Se c’è una persona che non ha bisogno di modelli stranieri cui ispirarsi è Gianni Letta, giornalista, consigliere politico e sottosegretario alla presidenza del Consiglio del governo Berlusconi. Eppure c’è qualcosa che l’ex generale dei marines James Jones, detto Jim, appena scelto dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama per il delicato ruolo di Consigliere per la Sicurezza nazionale, potrebbe suggerirgli almeno indirettamente. Sessantacinque anni, profilo bipartisan, Jim Jones in passato è stato il comandante supremo delle forze alleate Nato e dopo quarant’anni di servizio nel corpo militare più prestigioso del mondo ha guidato la Commissione indipendente del Congresso americano sulle forze di sicurezza irachene e, infine, è stato l’inviato speciale di Condoleezza Rice in Medio Oriente.
Ma non è il profilo biografico, così distante da quello di Letta, a poter impressionare il principale consigliere di Silvio Berlusconi. La cosa interessante di Jones, ma anche dei suoi predecessori, è il ruolo, la carica, l’ufficio del Consigliere per la Sicurezza Nazionale che andrà a ricoprire da mezzogiorno del 20 gennaio.
Creato nel 1947 da Harry Truman, il National Security Council è lo strumento principale a disposizione del presidente americano per affrontare le questioni di politica estera e di difesa. Il Consigliere per la sicurezza nazionale, su questi temi, è la persona chiave del governo americano, perché lavora accanto al presidente e lo consiglia passo dopo passo sia in tempo di guerra, sia di pace. Il Consigliere per la sicurezza nazionale e la sua struttura di esperti, inoltre, coordina i vari dipartimenti federali che si occupano di affari internazionali e sicurezza nazionale.
In Italia non esiste un ruolo politico e responsabile davanti al Parlamento di questo tipo, anche se all’interno della presidenza del Consiglio ci sono due uffici, guidati da un diplomatico e da un militare, che svolgono le attività burocratiche e di assistenza al premier sui temi di politica estera e di difesa. Nessuno di loro, però, ha statura politica e pubblica, non per demerito dei singoli funzionari (oggi sono l’ambasciatore Bruno Archi e il generale Adriano Santini), ma perché non gli è riconosciuto lo status di membro del gabinetto di governo. Così quando ci sono crisi internazionali, subentra proprio Gianni Letta o il sottosegretario con la delega ai servizi segreti per coordinare la risposta del governo italiano. Nel mondo del terrorismo globale non è necessario essere una super potenza militare per avere un Consigliere per la Sicurezza nazionale. Anzi, se ne sente il bisogno proprio perché non lo siamo.
di Christian Rocca
18 Gennaio 2009