabee ha perso 60 chili e ora promuove, come punto centrale del suo programma, una campagna nazionale a favore delle buone abitudini alimentari. Huckabee pesava centoquaranta chili e ogni mattina gli veniva il fiatone, a causa delle scale del palazzo di governatore a Little Rock. Temeva sempre che in quelle condizioni i giornalisti gli ponessero domande, alle quali avrebbe potuto rispondere soltanto con grande affanno. Un giorno, durante una riunione, ha sfondato la sedia ed è caduto per terra. Così si è messo a dieta, e l’anno scorso ha partecipato alla maratona di New York. Su questa classica storia di buona volontà americana ha scritto un libro e ora crede di poter migliorare la salute dei suoi concittadini, non con leggi, divieti e mezze porzioni imposte per decreto, ma con la persuasione.
Nel corso dei primi dibattiti televisivi presidenziali, Huckabee si è contraddistinto per la naturalezza con cui parla e per la facilità con cui sforna battute una dietro l’altra, alternate a dotte citazioni della Bibbia. Questa estate, alle elezioni di paglia in Iowa, gli analisti politici si sono accorti che la sua candidatura non era soltanto folcloristica. Huckabee è arrivato secondo, dietro Romney, e da quel momento Washington lo guarda in modo diverso, fino a ipotizzare per lui un futuro da vicepresidente, magari di Rudy Giuliani. Huckabee però punta al primo premio e ora che dalla corsa si è ritirato il senatore del Kansas Sam Brownback si ritrova in campo come l’unico candidato coerente con le posizioni dei conservatori sociali. Fred Thompson, infatti, non è riuscito a fare il pieno dei consensi della destra religiosa, sebbene proprio ieri abbia incassato il sostegno del Comitato Nazionale per il Diritto alla Vita.
Il mormonismo di Romney non convince e, malgrado l’endorsement di Pat Robertson e di Sam Brownback, Giuliani e McCain continuano a non essere amati dai conservatori cristiani.
Lo spazio per Huckabee c’è, come ha scritto sul Washington Post Michael Gerson, l’ex speechwriter di George W. Bush e gran sostenitore di un modello di conservatorismo solidale. Huckabee, anche per questo, dovrà vedersela con la feroce opposizione della lobby antitasse di Grover Norquist, che ogni settimana ricorda come da governatore dell’Arkansas abbia alzato le imposte e aumentato la spesa pubblica. Secondo il Club per la Crescita guidato da Norquist, Huckabee è il peggior candidato possibile, un populista protezionista che tradisce i principi liberisti su cui si fonda l’ideologia conservatrice. Huckabee risponde schierando tra i suoi sostenitori l’attore super macho Chuck Norris, uno degli eroi della destra repubblicana: “Ora la gente avrà paura a non votarmi – scherza Huckabee – glielo manderemo a casa e busserà alle loro porte”.
Huckabee è contrario alla ricerca sulle staminali embrionali (“non credo sia giusto creare una vita per porre fine a un’altra”), auspica il ribaltamento della sentenza Roe contro Wade che ha legalizzato l’aborto e crede che “questo paese e questo mondo abbiano bisogno di un presidente che sia capace di pregare il Dio della Bibbia”. Con McCain è considerato il più ambientalista dei candidati, ma per lui “è una questione spirituale, non politica”. Dice Huckabee: “Credo che Dio sia il creatore della Terra. E’ sua. Io sono suo ospite. Non è mia, e ho la responsibilità di occuparmene al meglio”.
Christian Rocca
14 Novembre 2007