Camillo di Christian RoccaLe ultime nomine di BHO

New York. Tom Daschle alla Sanità e Janet Napolitano al Dipartimento della sicurezza nazionale. L’Obamalandia continua a popolarsi di facce note, rispettate ed esperte di Washington, quasi a confermare che avesse ragione Hillary Clinton, durante le primarie democratiche, a dire che parlare in campagna elettorale di cambiamento e novità è molto bello e poetico, ma quando si governa serve la prosa. Barack Obama non può che pescare tra i clintoniani, gli unici con esperienza di governo, per costruire un’Amministrazione pragmatica e pronta a guidare il paese fin dal primo giorno (gli uomini di Jimmy Carter sono ottantenni).
Con l’eccezione dell’amica fidata Valerie Jarrett e dello stratega David Axelrod, tutte le prime nomine di Obama sono vecchie conoscenze dell’Amministrazione Clinton (anche Axelrod, in realtà, ha lavorato per l’ex presidente) e il gruppo potrebbe completarsi con Hillary al Dipartimento di stato, ora che Bill ha deciso di collaborare con il team Obama e di comunicare la lista di duecentomila donatori segreti, molti dei quali stranieri, della sua Fondazione.
La scelta di Daschle alla Sanità e le voci sulla composizione della squadra di politica estera lasciano intendere che Obama ha intenzione di riformare davvero il sistema sanitario e che vuole condurre una politica di sicurezza nazionale che spazzi via la quarantennale sensazione di inaffidabilità dei democratici su questi temi. Tom Daschle, ex leader al Senato del partito, si è sempre occupato di riforma sanitaria ed è uno dei politici più vicini a Obama, tanto che il suo ex capo dello staff, Pete Rouse, oggi è uno dei più fidati collaboratori del presidente eletto. Daschle avrà anche il ruolo di “zar della salute”, a sottolineare che Obama fa sul serio su questo punto, come ormai è chiaro a tutti, compresi molti gruppi di interesse che improvvisamente sembrano impegnati a ottenere un successo, anziché a sabotare ogni ipotesi di riforma sanitaria.
Janet Napolitano è la governatrice dell’Arizona in scadenza di mandato tra due anni e, si diceva, pronta a sfidare al Senato John McCain nel 2010. La scelta di Obama è un favore mica male al suo ex rivale, perché la Napolitano era l’unica persona dell’Arizona in grado di poter strappare il seggio allo sconfitto candidato presidenziale del Partito repubblicano. Il regalo ai repubblicani è doppio perché l’Arizona è uno dei pochi stati americani a non avere il vicegovernatore, così a guidare lo stato fino alle elezioni del 2010 ci penserà il segretario di stato, un repubblicano. Considerata una dei migliori governatori d’America e in lizza anche per la carica di Attorney general, i conservatori criticano la scelta perché in Arizona, stato di frontiera, la Napolitano si è sempre opposta (come McCain) alle leggi anti immigrazione clandestina. Si parla anche di un’altra donna, Penny Sue Pritzker, erede di una delle famiglie più ricche d’America e presidente della catena di hotel  Hyatt al posto di segretario al Commercio, ma pare che per “problemi di business” possa essere dirottata altrove.
In attesa della decisione su Hillary Clinton al Dipartimento di stato, sembra ormai certo che le speranze di John Kerry siano destinate a svanire. L’ex candidato presidenziale è stato in lizza anche per il poco importante Dipartimento dell’Interno, ma ora pare concentrato a diventare presidente della Commissione Esteri del Senato. Ci sono invece molti segnali a favore della riconferma del bushiano Bob Gates al Pentagono (gli emissari obamiani hanno incontrato il segretario alla Difesa per i dettagli). Se Gates resta in carica non ci sarà bisogno di audizioni al Senato e Obama potrà contare fin dal primo giorno sulla prontezza e sulla stabilità del Pentagono. Con Gates al comando, Obama avrà maggiore copertura politica nel procedere alla riduzione delle truppe in Iraq e nel rapporto col generale David Petraeus. Altre voci, sempre più insistenti, segnalano il generale Jim Jones, ex comandante della Nato e grande amico di McCain e dei repubblicani, al posto di consigliere per la Sicurezza nazionale. Il Los Angeles Times registra numerosi mal di pancia tra pacifisti e radicali.