New York. Un altro clintoniano, Eric Holder, entra nella squadra di Barack Obama. Non è ancora ufficiale, ma il presidente eletto gli ha offerto il posto di Attorney general, il capo dell’apparato giudiziario e investigativo federale di Washington che sarà chiamato a smantellare assieme al neoconsigliere legale della Casa Bianca, l’altro clintoniano Greg Craig, l’architettura giuridica antiterrorismo costruita da George W. Bush e Dick Cheney e dai loro consiglieri Alberto Gonzales e David Addington.
Newyorchese di origini caraibiche, nero, cinquantasettenne, avvocato e militante dei diritti civili, giudice nominato da Reagan, procuratore federale scelto da Clinton, favorevole alla pena di morte, ex vice Attorney general di Bill Clinton, poi titolare a interim negli ultimi giorni della presidenza democratica, Holder è tra i clintoniani che hanno sostenuto l’avventura presidenziale di Obama fin dall’inizio. E’ stato consigliere giuridico della sua campagna e, insieme con Caroline Kennedy, ha guidato il processo di selezione del candidato vicepresidente, poi conclusosi con la scelta di Joe Biden.
Holder sarà quasi certamente confermato dal Senato, vista la grande maggioranza democratica, per diventare il primo afroamericano a ricoprire questa carica (Gonzales è stato il primo ispanico) così emblematica per i neri d’America, perché vigila sul rispetto delle leggi sui diritti civili. Eppure, malgrado l’esito scontato del processo di conferma, si comincia già a polemizzare sul suo coinvolgimento nel controverso caso della grazia che Clinton ha firmato nel suo ultimo giorno in carica a favore di Mark Rich, un finanziere condannato per evasione fiscale e affari illegali con l’Iran durante la crisi degli ostaggi americani. Sposato con una delle più influenti finanziatrici dei Clinton, Mark Rich ha ricevuto il “pardon” nell’ultimo momento possibile e dopo varie richieste provenienti dal governo israeliano. E’ stato l’ultimo scandalo della presidenza Clinton. Holder, parole sue durante l’inchiesta che è seguita, ha dato a Bill Clinton un parere “neutrale, tendente al favorevole”.
(segue dalla prima pagina) Il prossimo ministro della giustizia di Obama, Eric Holder, ha ammesso di aver sbagliato a non valutare bene i dossier sulla grazia (nel calderone, all’ultimo istante, è entrato anche il fratellastro del presidente, Roger Clinton). Nei giorni precedenti la firma della grazia, Holder e l’avvocato di Rich, l’ex consigliere legale della Casa Bianca Jack Quinn, si sono consultati più volte. L’ex stratega di Clinton, Dick Morris, ricorda che è stato Holder a raccomandare ai consiglieri di Rich di assumere come avvocato Quinn e a dirgli di inviare la richiesta di “pardon” direttamente alla Casa Bianca perché “il momento è buono”. E, continua Morris, “una volta che la grazia è stata firmata, Holder ha mandato le sue congratulazioni a Quinn”.
I conservatori imputano a Holder anche la gestione del caso di Elian Gonzalez, il bambino cubano di sei anni che con un raid armato dell’Fbi è stato strappato ai familiari di Miami per riportarlo dal padre a Cuba, difeso allora dal neo consigliere legale di Obama Greg Craig. Il team Obama, però, è convinto che non ci saranno ostacoli alla conferma di Holder e anche i malumori della sinistra, per il curriculum non proprio nuovissimo del prossimo Attorney general, saranno dimenticati.
La coppia Holder e Craig, infatti, dovrà decidere sui detenuti di Guantanamo e su tutta un’altra serie di misure antiterrorismo dell’Amministrazione Bush.
In un discorso all’American Constitution Society di quest’anno, Holder ha detto che gli Stati Uniti devono ribaltare “il corso disastroso” avviato da Bush nella battaglia contro il terrorismo, chiudendo Guantanamo, ribadendo la contrarietà alla tortura, non trasferendo detenuti in paesi dove è applicata la tortura e cessando la sorveglianza senza mandato sui cittadini: “Le nostre pratiche inutilmente offensive e illegali nella ‘guerra al terrore’ ci hanno reso meno, invece che più, sicuri”.
Christian Rocca
20 Novembre 2008