Un anno dopo la prima “column” sul New York Times, l’intellettuale neoconservatore Bill Kristol ha lasciato la pagina degli editoriali più liberal d’America. Il Times ha scritto che la decisione è stata comune, ma Kristol ha detto al Foglio che “la scelta è stata del giornale”. Il contratto era di un anno e, passato l’anno, “hanno deciso che avrebbero potuto usare meglio quello spazio, io ero indeciso perché ho molte cose da fare, ma è stata una loro legittima decisione”. Kristol ha detto che l’esperienza è stata “interessante” e che a febbraio comincerà a scrivere una rubrica mensile sul Washington Post.
I blog di sinistra hanno festeggiato la sua uscita di scena come se Barack Obama avesse vinto una seconda volta. La scelta del Times di assumere Kristol – direttore del Weekly Standard, opinionista di FoxNews e militante politico conservatore – non è mai andata giù al mondo liberal e le polemiche sono state infinite. Ma il New York Times aveva deciso di prendere Kristol proprio per variare la monotonia ideologica della sua linea editoriale. L’ultima polemica è stata scatenata dall’attore Matt Damon, che ha definito Kristol un “idiota” per aver scritto che la guerra in Iraq è stata vinta (il sito Big Hollywood ha organizzato un dibattito tra i due contendenti, ma Kristol ha accettato e Damon no).
Al Times è rimasto soltanto David Brooks, anche lui neocon e grande amico di Kristol, a rappresentare il mondo intellettuale conservatore. Tradizionalmente, però, i posti sono due. Non si sa ancora chi sarà il sostituto, ma i nomi che circolano sono Byron York della National Review, la giovane liberista Megan McArdle dell’Atlantic, l’ex speechwriter di Bush e rubrichista del Foglio David Frum, l’ex speechwriter di Reagan ed opinionista del Wall Street Journal Peggy Noonan, il giovane neo-neoconservatore Ross Douthat dell’Atlantic e l’ex direttore del New York Sun Seth Lipsky. (chr.ro)
28 Gennaio 2009