L'ItabolarioPartecipazione

Non so quanti l’abbiano letta, ma la notizia mi pare stuzzicante: il gruppo di esperti che sta elaborando la nuova Costituzione islandese propone ogni singolo articolo agli internauti, che si espri...

Non so quanti l’abbiano letta, ma la notizia mi pare stuzzicante: il gruppo di esperti che sta elaborando la nuova Costituzione islandese propone ogni singolo articolo agli internauti, che si esprimono con commenti e suggerimenti prima della bozza finale. Si tratta di un bell’esempio di partecipazione, e soprattutto di concorso al decision making.
Il tema infatti è: internet favorisce una partecipazione attiva, ovvero amplia il numero di coloro che contribuiscono a stabilire una linea politica? Mi correggano gli esperti di comunicazione, ma temo che al momento la risposta sia ancora «no». Se pensiamo a Obama, a Vendola, a Grillo, ai «rottamatori», ci rendiamo conto che la rete è fondamentale per mobilitare e organizzare i propri sostenitori (o il fund raising), ma si rivela poco fruibile, per un leader politico, quando occorre scegliere tra A e B. La libertà degli internauti confligge con il principio di maggioranza, con le logiche assembleari, con una leadership strutturata. La questione è molto interessante, perché interroga le forme di partecipazione del tempo futuro. La speranza è che qualcuno riesca a trovare un buon compromesso, altrimenti continueremo a esaltare il voto referendario come esempio di partecipazione: ma a me rispondere «sì» a quesiti difficilmente comprensibili pare più un sintomo di opposizione che di partecipazione.
PS: La libertà, non è star sopra un albero…

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