Sul 25 aprile ha già scritto su Linkiesta David Bidussa. Ineccepibile il richiamo a evitare la ritualità stanca di queste celebrazioni: cortei (per la verità molto affollati), comizi, fischi, scontri. Come rendere attuale questa festa laica e civile?
Il termine «liberazione» implica un processo, una trasformazione, uno scontro. Non casualmente, lo scorso anno, Berlusconi parlò invece di «libertà». Dobbiamo recuperare le ragioni di una lotta, perché il 25 aprile può essere l’anello di congiunzione tra la Resistenza di ieri e le sfide di oggi. Quali? Un’Italia meno ingiusta, soprattutto con i più deboli (immigrati, carcerati, poveri); un paese meno diviso tra Nord e Sud; meno spaccato tra tempo indeterminato e precarietà, tra chi paga le tasse e chi non le paga; un’Italia meno egoista e meno preda di miriadi di egoismi locali. Insomma. W il 25 aprile, purché non sia solo un ricordo, ma uno stimolo a riscoprire l’impegno e l’unità.
26 Aprile 2011